Recensione The Outer Worlds 2 | Bentornata Microsoft, bentornata Obsidian

Data di uscita
Ottobre 29, 2025
Disponibile per:
Microsoft Xbox Series S/X, PC, Playstation 5
Sviluppato da:
Obsidian Entertainment
Il nostro Punteggio
9.5

Negli ultimi anni, Microsoft ha tentato di rivoluzionare il panorama videoludico attraverso una serie di acquisizioni strategiche, portando sotto il suo ombrello studi di grande prestigio come Bethesda e Activision Blizzard, e dunque arrivando a detenere franchise iconici come Call of Duty e Fallout. Questo consolidamento ha dato vita a una nuova ondata di titoli e contenuti esclusivi per Xbox e Game Pass, offrendo ai giocatori esperienze sempre più ambiziose. Tuttavia, manca ancora quello che potremmo definire il “centro perfetto”. Insomma, un titolo capace di definire l’attuale generazione console dell’azienda di Redmond e mettere d’accordo (quasi) tutti senza riserve.

Al di là di produzioni decisamente problematiche come Halo Infinite, Starfield e Redfall, la scuderia Microsoft si è distinta nell’ultima gen per diverse produzioni meritevoli — come Doom: The Dark Ages o Indiana Jones e l’Antico Cerchio — ma che per un motivo o per l’altro hanno sempre avuto degli innegabili punti deboli che non gli hanno permesso di fare quel salto di qualità ed essere considerati dei veri e propri capolavori.

Accanto a questi, non sono mancati titoli davvero convincenti e unici, ma sempre limitati da un budget medio o contenuto e dunque, pur apprezzati, hanno offerto esperienze più limitate dal punto di vista contenutistico, come Hi-Fi Rush, South Of Midnight, A Plague Tale: Requiem, Hellblade II e l’incredibile Pentiment di Obsidian Entertainment.

E finalmente, nuntio vobis gaudium magnum, il capolavoro è arrivato. E porta proprio la firma di Obsidian, l’incredibile studio autore di alcuni dei più grandi RPG di sempre. E inaspettatamente, non è stato Avowed, il promettente spin off in prima persona della saga di Pillars Of Eternity, uscito lo scorso febbraio. Un titolo che abbiamo trovato divertente e godibile, ma davvero carente sotto alcuni aspetti tecnici e con una trama non all’altezza dei capitoli della serie principale. No, oggi parliamo del nuovissimo Outer Worlds 2, in uscita il 29 Ottobre su PC, Xbox Series S/X e — rullo di tamburi — su Playstation 5.

Jingle pubblicitari distopici, armi, gadget, alieni, corporazioni, dittature e tantissime esposioni; il coloratissimo trailer di The Outer Worlds 2 é un viaggio incredibile condensato in un minuto e mezzo di azione al cardiopalma.

Quando nel 2019 il primoThe Outer Worlds arrivò sugli scaffali, sembrò l’inizio di una nuova era per Obsidian, in continuità con uno dei giochi più amati mai prodotti dallo sviluppatore, Fallout New Vegas. Il gioco vantava un incipit e dei finali multipli straordinari e un universo narrativo satirico, affascinante, profondo e coloratissimo, popolato da companion memorabili e da una miriade di personaggi, oltre ai tantissimi (troppi rispetto all’azione?) dialoghi scritti con la consueta maestria dello studio. Le scelte morali, poi, erano il vero cuore pulsante dell’esperienza: decisioni spesso complesse e ambigue che finivano per plasmare il destino di un intero sistema solare, dando al giocatore la sensazione di incidere realmente sul mondo di gioco.

Eppure, per chi scrive, The Outer Worlds è stata una delle delusioni videoludiche più cocenti degli ultimi anni. Perché a fronte di un’impostazione narrativa e ruolistica di altissimo livello, il gameplay dopo le prime ore mostrava i suoi limiti: poche mappe e troppo piccole, ripercorse infinite volte in un backtracking eccessivo, un’azione spesso tediosa e una scarsissima varietà di nemici, equipaggiamento e missioni. Era un titolo pieno di idee brillanti e di charme, ma incapace di spiccare il volo fino in fondo.

Oggi, però, le cose sono cambiate. Obsidian sembra aver ascoltato con attenzione ogni critica, limando con precisione chirurgica i difetti che avevano frenato il primo The Outer Worlds e, in parte, anche l’ambizioso Avowed. L’esperienza maturata negli ultimi anni, unita alla ritrovata libertà creativa concessa sotto l’ala di Microsoft, ha permesso allo studio di tornare al suo massimo splendore. Il risultato è un gioco che non solo corregge le storture del passato, ma le trasforma in punti di forza, regalandoci uno dei titoli più interessanti e sorprendenti del 2025.

