Recensione Ninja Gaiden: Ragebound – Ninja’s Summer

Nella lunga storia del videogioco giapponese, poche saghe incarnano la tensione tra tradizione e brutalità moderna quanto Ninja Gaiden. Nata nel 1988 sotto l’egida di Tecmo, la serie ha attraversato tre decenni, reinventandosi a ogni generazione ma rimanendo sempre fedele alla sua essenza: velocità, tecnica e implacabilità. Ninja Gaiden non è solo una saga di ninjutsu, demoni e spade leggendarie. È un manifesto videoludico di disciplina estrema, precisione chirurgica e ferocia senza compromessi. Non c’è spazio per il giocatore distratto né per chi cerca indulgenze: esiste solo la perfezione o il fallimento. E al centro di tutto c’è un guerriero silenzioso, Ryu Hayabusa, incarnazione dell’equilibrio tra forza e grazia, tecnica e istinto.

Giocare a Ninja Gaiden significa immergersi in un universo in cui ogni nemico è letale, ogni errore si paga caro, e ogni combattimento è una danza mortale in cui la padronanza delle mosse è solo l’inizio. La serie ha sempre privilegiato il gameplay sopra ogni cosa, con un sistema di combattimento che non perdona ma ricompensa chi apprende, chi si adatta, chi affina. È un rito iniziatico, un tempio scolpito nel codice.

Pronti a rituffarvi nella violenza a base di Katane e Kunai? il trailer di Ninja Gaiden : Ragebound

Non è solo questione di gameplay: Ninja Gaiden è anche una saga visiva e tematica che oscilla tra spiritualità orientale, mitologia nera e tecnologia decadente. Il Giappone classico si fonde con il cyber-noir, tra templi shintoisti in rovina, metropoli soffocate dalla pioggia e fortezze tradizionali assediate dagli Oni. Ogni ambientazione è una prova di resistenza, ogni boss una montagna da scalare a colpi di katana.

Insomma, una serie unica nel suo genere, tanto elitaria quanto carismatica, che ha sempre sfidato le regole del mercato in nome della purezza del combattimento. Dove molti action moderni puntano sull’accessibilità, Ninja Gaiden sceglie la verticalità della difficoltà come percorso di crescita: non ti accompagna, ti spinge nel vuoto e ti insegna a volare. Una saga che, anche nel 2025, rimane ancorata ai suoi valori fondamentali, con il ritorno prima del remake tecnico Ninja Gaiden: 2 Black e ancor più oggi con Ninja Gaiden: Ragebound, che tenta di riportare l’azione, dopo 25 anni, alle due dimensioni. Possiamo dire che, con il ritorno di Ninja Gaiden e l’arrivo del nuovo capitolo di Shinobi previsto per quest’estate, il 2025 si prospetta come la vera estate del ninja, un duello tra leggende pronte a riaffermare il loro dominio sul jutsu dell’assassinio.

Ragebound è sviluppato da The Game Kitchen, studio indipendente con sede a Siviglia, già noto per la serie Blasphemous e per il suo approccio stilistico dark-gotico in pixel art. Il progetto è realizzato su licenza ufficiale di Koei Tecmo / Team Ninja, che hanno supervisionato il lavoro come consulenti, mentre la pubblicazione e il finanziamento sono curati dalla francese Dotemu.
Il gameplay di questo titolo è focalizzato su un sistema di combattimento rapido e tecnico, che in piena tradizione della saga richiede dei movimenti pixel perfect e una dose di riflessi decisamente alta. Graficamente, Ragebound si presenta (e non poteva essere altrimenti dato il background dei suoi sviluppatori) con una pixel art ispirata agli anni ’90 arricchita da tecniche moderne: palette cromatiche dettagliate, parallasse multilivello, animazioni fluide e direzione artistica d’eccellenza.

Insomma, le premesse per un ritorno al 2d coi fiocchi ci sono tutte, ma saranno state onorate? Scopritelo leggendo la nostra recensione!


