Se mi venisse data una monetina per ogni volta che ho sognato di vivere un’avventura nei panni di una streghetta, abitando nella mia tranquilla casetta in una foresta magica, raccogliendo torte e creando pozioni nel tempo libero, dopo aver giocato WitchSpring R (sviluppato e pubblicato da Kiwiwalks) ne avrei esattamente una.

Per quanto la premessa sembri già invitante di suo, certamente l’esperienza (in tipico stile JRPG) non sarebbe completa senza il susseguirsi di eventi che ci catapulteranno dalla nostra serena quotidianità a situazioni in cui saranno coinvolti poteri divini e si decideranno le sorti del mondo.


TRAMA

La storia di WitchSpring parte con poche pretese, introducendoci ad un mondo crudele in cui i vecchi dèi sono stati soggiogati dagli umani dopo che questi ultimi sono stati in grado di identificare la fonte del potere divino, dando inizio ad una terrificante guerra che ha scosso tutti i regni e portato “Il Papa” al potere.

Questo pontefice avrebbe in seguito ordinato una “caccia alle streghe” su scala globale, per sterminare qualsiasi essere dotato di magia che potesse risultare una minaccia al dominio umano, inclusa la nostra (quasi totalmente) ignara protagonista: Pieberry.

torta WitchSpring R

Abbandonata dai genitori e cresciuta in una foresta solitaria fin dall’infanzia, la nostra streghetta presenta tutte le sfaccettature caratteriali di una bambina che ha vissuto in una bolla, dimostrando grande immaturità, egocentrismo e ignoranza verso tutto ciò che riguarda il mondo esterno.

All’inizio del nostro percorso, la problematica maggiore sarà dover scacciare via dalla foresta alcuni soldati di basso grado mandati in esplorazione nella nostra foresta, recuperare alcuni ingredienti per delle pozioni e svolgere le quotidiane faccende domestiche.

Il vero cambiamento si avrà con l’introduzione di due personaggi importanti: un uccello parlante che, seppure inizialmente riluttante, farà da guida a Pieberry ed un misterioso mercante provvisto di una torta talmente buona da motivare la protagonista ad affrontare un viaggio nel mondo esterno pur di assaggiarne un altro po’ (Lo stesso nome “Pieberry” deriva dalle due cose preferite della protagonista, ovvero le torte e le fragole).

Sebbene l’inizio possa sembrare eccessivamente semplice o basato su motivazioni apparentemente futili, la narrazione comincia a incalzare nelle prime ore di gioco successive all’introduzione, acquisendo un ritmo sostenuto che riesce a tenerci incollati per ore pur di scoprire cosa ci aspetti in seguito.

In tipico stile JRPG, ci ritroveremo infatti ad affrontare una sorta di “escalation” in grado di portarci dallo svolgere semplici faccende domestiche fino all’immischiarci in rivoluzioni, bande di criminali e profezie divine, portandoci ilarmente a chiedere fin dove la protagonista possa arrivare.

Una nota positiva riguarda sicuramente il modo in cui Witchspring gestisce e distribuisce gli eventi di gioco e gli elementi sbloccabili, tenendo sempre a mente la crescita del personaggio e introducendo colpi di scena o nuove meccaniche di gameplay (anche quando ci sembrerà di avere un’idea chiara della trama o di avere già sbloccato tutto quanto) per sorprenderci.

Evitando spoiler, quanto detto in precedenza purtroppo non si applica alla sequenza finale, la quale ci ha dato l’impressione di essere “un po’ frettolosa” per quanto riguarda le questioni rimaste in sospeso tra diversi personaggi, agglomerando in pochi minuti di gioco molteplici situazioni narrativamente importanti che avrebbero meritato più tempo.

Sempre rimanendo lontani da dettagli che potrebbero rovinare l’esperienza a chi ancora non abbia giocato quest’ultimo capitolo di Witchspring, è possibile notare un significativo sviluppo dei personaggi (soprattutto secondari) durante il corso dell’avventura, in grado di rendere questi ultimi interessanti nonostante possano inizialmente apparire come stereotipi dalla personalità quasi totalmente piatta.


GAMEPLAY

Il gameplay di Witchspring R è riassumibile in due principali macrocategorie: il combattimento, nel classico stile a turni tipico del genere e la crescita del personaggio, incentivata da diversi minigames e da gran parte delle meccaniche di gioco principali.

Il combattimento

Il combattimento a turni, seppure sia simile a quello di altri giochi che implementano lo stesso sistema, risulta essere comunque appagante e stimolante grazie alla disposizione strategica dei nemici nelle varie battaglie, richiedendo un uso attento degli incantesimi a disposizione per massimizzare i danni e cercando di includere quanti più nemici nell’area d’effetto delle nostre magie offensive.