È il momento di immergersi in un’avventura finalmente all’altezza delle capacità di Obsidian, tra scelte morali che pesano sul destino di interi mondi, personaggi indimenticabili e un universo che finalmente si apre davanti ai nostri occhi senza costrizioni. Pronti a scoprire con noi il primo vero capolavoro targato Xbox di questa generazione, quello che potrebbe davvero segnare una nuova era per i giochi di ruolo e per tutta la piattaforma?


DELIRI COSMICI – IL WORLD BUILDING E LA NARRAZIONE DI THE OUTER WORLDS 2

CREAZIONE DEL PERSONAGGIO

La creazione del personaggio in The Outer Worlds 2 punta a farci costruire una vera e propria identità, scegliendo tra specializzazioni e tratti che definiscono non solo lo stile di gioco, ma anche il modo in cui il sistema solare — attraverso dialoghi e opzioni di interazione — reagisce a noi, e viceversa. In TOW2 non potremo più impersonare eroi tuttofare: ogni build va ponderata con attenzione a ogni passaggio di livello, perché attributi, abilità e tratti si intrecciano in sinergie sempre più marcate e non è possibile riassegnare le abilità. Perfino i malus, ora chiamati Difetti, sono frutto diretto delle nostre azioni e rappresentano una delle aggiunte più interessanti al sistema gdr di questo secondo capitolo.

A eccezione del tratto negativo selezionabile (opzionalmente) in fase di creazione, compiere spesso determinate azioni farà comparire un pop-up in cui ci viene mostrato il difetto appena sbloccato, accompagnato da una breve descrizione e dai relativi vantaggi e svantaggi che esso porterà in dote, lasciandoci la libertà — o la tentazione — di accettarlo.


I Difetti che accetteremo non potranno più essere cancellati e diventeranno da quel momento in poi parte integrante del roleplaying, dando vita a personaggi imperfetti ma coerenti, vivi e originali, oltre che a situazioni veramente spassose, esattamente come in un tabletop gdr.

Avete il vizietto di introdurvi negli edifici e sottrarre beni altrui lontani da sguardi indiscreti? La comparsa del malus Cleptomania vi potrà far vendere la refurtiva al 100% di valore in più, ma attenzione, ogni volta che vi avvicinerete a un’oggetto rubabile rischierete di prenderlo automaticamente senza volerlo, visti o meno dal legittimo proprietario, portando in caso di individuazione del misfatto l’intero insediamento a inseguirvi per due spiccioli, e dunque facendovi stare sempre attenti a stare ben lontani dagli scaffali dei negozi. Oppure non riuscite proprio a liberarvi dell’abitudine da fps old school di ricaricare continuamente le armi appena sparato un colpo? con Iperpreparato i vostri caricatori saranno automaticamente più capienti di ben il 50%, ma attenzione, lasciateli scaricare nella foga dell’azione e avrete un malus ai danni inferti per 8 secondi.

Insomma, tra le tante origini, vantaggi e svantaggi e le infinite possibilità di combinarli, The Outer Worlds 2 offre un sistema che premia la coerenza e la sperimentazione, cosa che aumenta tantissimo la rigiocabilità di un titolo già di per se bello corposo e che riesce finalmente a rendere ogni run davvero personale — come se Obsidian ci dicesse: scegli chi vuoi essere, e il mondo reagirà di conseguenza.

La personalizzazione estetica del protagonista in The Outer Worlds 2 rappresenta un passo avanti netto rispetto al primo capitolo ( e anche ad Avowed a nostro parere), offrendo un editor molto più ampio e flessibile ma senza sacrificare l’immediatezza. È possibile intervenire in modo dettagliato su volto, capelli, pelle e tratti distintivi, scegliendo se entrare nel gioco dopo pochi minuti o dedicarsi a un fine-tuning magari non maniacale, ma sicuramente profondo. Le opzioni morfologiche permettono di modellare cranio, mandibola, zigomi, naso e bocca con slider precisi e coerenti con lo stile pulp-sci-fi della serie, mentre i controlli per simmetria e asimmetria evitano l’effetto “plasticoso” tipico di molti editor, il vostro personaggio (uomo o donna) sembrerà “autentico” esattamente quanto i companion e i personaggi principali.

Anche la gestione di capelli, barba e sopracciglia è stata potenziata, con nuovi tagli, palette cromatiche più realistiche e opzioni di densità e forma. L’ampliamento delle tonalità di pelle, delle opzioni di trucco e dei segni distintivi — cicatrici, protesi, lentiggini, imperfezioni — consente di creare personaggi realistici o volutamente eccentrici, perfetti per rappresentare tanto un agente dell’ordine quanto un fuorilegge delle colonie.

Unico difettuccio? sarà possibile selezionare solo un tipo di corporatura per sesso e questo vale sia per noi che per i vari npc, nemici umani e companion , dunque se non dotati di armature ed abiti particolari, ogni personaggio che incontreremo avrà il nostro stesso fisico e altezza, rendendo un pelo meno credibile questo fantastico universo di gioco.