LA TRAMA

Il gioco segue le vicende di Kenji Mozu, un giovane ninja del villaggio Hayabusa, che si ritrova a fronteggiare un’invasione demoniaca del suo luogo natale. Dopo essere riuscito a respingere l’attacco, il giovane guerriero si lancia all’inseguimento dell’esercito infernale in ritirata, senza però attendere il suo maestro, Ryu Hayabusa (solitamente protagonista della serie Ninja Gaiden ) e cadendo così in una trappola. Nonostante si trovi a combattere in netta inferiorità numerica e nel cuore stesso dell’Inferno, Kenji riesce a sconfiggere uno dei luogotenenti del Signore dei Demoni, pur riportando ferite mortali. In suo soccorso giunge Kumori, una kunoichi del clan del Ragno Nero, acerrimo nemico degli Hayabusa, anch’essa attirata nella stessa trappola e gravemente ferita. I due, costretti dalle circostanze, stringeranno una fragile e forzata alleanza.

Grazie a un’arma leggendaria appartenente al Clan del Ragno Nero, Kenji fonde il proprio corpo con l’anima di Kumori, prendendo in prestito le sue abilità nel lancio del kunai e sfruttando il suo stato — forse solo temporaneo — di spirito incorporeo per superare ostacoli e passaggi altrimenti invalicabili.
L’obiettivo della coppia è chiaro: recuperare tre cristalli leggendari custoditi dai generali demoniaci. Questi potenti artefatti sono l’unico sigillo che impedisce al Re dei Demoni di fare ritorno nel nostro piano dimensionale e dare inizio alla conquista del mondo intero.
L’avventura principale di Ninja Gaiden: Ragebound condurrà i giocatori attraverso una vasta gamma di ambientazioni suggestive e pericolose: dalle cime innevate di montagne sacre a edifici in costruzione sopra antiche rovine, dalle umide e insidiose grotte dei pirati fino a decadenti città infestate. Ogni scenario è ricco di segreti, nemici unici e sfide ambientali.

Se la campagna principale dovesse sembrarvi troppo breve (anche se va considerato che Ragebound è disponibile sin dal lancio al prezzo popolare di 24,99 €), sappiate che il gioco include una modalità Sfida che aggiunge pepe al gioco, numerosi collezionabili e un Ranking che incentiva a rigiocare ogni livello per migliorare il proprio punteggio.

Inoltre in Ninja Gaiden: Ragebound è presente una serie di missioni opzionali chiamate Operazioni Segrete, sbloccabili progredendo nella campagna principale. Queste missioni si inseriscono narrativamente tra un capitolo e l’altro, e completarle tutte non solo arricchisce l’esperienza, ma consente anche di ottenere preziosi scarafaggi dorati, che rappresentano la valuta attraverso cui potrete potenziare il vostro equipaggiamento ( e sbloccare diversi tipi di arma e attacchi speciali per Kumori ) nel negozio del venerabile Muramasa.

Se però vi aspettavate un titolo in linea con la qualità narrativa peculiare di Blasphemous, resterete inevitabilmente delusi: Ragebound , per usare un eufemismo, non è un gioco particolarmente incentrato sulla storia o sul world building. È vero che nei Ninja Gaiden la trama è sempre stata un aspetto secondario, ma avremmo comunque preferito un maggior approfondimento sull’inimicizia tra i due clan, sulla guerra con i demoni e su altri elementi dell’ambientazione, o perlomeno meno facilonerie e buchi di trama.

Anche sul piano dei dialoghi il gioco mantiene un tono piuttosto semplicistico, pur riuscendo a strappare un sorriso grazie ai divertenti battibecchi tra Kenji e Kumori e ad alcuni momenti che fanno davvero tanto citazionismo dal cinema e i videogiochi d’azione degli 80′ e 90′.


IL FLOW DEL NINJA: UN GAMEPLAY DA PAURA

Le differenze tra Ninja Gaiden: Ragebound e i due ottimi metroidvania di The Game Kitchen non si esauriscono certo nell’aspetto narrativo. Il confronto con Blasphemous è inevitabile, non solo per la condivisione del team di sviluppo, ma anche per alcune scelte stilistiche e di gameplay. Se, nonostante i combattimenti al cardiopalma, Blasphemous era un viaggio lento, lungo e opprimente, dove l’esplorazione e la scoperta giocavano un ruolo fondamentale. Ragebound invece punta tutto sulla velocità, sulla precisione e sul ritmo serrato degli scontri. Qui non ci sono lunghe digressioni, ritorni sui propri passi alla ricerca di segreti (al massimo piccoli corridoi opzionali pieni di nemici) o labirinti da memorizzare: ogni livello è un campo di battaglia da attraversare a colpi di katana, tra salti millimetrici e catene di attacchi spettacolari. È un cambio di passo radicale, che mostra la versatilità del team e la sua capacità di adattare il proprio talento a un genere più immediato e adrenalinico.

