Recensione PB Tails Metal Crush Chromeposite Mirror | Un controller da museo

In un’era in cui il minimalismo si fa strada in numerosi aspetti della nostra quotidianità , il PB Tails Metal Crush Chromeposite Mirror emerge come una chiara dichiarazione di intenti: realizzare un controller che unisca un’estetica sofisticata e tecnologia all’avanguardia, tenendo lontani i compromessi.

Sviluppato attraverso una collaborazione di due anni con K-Silver, questo periferica rappresenta il culmine di una ricerca mirata a trascendere i limiti dei tradizionali sensori magnetici, introducendo la tecnologia TMR (Tunneling Magnetoresistance) in quella che è stata (con il modello originale) la sua prima implementazione su scala commerciale in un gamepad destinato al grande pubblico.


Funzionalità e tecnicismi

Il Metal Crush Chromeposite Mirror racchiude un’architettura tecnica decisamente ambiziosa dentro un involucro che, a primo impatto, tradisce una solidità costruttiva non comune tra i controller di fascia medio/alta. La scheda tecnica include un sensore di resistenza magnetica di nuova generazione montato sugli stick analogici, trigger lineari con tecnologia Hall Effect, giroscopio a sei assi, motori di vibrazione asimmetrici e un comparto di illuminazione RGB completamente personalizzabile tramite le combinazioni di tasti integrate.

La batteria da 860 mAh, sebbene numericamente non entusiasmante al confronto con soluzioni concorrenti di maggiore capacità, consente una sessione di utilizzo continuativo di circa dieci ore con l’illuminazione attiva alla massima luminosità. Il caricamento della batteria si completa solitamente in circa 90-120 minuti tramite il solito USB-C, un approccio sensato che segue gli standard contemporanei di connettività.
Quanto avevamo già dichiarato nella recensione del suo fratello sportivo, il Metal Crush Defender, rimane sostanzialmente invariato… si tratta a conti fatti di un controller di fascia altissima che manca soltanto di qualche pulsante extra e di feature proprietarie di cui facciamo volentieri a meno a favore di un utilizzo pulito e privo di fronzoli.


Design e costruzione

Passando all’espressione più tangibile del design, il Chromeposite Mirror si rivela un particolarissimo esercizio di stile. Lo chassis inferiore mantiene una composizione in policarbonato, mentre la fascia superiore è realizzata in lega di zinco electroplaccato, conferendo al dispositivo quel caratteristico aspetto cromato da cui deriva il nome della variante.
I cappucci superiori degli stick analogici, anch’essi metallo pesante, trasmettono una sensazione di rigidità complessiva non indifferente quando il controller viene impugnato.

Il peso elevato di 348 grammi complessivi compone un equilibrio che, lungi dal risultare affaticante durante sessioni prolungate, riesce a comunicare piuttosto una sensazione tattile particolare che accomuna i prodotti premium. La fascia magnetica rimovibile, sebbene possa sembrare un elemento superficiale di personalizzazione, riveste un ruolo strutturale centrale nel marketing di PB Tails: il MagCase permette infatti di mantenere una rigidità superiore del comparto superiore senza ricorrere a viti di fissaggio, un approccio che predilige l’eleganza alla visibilità costruttiva.

Pulsantistica e feeling

I pulsanti, organizzati secondo il layout Nintendo per impostazione predefinita, seguono una filosofia costruttiva a membrana tattile, scelta che sorprenderà positivamente coloro che si aspettano dei click microswitches di tipo meccanico. La retroazione è decisa, senza zona di inerzia post-attivazione, caratteristica rara in questa categoria di dispositivi.
I bumper laterali e i trigger analogici mantengono invece un comportamento più tradizionale ma non per questo meno efficace. Nella parte centrale del controller troviamo invece ben 5 pulsanti, fra cui il logo dell’azienda, il tasto “T”, il tasto “-“, il tasto “+” e quello dedicato agli screenshot.

Mancano alcune delle caratteristiche tipiche di un controller “pro” di questa categoria, come pulsanti posteriori o software proprietari, questi ultimi scartati in favore di un rispettabilissimo approccio più meccanico alla personalizzazione.
In tal senso abbiamo il ritorno della retroilluminazione RGB, modificabile tenendo premura una semplice combinazione di pulsanti.

Gli onnipresenti RGB

L’illuminazione RGB, distribuita tramite una barra luminosa inferiore e retroilluminazione dei pulsanti del volto, consente 256 combinazioni cromatiche selezionabili attraverso l’utilizzo della leva sinistra mentre si mantiene il tasto T premuto. La customizzazione risulta fluida nonostante l’assenza di un’applicazione software dedicata: questa scelta progettuale obbliga a interfacciarsi con il sistema di controllo per button combination, soluzione che elegantemente ricorda i menu interni dei controller delle precedenti generazioni di console domestiche.

Insomma, una soluzione non particolarmente comoda ma comunque piacevole da apprendere considerando le peculiarità già abbondanti del dispositivo.