BENVENUTI AD ARCADIA: DOVE TUTTO E TUTTI APPARTENGONO A QUALCUNO

La trama di The Outer Worlds 2 si sviluppa nel sistema solare di Arcadia, un’isolato angolo di spazio posto sotto il controllo del Protettorato, un governo autoritario e dispotico che ha sacrificato la libertà dei suoi cittadini in nome della sicurezza e dell’avanzamento tecnologico. Il protagonista, un Comandante del Direttorato Terrestre, è inviato per investigare su misteriosi squarci nel tessuto spazio temporale causati da una tecnologia importantissima per lo sviluppo spaziale dell’umanità, i motori Skip-Drive, prodotti per l’appunto solamente in questa zona di spazio. Queste fratture minacciano di distruggere non solo la colonia , ma l’intero universo.

Manco a farlo apposta, la missione — che costituisce il prologo — andrà completamente a scatafascio, creando uno strappo spaziotemporale gigantesco e lasciandoci vivi per miracolo a vagare nel vuoto interstellare in una capsula criogenica, per ben dieci anni. Una volta recuperati da ciò che resta della nostra ciurma e rimessici in piedi, il nostro obbiettivo sarà quello di rintracciare i reali colpevoli della tragedia e cercare in tutti i modi di evitare che il sopracitato strappo inghiotta in poco tempo l’intero sistema di Arcadia.

Per farlo, dovremo destreggiarci tra le fazioni che dominano il sistema, ognuna con le proprie ideologie, interessi e contraddizioni: poteri religiosi travestiti da scienza, corporazioni disposte a tutto pur di espandere la propria influenza e movimenti di resistenza:

ll già nominato Direttorato Terrestre è una sorta di corpo spaziale di controllo, inviato dalla Terra in giro per l’universo per monitorare e gestire le colonie spaziali e incaricato di mantenere ordine e stabilità in sistemi lontani come Arcadia. Pur presentandosi come un organismo “neutrale” e razionale, in lotta contro malvagie corporazioni e regimi oppressivi, le sue operazioni spesso sfociano in interventi autoritari e decisioni morali discutibili, ponendo il giocatore di fronte a dilemmi etici (assolutamente spassosi) e a scelte che possono alterare profondamente l’equilibrio di potere locale e la vita dei suoi concittadini.

Ovviamente poi c’è il padrone di casa, il Protettorato, un regime autoritario e militarizzato che esercita il proprio controllo sul sistema di Arcadia in maniera spietata ma inefficiente. Durante il gioco poi avremo modo di conoscere le ”Soluzioni della Zia”, una gigantesca azienda frutto della fusione forzata tra Zia Cleo e Spacer’s Choice, già viste nel primo capitolo. Questa corporazione è orientata a vendere “libertà” e appagamento attraverso un marketing onnipresente e un credo settario ultraconsumista. L’ultima macrofazione poi è rappresentata dall’Ordine degli Ascesi; altra setta, ma di tecnopreti matematici, che “prevedono” il futuro per l’appunto tramite matematica e rituali, fondendo fede e scienza per un domani ritenuto migliore, a costo di qualunque sacrificio , sopratutto altrui.

A queste poi si uniscono diverse sottofazioni più piccole che ci potranno affidare delle quest e avranno dei loro archi narrativi, come i Subrosa, cioè i classici contrabbandieri spaziali.

Il gioco mantiene l’umorismo satirico del primo capitolo, ma con un tono più maturo e riflessivo, le stesse fazioni sono infinitamente più sfaccettate di quanto siamo abituati a vedere nella grande maggioranza dei videogiochi moderni, dato che non esiste un buono e un cattivo. Prendiamo il Protettorato, un’autocrazia spietata che manda i cittadini macchiatisi di qualsiasi errore al Rilassamento Mentale ( AKA lavaggio del cervello) e che punisce la sconfitta in battaglia dei suoi soldati con l’esecuzione sommaria, ma parliamo anche una società tecnologicamente avanzatissima, che ha eliminato il lavoro manuale e dove nessun abitante soffre la fame.

E che dire della Auntie’s Choice ? Si è una corporazione che rappresenta un mix di ottimismo pubblicitario anni ’50 e pratiche aziendali spietate, ma è anche l’unica fazione del gioco che offre ai suoi abitanti una parvenza di meritocrazia e che li paga profumatamente per il lavoro svolto, non importa quanto ”sporco” o pericoloso.

VOLTI D’ARCADIA – DIALOGHI E PERSONAGGI

Questa complessità a livello sociopolitico non viene lasciata come una semplice informazione di sfondo, ma si riflette e amplifica in ogni personaggio e dialogo, anche nei nostri companion, dato che quasi tutti avranno rapporti sfaccettati o ambigui con le varie fazioni in campo. Essa porta a decisioni morali più complesse, e le conseguenze delle azioni del giocatore sono più evidenti e significative, con molte più ramificazioni rispetto al capitolo precedente e, di nuovo, ad Avowed, cosa che porta a delle quest più interessanti, sia a livello di incipit che di ripercussioni sul mondo di gioco, che risultano davvero profonde.