E anche all’interno dell’apparente semplicità dell’ultima incarnazione di Ninja Gaiden si trovano delle finezze non indifferenti, non basterà infatti tagliuzzare con la nostra katana o i coltelli spirituali da lancio tutto quello che ci si para davanti, molto spesso dovremo abbattere nemici particolarmente corazzati (o dover uccidere nemici piu’ deboli in fretta) utilizzando le Hypercharge, ossia attacchi letali che si ottengono sconfiggendo nemici dotati di due tipi di aure colorate (o caricandoli a costo di una quantità consistente salute) e che abbattono istantaneamente qualsiasi avversario.

L’aura che circonda i nemici indica l’arma da utilizzare per ottenere l’Hypercharge — katana per l’aura blu e attacchi a lungo raggio per quella viola — aggiungendo una componente strategica che premia tempismo e precisione, e rendendo estremamente appagante e spettacolare riuscire a sgominare orde di nemici con pochi colpi ben piazzati. Le Hypercharge sono fondamentali anche nelle lunghe e impegnative battaglie contro i boss: si ricaricano bloccando specifici attacchi e, una volta usate contro di loro, li mettono fuori gioco per alcuni preziosi secondi, permettendoci di infliggere danni ingenti e di tirare il fiato dai loro assalti incessanti.

Altra caratteristica esclusiva di questo Ninja Gaiden sono le Ragebound Arts, tecniche speciali di straordinaria potenza che Kumori può scatenare quando la situazione diventa critica, previa accumulazione di forza spirituale ottenuta eliminando quanti più nemici possibili in combinazioni sempre più grandi. Attivare queste tecniche significa spazzare via in un istante tutti i nemici comuni presenti sullo schermo o, a seconda dell’arte scelta, canalizzare l’energia per guarire Kenji e riportarlo in piena forma, oppure avvolgerlo in un’aura protettiva capace di assorbire anche i colpi più devastanti. Sfortunatamente, le occasioni in cui le Ragebound Arts si rivelano realmente indispensabili non sono molte, fatta eccezione per i già citati boss di fine livello, il che ne limita parzialmente l’impatto strategico. Va però detto che la barra della forza spirituale si ricarica piuttosto rapidamente, permettendo di utilizzarle con una certa frequenza senza doversi preoccupare troppo di risparmiarle.

Ultima meccanica peculiare di questo action adrenalinico, ma non certo per importanza, è la Guillotine Boost , che vi consentirà di rimbalzare praticamente su qualunque nemico o ostacolo vi capiti a tiro. Una volta in aria, potete eseguire un nuovo salto proprio nel momento in cui state per colpire un demone (o persino un proiettile), attaccandolo e sfruttandolo come trampolino per un balzo extra. Un avversario vi si para davanti? Saltategli in testa. Un demone vi tira incessantemente dei coltelli? Usateli come strada per arrivargli dritti in faccia. Un boss vi carica alla massima velocità? È l’ora del rodeo, baby. Questa tecnica non vi salverà soltanto dal prendere danni in combattimento, ma diventa anche preziosa per l’esplorazione: a volte vi servirà per superare trappole rimbalzando su un proiettile, altre per raggiungere piattaforme elevate sfruttando una catena di nemici posizionati ad arte.

Se proprio dovessimo individuare un difetto nel gameplay, che per il resto risulta davvero divertente e coinvolgente, sarebbe l’impossibilità di uscire da un livello, una volta iniziato, senza completarlo. Ci sono i checkpoint, e sono abbastanza frequenti, ma funzionano solo in caso di morte dei due protagonisti. Questo significa che, una volta avviata una missione, il giocatore è costretto a portare a terminarla prima di poter abbandonare il gioco, a meno che non voglia ripetere tutto daccapo.