Limiti costruttivi e compromessi d’utilizzo

La superficie metallica dei cappucci analogici, per quanto piacevole al tatto, porta inevitabilmente ad un attrito decisamente inferiore a quella dei materiali ruvidi o testurizzati, una caratteristica che potrebbe costituire un ostacolo per coloro che tendono a sudare anche leggermente durante le sessioni di gioco più intense. L’inclusione di cappucci alternativi in silicone nell’edizione Defender non si estende a questa variante Chromeposite Mirror, rappresentando un’occasione di personalizzazione mancata.

In generale, la rifinitura metallizzata tende a catturare costantemente le impronte, al punto che sarà davvero impossibile utilizzare il controller senza doverlo pulire successivamente. Si tratta, insomma, di un controller prestazionalmente eccellente e sicuramente speciale da un punto di vista estetico, ma che starebbe molto meglio in una teca dove lo si possa ammirare piuttosto che sulla scrivania di un giocatore.

Il confezionamento include una custodia rigida ben costruita, cable USB-C intrecciato, panno in microfibra e dongle wireless: nulla di eccessivo, tutto di qualità evidente.


Tecnologia TMR e connessione

Giungiamo al cuore dell’innovazione: i sensori TMR rappresentano il passo successivo naturale oltre i già collaudati sistemi Hall Effect. Mentre questi ultimi raggiungono risoluzioni di cenni per asse, la tecnologia TMR accede a migliaia di punti per asse, traducendosi in una granularità sensoriale pressoché impercettibile all’utente durante il normale gameplay, eppure tangibile nei contesti competitivi o in quei giochi che richiedono micro-correzioni costanti di traiettoria.

La potenza elaborativa richiesta si riduce significativamente e il controller applica filtrature minime rispetto alle soluzioni Hall Effect tradizionali, un vantaggio che si traduce in una responsività che non è accelerata artificialmente bensì genuinamente priva di latenza percepibile.
La periferica supporta connessione via Bluetooth 5.0, dongle wireless 2.4GHz proprietario e interfaccia USB-C diretta. Ognuna di queste opzioni espone il dispositivo in modalità operative distinte: Switch Input per l’accesso ai controlli giroscopici nativi (disponibili solamente in questa configurazione), DInput e XInput per ambienti Windows e periferiche compatibili.

Il passaggio tra le modalità operative richiede una sequenza di combinazioni tasto: un approccio non particolarmente intuitivo la prima volta, sebbene già consolidato nei prodotti precedenti dell’azienda. Il dongle wireless si connette al momento dell’accensione in meno di un secondo, una velocità di pairing che elimina quei fastidiosi ritardi di sincronizzazione che affliggono soluzioni competitive.


Test in gioco

Durante le prove pratiche attraverso un repertorio diversificato di titoli, il Metal Crush Chromeposite Mirror ha dimostrato un livello di prestazioni prevedibilmente eccellente. La riduzione percepita della latenza, pur essendo tecnicamente misurabile, si manifesta durante il gameplay come una fluidità di controllo davvero apprezzabile.

I motori di vibrazione, sebbene numericamente inferiori rispetto alle soluzioni più aggressive presenti sul mercato, forniscono feedback aptico sufficientemente articolato da comunicare distinzioni tra diverse tipologie di interazione fisica all’interno del mondo virtuale. Nella modalità Switch input, il giroscopio a sei assi si rivela straordinariamente reattivo agli spostamenti angolari, offrendo quella immediatezza di risposta che ci aspettavamo.


Disponibilità e prezzo

Il Chromeposite Mirror si posiziona con decisione nella fascia premium-accessibile, collocandosi sensibilmente al di sopra degli entry level ma senza sfondare il soffitto di spesa dei controller professionali più blasonati. Non è un capriccio da collezionisti, ma nemmeno il classico acquisto impulsivo da scaffale: è un investimento di circa 100 euro per chi sa esattamente cosa vuole da una periferica e intende sostituire il controller principale per lungo tempo.

Dal punto di vista della reperibilità, il Chromeposite Mirror resta un prodotto fortemente legato al canale diretto: il punto di riferimento è lo store ufficiale PB Tails, con disponibilità a finestre, spesso organizzata in lotti limitati che vanno esauriti rapidamente.


Ringraziamo PB Tails per averci fornito un sample del prodotto per realizzare questa recensione.
Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

PB Tails Metal Crush Chromeposite Mirror
In conclusione...
l PB Tails Metal Crush Chromeposite Mirror occupa uno spazio interessante nell'ecosistema dei controller contemporanei: non è la soluzione universale per ogni utenza, ma rappresenta piuttosto una scelta consapevole per coloro che desiderano interfacciarsi con la frontiera tecnologica della sensoristica analogica senza il sovrapprezzo dei flagship più blasonati.
Pregi
Design semplicemente meraviglioso
Dotazione generosa
Costruzione solida e assolutamente premium
Tecnologia TMR
Si tratta di un prodotto di lusso
Difetti
Durata della batteria non eccezionale
Tende a catturare impronte alla prima occasione
Problemi di grip in situazioni intense
8.5
Voto