Di riflesso, i dialoghi di The Outer Worlds 2 si distinguono per una scrittura più matura e sfumata rispetto al primo capitolo, capace di intrecciare momenti grotteschi e nonsense con altri molto più profondi e riflessivi. L’umorismo, pur restando un elemento chiave, lascia spazio a un tono più bilanciato, in cui sarcasmo e critica sociale convivono con momenti di autentica empatia. Le conversazioni diventano così strumenti di caratterizzazione e di commento politico, dove le istituzioni e i personaggi rivelano la propria ambiguità attraverso battute e sottintesi piuttosto che dichiarazioni esplicite. La varietà delle risposte date e ricevute, più aderente al profilo che avrà scelto il giocatore per il protagonista, incoraggia un approccio interpretativo e non binario, rendendo il dialogo non solo un mezzo narrativo ma anche una lente per esplorare il potere di Arcadia e le sue contraddizioni.

Ovviamente, queste valutazioni valgono se volete giocare un personaggio con un minimo di raziocinio, se volete andare di ”full psycho” vi assicuriamo che è possibilissimo (sopratutto con la scelta di determinati tratti e difetti) e che, come dei grandissimi stand-up comedian, gli npc e i vostri companion vi seguono a ruota nella discesa verso la follia.

A proposito dei companion, in TOW2 essi sono pensati come estensioni del mondo di gioco: ciascuno rappresenta una fazione o un’ideologia precisa, espressa attraverso battute taglienti e scelte di dialogo che riflettono moralità (o assenza di essa), cinismo (o ottimismo) e lealtà (o mancanza di essa). L’assenza di romance permette di concentrarsi su rapporti fondati su fiducia, amicizia e dilemmi etici, e in caso di visioni e azioni decisamente discordanti i vostri compagni potranno decidere in autonomia di lasciare il party, mentre il design visivo e comportamentale mira alla massima leggibilità: armi, posture e materiali comunicano immediatamente ruolo e appartenenza. Anche dal punto di vista del design ognuno occupa un archetipo riconoscibile – dal tank al supporto tecnico – , come l’automech volante Val, o Tristan, massiccio e imponente, con un martellone totemico, avatar dell’autorità del Sovrano e dispensatore di autarchiche mazzate.

Dimenticatevi gli npc/manichino di Avowed, in TOW2 la qualità e la credibilità è altissima in ognuno di essi, persino di quelli generati casualmente e non dotati di linee di dialogo.

E se la qualità e l’originalità dei companion rimangono un punto di riferimento, The Outer Worlds 2 dimostra la stessa cura anche nel trattamento degli NPC, che non si limitano a fungere da semplici quest-giver ma agiscono come veri ingranaggi del mondo di gioco. Ogni personaggio, anche marginale, partecipa alla costruzione di un ecosistema narrativo coerente, reagendo in maniera realistica e coerente alle azioni del giocatore e riflettendo le tensioni tra fazioni, potere e interessi personali. Obsidian ha dichiarato di aver voluto creare un sistema dove persino l’eliminazione di un NPC chiave non interrompe la storia, ma attiva nuovi percorsi o sostituzioni narrative per garantire continuità e credibilità. Questo approccio trasforma ogni incontro — eccezion fatta per le comparse con una sola linea di dialogo o prive di parola — in un potenziale nodo morale o politico, rendendo il mondo non solo più reattivo, ma anche più ambiguo e stratificato, dove ogni volto incarna – in piccolo – la stessa complessità tematica che anima i nostri compagni.

TRA UN FAVORE E UNA RIVOLUZIONE – STRUTTURA DELLE QUEST E DURATA DEL GIOCO

The Outer Worlds 2 si presenta come un’avventura sorprendentemente duttile, dove missioni principali e secondarie si intrecciano con naturalezza, lasciando al giocatore la sensazione di avere più di una via davanti. Fin dalle prime ore, le missioni si aprono in diramazioni che spingono a curiosare, a deviare dal sentiero principale per inseguire side quest che non solo ampliano le possibilità e le alleanze, ma influenzano davvero il mondo attorno a noi. Ogni incarico può essere affrontato in modo diverso: con la parlantina giusta, muovendosi nell’ombra o imbracciando il fucile e aprendosi la strada con la forza. E tra una scelta e l’altra, i check di dialogo e ambientali invitano a sperimentare, a trovare soluzioni inaspettate e spesso più intelligenti di una sparatoria.