Questa scelta, se da un lato aumenta la tensione e l’immersione, obbligando a mantenere la concentrazione fino alla fine, dall’altro può risultare frustrante per chi ha poco tempo a disposizione o desidera fare una meritata pausa, magari al decimo tentativo contro un boss o un passaggio particolarmente ostico. E se sulle console fisse o handheld è possibile mettere la partita in standby senza problemi, su PC la situazione si complica, soprattutto se — come nel nostro caso — si utilizza il computer anche per call o altre attività lavorative, e ci si ritrova con una finestra di gioco che non vuole saperne di chiudersi o di essere sospesa. Questo può creare disagi e costringe a organizzare con attenzione le sessioni di gioco, limitandone la flessibilità di fruizione.

UNA VALANGA DI LIVELLI, UNA VALANGA DI NEMICI

Nonostante la sua durata tutto sommato contenuta, Ragebound si distingue per la sorprendente varietà di ambientazioni che offre ai giocatori. Non ci sono tantissimi livelli, ma ognuno di essi è caratterizzata da tante sfide ben differenziate . I livelli di Ninja Gaiden: Ragebound vanno ben oltre la semplice variazione di ambientazione. All’interno di ciascun quadro, infatti, sono presenti più location distinte che si differenziano radicalmente sia per aspetto estetico sia per le sfide che propongono al giocatore.

Si passa continuamente da lunghi corridoi dove dovremo ripetere le gesta della Sposa contro gli 88 Folli a momenti che sembrano quasi presi da un platform, sino a sequenze di combattimento aereo dove dovremo saltare da un nemico all’altro (o meglio, sopra di essi). Ci saranno inoltre tantissimi brevi momenti in cui l’azione cambierà radicalmente con quelli che possono quasi essere qualificati come veri e propri minigiochi. I livelli di Ragebound sono costellati di piccole ”variazioni sul tema” della durata di pochi minuti, dal correre sulla motocross di Kumori lungo una metropolitana a scappare da una ruspa guidata da un demone, sino all’incontro con un gigantesco ammasso tentacolare da cui dovremo scappare, ma che al tempo stesso dovremo utilizzare per rimbalzare in assenza di piattaforme, evitando di cadere nel vuoto.

Questa stratificazione permette di vivere un’esperienza dinamica e mai monotona. Ogni cambiamento scenografico porta con sé nuove insidie, come trappole da evitare, nemici con attacchi e movimenti unici o enigmi ambientali da risolvere.

Anche il nutrito bestiario presente in Ninja Gaiden: Ragebound riflette questa cura del dettaglio. Dai nemici veloci e furtivi, magari capaci di sparire tra le ombre o dietro una cascata , alle sentinelle statiche che bombarderanno la nostra posizione con ogni tipo di oggetto esplosivo, infuocato o affilato, fino a robusti avversari corazzati che richiedono l’utilizzo dell’Hypercharge per essere sconfitti agevolmente. In più, la presenza di boss imponenti e ben caratterizzati regala scontri memorabili, ricchi di sfide e pattern unici, perfettamente integrati nel contesto delle ambientazioni in cui si svolgono. Questa varietà continua contribuisce a mantenere alta la tensione e la curiosità del giocatore, spingendolo a rimanere costantemente vigile e ad adattare le proprie strategie. In questo modo, Ragebound offre un’avventura ricca e articolata, in cui l’esplorazione e il combattimento si intrecciano in modo sempre fresco e stimolante.


JUTSU OF THE QUALITY

Se le meccaniche di questo Ninja Gaiden lo rendono un must-have, l’intera componente tecnica non è certamente da meno. Guardando gli screenshot, si nota subito l’elevata qualità artistica del comparto visivo, ma l’ultimo capitolo della saga Tecmo va ben oltre questo aspetto.

