Recensione Super Robot Wars Y | Il crossover definitivo

Il genere Mecha è uno dei tipi di anime più apprezzati e famosi in Giappone, dopotutto ha segnato la storia del medium con titoli come Mazinga e Gundam, al punto che ancora oggi l’industria dell’animazione nipponica continua a proporre enormi robottoni capaci di riscuotere un successo non indifferente.
In occidente, invece, resta un genere più di nicchia. Basti pensare che molte serie storiche sono arrivate da noi con anni di ritardo e spesso pesantemente censurate, ed è proprio per questo che una saga di videogiochi come Super Robot Wars, un vero e proprio inno a ciò che i Mecha rappresentano, ha preferito rimanere quasi sempre confinata al mercato giapponese con pochissime eccezioni.

La serie nasce nel 1991 su Game Boy, con un obiettivo tanto semplice quanto diretto: riunire quanti più robottoni possibile e farli combattere tra loro contro i nemici più celebri delle rispettive opere. È una saga che mette il fanservice al primo posto, ma non ha mai rinunciato a mantenere un certo livello di qualità.
Con la crescente popolarità degli anime e un mercato videoludico che guarda ormai alla globalizzazione, è arrivato finalmente anche per noi il momento di mettere le mani su Super Robot Wars Y.
Se il capitolo precedente aveva già fatto capolino in occidente grazie a Steam, questo nuovo episodio segna un passo importante per la saga, che approda per la prima volta su tutte le piattaforme disponibili.

La vera questione, però, è un’altra: ci troviamo davanti al solito prodotto superficiale e poco interessante, oppure questa volta il gameplay è abbastanza profondo da tenere incollati allo schermo anche i giocatori meno avvezzi al genere?
Scopriamolo assieme nella recensione di oggi.


Incipit narrativo

La storia si apre con il compleanno di Echika ma, al contrario di una qualsiasi ragazzina normale, la sua giornata di festa si trasforma ben presto in un incubo.
Ad aspettarla ci sono infatti un ninja ai suoi ordini, che sarà anche il protagonista della vicenda, e una fortezza volante grande quanto un piccolo stato di cui, a quanto pare, è appena diventata reggente. Come se non bastasse, le viene affidato anche un motore capace di produrre energia infinita.

È facile immaginare come una simile tecnologia faccia gola a chiunque, soprattutto dopo che il mondo è appena uscito da una guerra tra colonie spaziali e nativi della Terra. Ritrovatasi improvvisamente al centro delle mire di vari loschi individui, toccherà quindi al nostro ninja e alla giovane Echika cercare di mantenere l’indipendenza di questa neonata nazione volante.
Insomma, la trama gronda stereotipi giapponesi da tutte le parti, e se avete già posato le mani sul gioco non potevate aspettarvi diversamente. Eppure, per quanto semplici, gli intrighi politici sanno risultare sufficientemente interessanti.

La struttura narrativa è episodica, proprio come in un anime: i capitoli principali fanno avanzare la trama, mentre le missioni secondarie si concentrano sui personaggi di contorno o sugli “ospiti”, veri e propri filler che aiutano ad approfondire le singole figure. Non è una storia né particolarmente articolata né molto originale, ma funziona bene come sfondo per quello che è il cuore dell’esperienza, ovvero vedere i protagonisti dei vari anime mecha interagire tra loro e combattere fianco a fianco.

Assistere a un dialogo tra Amuro Ray e Domon Kasshu è un’esperienza unica e rappresenta al meglio ciò che Super Robot Wars offre: un crossover tra franchise famosissimi, presentato in situazioni a volte fuori di testa, quasi come se fosse una fanfiction. Questo elemento costituisce allo stesso tempo un enorme pregio e un piccolo difetto.
Da un lato la scrittura dei personaggi è così curata da sembrare davvero uscita dalle serie originali, dall’altro lato è inevitabile che al giocatore non possano piacere tutti i protagonisti proposti.

Il roster è infatti davvero enorme e, se da una parte ci permette di scoprire nuove serie spesso poco conosciute, dall’altra comporta anche di doversi sorbire personaggi che proprio non incontrano i nostri gusti. Il tutto viene presentato con uno stile da visual novel, caratterizzato da dialoghi lunghi e prolissi: se un episodio punta su figure che non ci interessano, ci ritroveremo facilmente a leggere pagine e pagine di scambi non così avvincenti.