Rispetto al primo capitolo della serie, il miglioramento nel level design è netto: le missioni partono dai classici stilemi da RPG in prima persona — “vai dal punto A al punto B”, “recupera un oggetto”, “uccidi i nemici nel posto X” — ma li rielaborano in modo sorprendente. Percorsi alternativi, cambi di scenario improvvisi, variazioni uniche a livello ambientale/nemici , la già citata varietà di approcci possibili ma anche semplici gimmick trasformano ogni incarico in qualcosa di unico, mantenendo costante quel senso di scoperta che spinge a esplorare ancora un po’ oltre. Altro punto che eleva il seguito è che non veniamo quasi mai spinti a fare inutile back-tracking, tutto quello di cui abbiamo bisogno è nelle vicinanze o comunque non dobbiamo fare avanti e indietro per ottenerlo. Non abbiamo neanche notato, fortunatamente, la necessità di dover grindare per dover ottenere punti esperienza o equipaggiamento.

Le side quest, oltre ai consueti bit ( la valuta del gioco), armi, equipaggiamento e modifiche, offrono a volte strumenti unici che cambiano il nostro modo di giocare: ad esempio uno spara-acido per sciogliere i cadaveri e rendere le sezioni stealth più fluide, uno scudo ambientale che permette di affrontare con più facilità pericoli come lava o materiali tossici, e degli stivali speciali che garantiscono il classico doppio salto, ampliando radicalmente il modo di muoversi e approcciare ogni sfida. In questo senso, molte side quest non rappresentano solo un compito da spuntare, un pezzo di mondo da esplorare o un ricco bottino, ma un’occasione per scoprire nuove possibilità e trasformare l’esperienza di gioco in qualcosa di lievemente diverso da quel momento in poi.

La durata complessiva di TOW2 varia sensibilmente in base allo stile di gioco: circa 25-35 ore per chi punta dritto alla main quest, sino ad arrivare a 70 o più —noi che siamo lenti siamo ben oltre, e il finale è ancora lontano — per i completisti, senza contare la voglia di ricominciare con build e approcci differenti per vedere come ogni scelta modifichi la fruizione di questo fantastico titolo.


LASER, ALIENI E ALTRI FASTIDI – IL GAMEPLAY

L’UNIVERSO DI GIOCO E I SUOI FAMELICI ABITANTI

Il mondo di The Outer Worlds 2 è un ottimo esempio di come dovrebbe essere fatto il map e level design in titoli del genere. Strutturato come un sistema organico di hub e biomi interconnessi, con tante aree ampie, verticali e ricche di percorsi alternativi che premiano l’esplorazione in stile parkour alla Dying Light, come già aveva tentato in uno dei suoi aspetti più riusciti Avowed.
Il sistema solare è costituito da ecosistemi alieni, foreste fluorescenti, coste e canyon con città in stile space-western e infrastrutture retrò hi‑tech, oltre a tanti interni art-déco di stampo corporativo dallo stile quasi steampunk, che ci ha ricordato alcuni elementi di Bioshock.

I designer sono riusciti a creare un’estetica spaziale retro-futurista che comunica immediatamente fazioni, potere e narrativa attraverso materiali, colori, marchi e segnaletica. Ogni simbolo e stile riconducibile alle varie fazioni diventa linguaggio visivo del mondo che ci circonda: uniformi, loghi e disposizione degli spazi riflettono l’ideologia di chi li controlla — solenne ed epica per il Protettorato ad esempio, più sbarazzina e leggera per la Corporazione — , e i confini tra territori si comprendono con un semplice sguardo all’orizzonte, prima ancora che nei dialoghi.

La varietà dei nemici invece non è gigantesca, ma rappresenta sicuramente un altro passo in avanti per Obsidian, con avversari e ambienti progettati per offrire sfide differenziate e stimolare strategie diverse a seconda dell’area e dello stile di gioco. La flora e la fauna cambiano sensibilmente da area ad area: specie introdotte o alterate dalle corporazioni creano ecosistemi ibridi e spesso aggressivi, come su Paradise Island, dove predatori importati dalla Soluzioni della Zia e usati come bio-armi, vegetazione multicolore e guerriglieri di svariate fazioni convivono (non pacificamente), generando incontri interessanti.

Ogni bioma mescola elementi naturali e industriali: foreste fluorescenti e coste si affiancano a serre, silos e impianti, e la grandezza delle mappe fa in modo che questi elementi non sembrino troppo vicini tra essi. Tra i nemici spiccano rapaci come i Raptodon, con varianti capaci di sputare acido a lunghe distanze, gigantesche creature marine note come Sgranchi e unità umane abbastanza variegate, con metodi di attacco ed equipaggiamenti differenziati in base all’appartenenza alle varie fazioni di Arcadia.

Anche gli avversari robotici sono molto presenti: droni sentinella e mecha automatizzati presidiano avamposti e punti industriali, spesso integrate con torrette e guardiani bipedi o quadrupedi corazzati, che richiedono approcci furtivi e tratti tecnologici o tattici appositi, rispetto allo spara e fuggi che useremmo con altre creature.