In quanto creatura dotata di magia, Pieberry può infatti controllare gli elementi per dare origine a diverse stregonerie, ciascuna caratterizzata dai propri punti di forza e pattern d’attacco come, ad esempio, un’esplosione infuocata per colpire diversi nemici raggruppati o un potente raggio elettrico in grado di annientare una singola colonna di nemici.

Seppure questo elemento aggiunga uno spessore strategico ai combattimenti, ben poche volte il gioco ci ha posto una vera e propria sfida o dato del filo da torcere negli incontri, risultando davvero troppo semplice e portandoci ad alzare il livello di difficoltà da “default” a “difficile” prima di dover effettivamente iniziare a pesare le mosse disponibili e calcolare i turni.

La crescita

A differenza di altri giochi di ruolo dove l’accrescere la propria potenza era visto come un aspetto secondario o semplice conseguenza del proseguimento nella storia principale, in WitchSpring R è quasi l’opposto, incoraggiandoci e incentivandoci a completare diverse attività secondarie per coltivare il nostro potenziale prima di proseguire nella nostra avventura.

I metodi sono numerosi, variando dall’allenamento fisico e mentale (con tanto di minigiochi unici per categoria), alla ricerca di materiali per potenziare ed evolvere il proprio equipaggiamento, fino alla cattura di svariati mostri che, grazie al nostro incantesimo per il controllo mentale, potremo usare come pet durante le battaglie.

Le statistiche, d’altra parte, non sono poi così numerose, suddividendosi solamente in HP, mana, agilità (per stabilire l’ordine dei turni e la probabilità di schivare un colpo), difesa e potere fisico o magico.

Nonostante questa base piuttosto blanda, WitchSpring R offre la possibilità di sperimentare molteplici build incentrate su diversi stili di gioco, come favorire l’utilizzo di spade e sfruttare i punti deboli dei singoli bersagli, piuttosto che optare per degli incantesimi magici.


COMPARTO TECNICO E ARTISTICO

WitchSpring R si presenta al giocatore con uno stile artistico piuttosto semplice, creando un’atmosfera costantemente altalenante tra l’accogliente ed il misterioso. Utilizzando accortamente prospettive ampie per catturare interi paesaggi o inquadrature particolari negli ambienti chiusi, il gioco sfrutta nella miglior maniera possibile le ambientazioni che ha da offrire.

Lo stile dei personaggi è chiaramente ispirato ai “Chibi” giapponesi, presentando una corporatura minuta e sottile in confronto ad una testa più grande del normale, la quale funge da “tela” per rendere più evidenti le emozioni e arricchirle di dettagli altrimenti difficili da esprimere, rimanendo coerenti con lo stile artistico di tutto il resto.

La performance

Grazie a una buona ottimizzazione e bassi requisiti hardware, WitchSpring R riesce a mantenere performance stabili anche con tutte le impostazioni grafiche al massimo, senza subire cali di frame, stutter, crash o bug di alcun tipo, garantendo un’esperienza consistentemente fluida per tutta la durata dell’avventura.

La OST

La soundtrack di WitchSpring R arricchisce l’esperienza con le sue tonalità dinamiche, variando da ritmi rilassanti perfetti per le sezioni di gioco più calme fino a molteplici tracce pensate appositamente per rispecchiare la magnitudine della battaglia che si sta affrontando.

Ovviamente, dato che i combattimenti più contenuti saranno anche i più comuni, capiterà di sentire la traccia dedicata a questi ultimi molto frequentemente e, talvolta, anche più volte di fila in poche decine di secondi, rappresentando l’unico “neo” musicale di questo titolo.


Ringraziamo Kiwiwalks per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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IN CONCLUSIONE:
Witchspring R è un titolo che offre molte soddisfazioni narrative e di gameplay. Ad una storia curata e a dei personaggi ben caratterizzati viene accostato un gameplay che, sebbene sia semplice e rilassante, non risulta mai troppo ripetitivo o noioso. Nonostante un finale decisamente "denso" e l'impossibilità di saltare i dialoghi (anche in NG+), questo titolo rimane comunque un'ottima opzione per chiunque adori il genere JRPG o voglia vivere un'avventura rilassante.
Pregi
Narrazione interessante e talvolta sorprendente
Personaggi principali e secondari ben caratterizzati
Combattimenti rapidi e soddisfacenti
Crescita del personaggio appagante
OST dinamiche di alta qualità
Difetti
Sequenza finale "affrettata"
La difficoltà "Normale" risulta essere in realtà troppo semplice
8.8
Voto