Il consiglio, in questo caso, è piuttosto semplice. Se le serie di riferimento non vi appassionano, saltate pure gli episodi corrispondenti o passate oltre i dialoghi: sono tutti skippabili sin dall’inizio, e non per caso. In questo modo potrete concentrarvi meglio sulle centinaia di ore che vi aspettano insieme ai vostri piloti e ai loro robot.


Gameplay

Super Robot Wars Y è uno strategico a turni in cui possiamo controllare da un minimo di una fino a più di diciotto unità, muovendoci su mappe a griglia con vari tipi di terreno. Ogni unità dispone di attacchi unici e di piloti dotati di abilità particolari.
Nella maggior parte dei casi l’obiettivo è semplicemente eliminare tutti i nemici presenti, anche se non mancano missioni alternative che richiedono, per esempio, di impedire agli avversari di entrare in una determinata area o di concludere lo scontro entro un numero limitato di turni.

Insomma, parliamo di meccaniche classiche del genere, già viste in passato in tanti altri titoli. Ciò che distingue davvero Super Robot Wars è la cura per i dettagli.

Dal Getter Tomahawk ai Fin Funnels

Dopo aver schierato i nostri mecha preferiti in campo il passo successivo è ovviamente farli lottare, ma come fare?
Ogni Unità ha un’area di movimento e attacchi con gittata diversa, contrassegnati rispettivamente da quadrati azzurri e quadrati rossi, una volta fatto il proprio movimento si decide se attaccare o meno.

Quando si entra in combattimento con un robottone nemico, si passa a una schermata bidimensionale in cui si vede un’animazione dell’attacco selezionato e, della risposta del nemico, nel caso sia in grado di effettuarne una. Queste animazioni sono ovviamente dove la maggior parte del budget è andato a finire, sono una vera caramella per gli occhi, ed ognuna di esse riprende passo per passo una scena dell’anime da cui proviene l’unità selezionata.

Si parla di una ricostruzione quasi frame per frame e con effetti particellari di tutto rispetto, per quanto sia comunque tutto bidimensionale, tuttavia si parla ogni volta di decine e decine di secondi di animazione per ogni singolo attacco.
Potrebbe essere un problema, data la ripetitività degli scontri, ma per fortuna Super Robot Wars ha pensato anche a questo, perché non solo potremo velocizzarle o saltarle completamente, ma persino usare un’opzione che ci permette di non far nemmeno iniziare l’animazione dopo l’attacco.

La cosa migliore? Poter scegliere il tutto attraverso una semplice pressione di tasto, in qualsiasi momento.
È chiaro quindi che, per quanto le schermaglie risultino lunghe — a volte si tratta di abbattere più di trenta nemici — il peso del combattimento non si avverte per niente, e possiamo scegliere quando goderci le animazioni dei nostri attacchi preferiti e quando limitarci a vedere due Mecha in formato Chibi scontrarsi testa a testa.

Il nostro pilota preferito nel nostro Mecha preferito.

I piloti in questo gioco non sono un semplice optional, come potrebbero esserlo in un Front Mission, in fondo si tratta comunque dei protagonisti delle vicende, ed infatti ognuno ha abilità particolari che, per quanto si ripetano da personaggio a personaggio, lo rendono importante tanto quanto la macchina che pilota.
Queste abilità infatti si distinguono tra passive, come fare più danni con un tipo di arma o essere un miglior pilota su un determinato terreno, ed abilità attive più interessanti che possono persino capovolgere l’esito di una battaglia, permettendoci di schivare in automatico un attacco nemico o avere persino un turno extra.

Alcuni Mecha, poi, sono controllati da più persone contemporaneamente. Invece di essere una semplice chicca narrativa, questo si traduce nel fatto che le abilità si moltiplicano in modo esponenziale, visto che potremo scegliere liberamente di usarne quante vogliamo per ogni singolo pilota presente.


Non vi basta? Bene, allora tenete conto del fatto che alcuni piloti possono usare diversi tipi di Mecha, e che potremo cambiarli tra una missione e l’altra con estrema facilità, ovviamente tutti con un gameplay diverso l’uno dall’altro, conservando però le abilità già sbloccate per quel determinato personaggio.
Ogni singolo Mech è potenziabile e i personaggi possono aumentare di livello, sbloccando nuove abilità sia passive che attive, arrivando a livelli di profondità che solo uno strategico a turni può raggiungere.