UN RPG… ESPLOSIVO

In The Outer Worlds 2, l’azione di gioco è descrivibile in una sola parola: notevole, e offre un’esperienza che fonde la profondità narrativa di cui abbiamo parlato prima con un gameplay action dinamico e davvero coinvolgente, una sensazione di giocare a qualcosa di realmente ”fresco”, concettualmente e tecnicamente all’avanguardia, che non ci capitava (nel sottogenere) dal primo avvio di Skyrim.

Il sistema di combattimento è stato rielaborato rispetto a TOW per garantire un feeling più soddisfacente e reattivo. Il rinculo delle armi da fuoco è stato migliorato, la pesantezza dei colpi in quelle bianche e contundenti idem, i mirini sono più precisi e il feedback durante gli scontri è più incisivo. Il movimento del personaggio poi è ora più agile, con l’introduzione di azioni come lo scivolamento e il doppio salto, che arricchiscono le possibilità tattiche in combattimento. La Tactical Time Dilation (uno dei pochi strumenti che non otterremo da una side quest) rappresenta la versione Obsidian dello S.P.A.V. di Fallout, pur avendo delle caratteristiche distintive proprie, e permette combo spettacolari e una gestione più strategica degli scontri caotici.


Anche Il sistema di stealth è stato completamente rivisitato, offrendo ora meccaniche più profonde e gratificanti e un’azione fluida, veloce e credibile; certo non parliamo di un Metal Gear Solid, ma la volontà di ispirarsi ad immersive sim come Dishonored o Deus Ex è evidente; anche se ahinoi, dobbiamo sottolineare un’intelligenza artificiale troppo ”rigida” che rende più facile tutto questo aspetto. L’IA é infatti uno dei talloni d’Achille del gioco anche al di fuori delle sezioni furtive: i nemici tendono a incastrarsi negli angoli, a ignorare coperture ovvie rimanendo a prendere colpi all’aperto e, spesso, a rinunciare del tutto all’inseguimento dopo pochi metri. Il risultato è un comportamento prevedibile, che smorza la tensione permettendo di cavarsela facilmente in quasi tutti gli scontri dove il level design e/o il lancio dei nemici a ondate non ci mette in inferiorità.

EQUIPAGGIATI PER UCCIDERE, OPPURE PARLARE…

L’arsenale di The Outer Worlds 2 cresce sensibilmente rispetto al primo capitolo, offrendo non solo un numero maggiore di armi, ma anche tantissime varianti uniche, diversi tipi di ”lanciabili” e le cosiddette “armi scientifiche” che introducono nuovi approcci tattici. Oltre alle classiche armi da fuoco leggere, lunghe e pesanti, il gioco propone una nutrita schiera di fucili a energia, armi da mischia speciali e granate, alcune con effetti particolari. Ogni tipo di arma possiede un set di modifiche dedicato, comperabile o costruibile con un semplice ma efficace sistema di crafting . Ogni mod enfatizza l’identità visiva delle nostre armi preferite (purtroppo non delle armature) e permette combinazioni radicalmente differenti a seconda dello stile di gioco.

Le armature e i caschi seguono una filosofia simile: quantità e varietà sono superiori rispetto al primo episodio, con set pensati per ruoli specifici come stealth, abilità scientifiche o resistenza pesante. Ogni pezzo comunica immediatamente funzione e provenienza tramite look, materiali e simboli di fazione, mentre bonus e modifiche sono mirati a sostenere e massimizzare le statistiche e gli effetti di build coerenti e diversificate. Sono presenti pezzi unici e set scientifici che potenziano abilità tecniche e gadget, oltre a corazze pesanti per affrontare combattimenti frontali. Questa organizzazione incoraggia a cambiare equipaggiamento in base alla situazione: armature leggere e armi silenziate e da taglio per approcci furtivi, tech per obiettivi non violenti, pesanti per scontri diretti, permettendo una personalizzazione profonda del personaggio e contribuendo a una grossissima voglia di rigiocare TOW2 solo per vedere altri loadout tematici funzionali e visivamente distintivi.

Armi e vestiario hanno un design decisamente originale e, come il resto del gioco, coloratissimo!

The Outer Worlds 2 introduce e migliora anche il sistema di consumabili, con particolare attenzione al “primer”, il medicinale base del gioco. Questo strumento consente di ripristinare rapidamente la salute senza lunghi spostamenti nel menu Inventario, favorendo un approccio immediato e dinamico al combattimento. Raccogliendo diverse formule (e qualsiasi medicinale reperibile in giro per i pianeti) creeremo degli aereosol che in pochi secondi ripristineranno i punti hp, Alcune varianti possono inoltre fornire effetti temporanei aggiuntivi, come resistenze, rigenerazione o mitigazioni contro danni ambientali, utili per affrontare zone tossiche o per sostenere burst di danno improvvisi.