Uno dei punti di forza più evidenti di Ragebound è l’eccellente stile dei personaggi, visivamente accattivante e perfettamente in linea con l’atmosfera in stile arcade e anime 90′ del gioco, una svolta e forse un gradino indietro rispetto al folle design sadomaso/religioso dei Blasphemous, ma tutto sommato una scelta comprensibile e adatta al franchise. E oltre al loro design, Kumori e Kenji, così come i nemici, buona parte dei personaggi secondari e degli oggetti in movimento, offrono al giocatore delle animazioni fluide ed eleganti, che conferiscono al gioco personalità e dinamismo. Ogni movimento, dall’attacco più semplice alla caduta più violenta, è realizzato con grande attenzione, garantendo un senso di realismo e immersione. I fondali sono ricchi di dettagli e variano molto tra i livelli, contribuendo a creare ambienti vivi e credibili. Non meno impressionante è la qualità complessiva delle animazioni, degli oggetti e dello stile dei fondali.

Particolare attenzione è stata riservata anche ai piccoli dettagli che arricchiscono l’esperienza di gioco: per esempio, i molteplici modi in cui un nemico può essere menomato o le parti del corpo staccate che rimangono a terra scalciando o muovendosi, donano un tocco di brutalità che aumenta l’impatto visivo e emotivo degli scontri.

Anche a livello sonoro Ragebound si conferma una gioia per tutti i giocatori degni di questo nome Gli effetti sonori dsono di altissimo livello, contribuendo in modo decisivo a immergere il giocatore nell’azione frenetica e precisa del gioco. Dal clangore delle lame che fendono l’aria al rumore corposo degli impatti sui nemici , ogni suono è curato per amplificare la sensazione di potenza e dinamismo durante i combattimenti, senza mai risultare ripetitivo o fastidioso.

La colonna sonora, poi, è un vero capolavoro che mescola sapientemente diversi generi e influenze. I brani si collocano a metà strada tra il metal energico e i classici temi dei videogiochi a 8 e 16 bit, epici e ritmati. Non mancano, inoltre, tocchi di musica tradizionale giapponese, che arricchiscono ulteriormente il soundscape e sottolineano le radici ninja della storia, offrendo un mix originale e coinvolgente che fa da sfondo ideale a ogni battaglia e esplorazione.

Per chiudere, impossibile non applaudire Il sistema di controllo di Ragebound , estremamente preciso e reattivo e capace di restituire una sensazione di grande fluidità e controllo. Ogni azione, dal rapido affondo della katana alle acrobazie aeree, si traduce in un feeling capace di riprodurre perfettamente quell’aura di grazia, eleganza e potenza che dà l’idea stessa di ninjutsu .


Ninja Gaiden: Ragebound, è attualmente disponibile per: PC, Ps5, Xbox Series S /X , Switch e Switch 2, è inoltre un gioco verificato da Valve per Steam Deck.
Ringraziamo Cosmocover per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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Ninja Gaiden: Ragebound (Pc)
In Conclusione:
Ninja Gaiden: Ragebound è un ritorno grintoso e fedele allo spirito della saga, con un gameplay che mette alla prova i riflessi e la precisione del giocatore. Anche se la storia è piuttosto semplice e il fatto di dover completare un livello tutto d’un fiato può essere un po’ frustrante, il gioco si fa perdonare con una pixel art super curata, animazioni fluide e un comparto sonoro che mescola metal e sonorità tradizionali giapponesi in modo davvero azzeccato. Le sfide sono intense, i livelli variegati e l’azione scorre sempre veloce, regalando un’esperienza arcade che ricorda i classici degli anni ’90, ma con qualche tocco moderno. Insomma, se vi piacciono gli action hardcore che non danno respiro, Ragebound è sicuramente un titolo da tenere d’occhio, sopratutto al prezzo competitivo con cui è stato proposto.
Pregi
Gameplay rapido, vario, tecnico e appagante
Controlli precisi e reattivi che donano un ottimo feeling
Atmosfera arcade anni ’90 rivisitata con tocchi moderni
Ambientazioni varie e ben realizzate
Grafica e design in Pixel Art di qualità assoluta
Colonna sonora epica ed originale
Ottimi effetti audio
Animazioni fantastiche
Grafica in Pixel Art di qualità assoluta
Difetti
Trama piuttosto semplice e poco approfondita
Impossibilità di uscire da un livello senza completarlo, limitando la flessibilità di gioco
Limitata profondità strategica al di fuori degli scontri coi boss per le Ragebound Arts
9.5
Voto