Insomma, è ovvio quindi che i nostri protagonisti non solo hanno un ruolo importante nella trama del titolo, ma anche sul campo di battaglia, ed è una bella soddisfazione veder splendere persino i personaggi secondari di serie poco conosciute.

Navi e compagni

Parliamo un attimo del roster di unità selezionabili: bene, senza giri di parole, è semplicemente immenso.
Si parla di decine e decine dei Mecha più disparati e delle navi da battaglia, tratti da una moltitudine di serie. Tra i nuovi arrivati, e che fanno il loro debutto in Y, troviamo Getter Robot Arc, Godzilla Singular Point e Gundam The Witch from Mercury.

Insomma, una lineup pressoché perfetta che offre un motivo ai giocatori per avvicinarsi al titolo e ai fan degli anime più disparati. Non vengono presentati solo i protagonisti di ogni serie, ma un cast variegato di comprimari che spesso hanno utilità anche nel gameplay.
Se infatti non tutti i personaggi presentati sono piloti di robot, spesso potranno aiutarci dalle retrovie, grazie a degli assist che, sfruttando una risorsa limitata segnata a schermo come una barra in alto a destra, ci danno diversi bonus, come un aumento delle statistiche delle unità.

Ancora una volta, la varietà delle opzioni presentate aiuta ad alleviare una certa ripetitività degli obiettivi delle missioni. Per quanto le meccaniche, infatti, siano ben approfondite e la difficoltà generale delle schermaglie ben bilanciata, è anche vero che, se non siete un minimo coinvolti con questi personaggi, il peso di lotte tanto lunghe si farà sentire a lungo andare.


Comparto artistico e tecnico

Il comparto artistico è, purtroppo, altalenante. Da una parte abbiamo delle animazioni curate nei minimi dettagli durante le battaglie, con sprite impressionanti e movimenti di camera dinamici, dall’altra invece uno stile da visual novel durante i dialoghi di trama che chiamare rigido è un eufemismo.
Nonostante ogni personaggio abbia un paio di espressioni diverse, che usa a seconda del mood generale, risultano comunque cartonati su sfondi semplici, e anche l’HUD è incredibilmente vecchia scuola, contribuendo alla pesantezza generale delle sezioni narrative.

Anche durante i combattimenti, purtroppo, gli sfondi sono uno dei punti deboli, visto che risultano molto semplici e poco animati, per quanto siano comunque un passo avanti se confrontati a vecchi titoli della stessa serie.
Tuttavia, siamo felici di dirvi che la OST invece è semplicemente fantastica. Tra riarrangiamenti di vecchie canzoni tratte dagli anime più disparati e nuove canzoni inedite del gioco, ce n’è davvero per tutti i gusti.

Ogni volta che un’unità entra in combattimento ha ovviamente il proprio tema di battaglia, che potete personalizzare in ogni momento con le canzoni presenti in gioco e non. Infatti, su PC è possibile persino importare i propri file mp3, per poter vedere i propri robot preferiti menarsi sotto il suono delle canzoni dei Duran Duran.
Per quanto riguarda il lato tecnico, non abbiamo riscontrato nessun problema ed anzi siamo stati sorpresi in positivo dai tempi di caricamento, persino su Nintendo Switch base. Insomma, il gioco è ottimizzato davvero bene, forse in parte anche per la sua semplicità grafica.


Ringraziamo Bandai per averci fornito una chiave del loro gioco per realizzare questa recensione.
Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

Super Robot Wars Y (Switch)
In Conclusione...
Insomma, Super Robot Wars Y è un titolo che trasuda passione e dall’animo prettamente giapponese. Non ci sorprendono, infatti, le incredibili vendite che ha avuto su suolo nipponico, proprio per questo, se siete fan anche solo di un paio delle serie presentate, vi sentirete quasi subito a casa. Per rispondere alla domanda posta all’inizio della recensione: sì, il gameplay è solido, tanto da rendere il titolo godibile anche ai soli appassionati di strategici. Tuttavia, è anche vero che un gioco del genere può essere apprezzato davvero solo se si è familiari con le opere che lo compongono. Cosa aspettate allora? Gettatevi in questa avventura con i personaggi che più amate e, chissà, potreste persino affezionarvi a nuove serie che neanche conoscevate.
Pregi
Rooster di Mecha enorme
Ottime animazioni di battaglia
Cast di personaggi formidabile
Meccaniche solide e profonde
Difetti
Trama fin troppo semplice
Comparto artistico poco curato nelle sezioni VN
Dialoghi non sempre interessanti
8.5
Voto