Unica controindicazione? il nostro pg sarà dotato di un valore di resistenza alla tossicità di questi intrugli (migliorabile principalmente tramite l’abilità medica), e quando avremo riempito la relativa barra nell’HUD dovremo aspettare sino al suo svuotamento completo, prima di poterci curare di nuovo. Fuori dai combattimenti potremo, in pieno stile New Vegas, consumare quantità pantagrueliche di cibo e bevande per ripristinare la salute. Da segnalare l’assenza di effetti negativi alle statistiche dati da assuefazione o ubriachezza, che purtroppo toglie un pochino di profondità al roleplaying.


PIXEL COSMICI, JINGLE SPAZIALI E ALTRE MERAVIGLIE QUANTICHE – ANALISI TECNICA

GRAFICA DELL’ OLTREMONDO

Come prevedibile, The Outer Worlds 2 presenta un comparto grafico e una art direction che elevano il titolo al livello dei capolavori di sempre. Obsidian Entertainment ha adottato l’Unreal Engine 5 per il suo nuovo titolo, ed è riuscita a sfruttare le sue potenzialità per creare ambienti vasti e dettagliati e modelli incredibilmente appaganti da vedere.

Come già anticipato, la direzione artistica si distingue per un design che valorizza e differenzia a meraviglia l’identità delle varie fazioni e dei biomi, contribuendo (insieme agli altri aspetti positivi del gioco) a non annoiare mai il giocatore. L’illuminazione dinamica, sopratutto con il Ray-Tracing in modalità hardware e con un buon HDR attivo, é spaventoso, e la luce che si riflette su materiali metallici, tessili, rocciosi e bio-organici sapientemente modellati vi farà cascare la mascella, insieme ad effetti come esplosioni, ologrammi, particellari di ogni tipo e così via.

Per quanto riguarda il nostro parere riguardo le varie animazioni, croce gigantesca di Avowed come di moltissimi altri RPG in prima persona, non possiamo che commentarle con un sentitissimo: FINALMENTE!
A eccezione di qualche animazione buggata (sopratutto per i companion) i movimenti di qualsiasi oggetto in grado di spostarsi (comprese granate, cadaveri e detriti) sono veramente fluidi e realistici, ricchi di animazioni di raccordo, contribuendo enormemente a dare al gioco il feeling dinamico e atletico di cui abbiamo parlato precedentemente. Salti, schivate, corse, scivolate, ricariche, mazzate e tutte le altre azioni che compiremo o vedremo compiere rappresentano una gioia per gli occhi e per l’immersività, Bethesda, per favore prendi nota.

Per accorgervi di quanto lavoro abbiano investito gli sviluppatori nelle animazioni dovete assolutamente provare la visuale in terza persona ( con tanto di telecamera regolabile ), e se ve lo diciamo noi che non l’abbiamo mai usata in un gdr in prima persona, potete fidarvi.
Anche se non siamo ai livelli di un God Of War e abbiamo notato un lievissimo effetto ”pattinaggio” o ”galleggiamento nell’aria”, le animazioni del vostro personaggio visto di spalle sono a dir poco fantastiche, probabilmente le migliori mai viste in un rpg di questo tipo, lontanissime — si, lo dobbiamo citare di nuovo, e di nuovo in negativo — dai gesti e transizioni di Avowed, che a volte sembravano uscite da un MMORPG o un Arena Shooter dei primi 2000 . Le cutscene in-engine offrono inoltre una narrazione davvero cinematografica e coinvolgente con un lip-sync ottimo e dei movimenti di occhi, viso e corpo naturalissimi.

SOUND DESIGN ORBITALE

Manco a dirlo, anche la componente audio di The Outer Worlds 2 si rivela curatissima ed eleva l’esperienza di gioco in primis grazie a un doppiaggio curato e distintivo. Companion e NPC principali ricevono voci riconoscibili e registri differenti, che valorizzano le interazioni e le cutscene. Il casting ampio e decisamente professionale e la direzione attenta permettono alle voci di trasmettere carattere e personalità, rendendo ogni personaggio immediatamente identificabile e contribuendo a rafforzare il tono satirico o più serio delle scene narrative. Anche gli annunci diegetici, gli intercom aziendali e i jingle all’interno degli hub giocano un ruolo importante, rendendo gli spazi vivi e coerenti con l’universo corporativo e autoritario del gioco.

Il sound design e la colonna sonora poi si integrano perfettamente con questa caratterizzazione vocale. Il paesaggio sonoro è stratificato e leggibile: ambienti, creature e segnali di pericolo sono differenziati tramite timbri accurati, consentendo al giocatore di percepire minacce e opportunità senza confusione. La colonna sonora di base riprende i temi space‑western già sentiti nel primo capitolo della serie, mescolando orchestrazione leggera e synth con temi specifici per fazioni e biomi, rafforzando l’identità degli hub e la varietà dei contesti.

Sono presenti anche alcune radio (una per fazione) che celebrano le vostre gesta dando un punto di vista diverso a seconda di chi paga lo stipendio dello speaker, e trasmettono musica radicalmente differente in base all’identità ideologica dello schieramento di appartenenza: jingle pubblicitari e canzonette in stile pop americano anni ’50 per la Auntie’s Solutions, opere liriche epiche a tema propagandistico per il Protettorato.

ANALISI PRESTAZIONALE E BUG CHE ESCONO DALLE FOTTUTE PARETI

Su PC, The Outer Worlds 2 offre un ottimo equilibrio tra qualità visiva e prestazioni, supportando e implementando le ultime tecnologie di upscaling e di frame generation per ottenere frame rate elevati senza compromettere la qualità dell’immagine. L’integrazione di DLSS 4 per le schede Nvidia e FSR di ultima gen per quelle AMD permette di mantenere alte risoluzioni senza particolari compromessi a livello grafico o di fluidità.

Su un sistema dotato di un Ryzen 5900x, 32 gb di ram di buona qualità e una 4080 Super, utilizzando un mix di impostazioni a livello Alto e Molto Alto, Ray-Tracing Hardware e Frame Gen attivati e DLSS 4 in modalità Qualità, abbiamo rilevato prestazioni generalmente stabili, con frame rate oltre i 100 FPS in tutti gli ambienti piccoli e medi, e comunque mai sotto i 70/80 in quelli più ampi e popolati, o ricchi di illuminazione o effetti particolari. Segnaliamo solo un costante pre-caricamento degli Shader (abbastanza veloce) ad ogni avvio del gioco e dei rallentamenti di pochi secondi all’avvio della partita, o quando passiamo da un qualsiasi menu o dalla mappa al gioco vero e proprio. Nessun fenomeno di lag o di microstuttering.

Di per contro, e comunque considerando che abbiamo avuto accesso a una versione pre-release e che sicuramente sarà corretto già alla pubblicazione del titolo, l’unico difetto che ci impedisce (oltre all’IA) di dare un 10 pieno a The Outer Worlds 2 riguarda la stabilità generale. Nulla di catastrofico, intendiamoci: non ci siamo mai trovati davanti a crash improvvisi o bug in grado di corrompere il salvataggio. Tuttavia, nel corso dell’avventura abbiamo incontrato diversi glitch e anomalie minori, soprattutto durante le missioni più articolate. In più di un’occasione siamo stati costretti a ricaricare un salvataggio appena dopo aver sconfitto un mini-boss particolarmente fastidioso che non poteva darci un oggetto di missione era finito sotto terra o incastrato in una parete, oppure a tornare in una location già esplorata per cercare — sempre con successo, per fortuna — di riattivare un trigger rimasto inspiegabilmente bloccato.

Un bug ricorrente, e potenzialmente più fastidioso, ha riguardato invece il reset improvviso dei dialoghi degli NPC: per circa quattro volte, nel corso della campagna, ci è capitato di vedere personaggi già conosciuti comportarsi come se non ci avessero mai incontrato, riproponendo quest completate da ore (o addirittura da giorni di gioco) e, cosa ancor più problematica, alterando nuovamente la nostra reputazione con le fazioni coinvolte. Niente che una patch al day one non possa risolvere, ma abbastanza da ricordarci che anche il miglior motore, senza una messa a punto finale, può ogni tanto tossire.


Ringraziamo  Xbox per averci per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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The Outer Worlds 2 (PC)
In Conclusione:
The Outer Worlds 2 è il coronamento dell’identità Obsidian: ironico, profondo, ricco di sfumature morali e di personaggi memorabili. Non è privo di imperfezioni — tra bug più o meno fastidiosi (che verranno sicuramente risolti già al day one) e una IA ancora in cerca di brillantezza — ma riesce dove il primo aveva fallito: nel dare coesione, ritmo e spessore a ogni elemento del suo universo. Un RPG straordinario, pieno di personalità e libertà, che segna finalmente il primo, vero capolavoro targato Xbox e un nuovo magnum opus dagli ex di Black Isle Studios.
Pregi
Narrazione eccezionale
Dialoghi superbi
World Building curatissimo
Sistema di creazione del personaggio intuitivo e profondo
Design e scrittura di companion e NPC di altissimo livello
Direzione artistica ispirata e coerente con il tono pulp-sci-fi
Esplorazione e combattimenti fantastici
Ottimo sound design
Difetti
Intelligenza artificiale ancora troppo prevedibile e goffa
Bug e glitch frequenti nella versione pre-release
Alcune semplificazioni esagerate che tolgono (poca) profondità al roleplaying e al mondo di gioco
9.5
Voto