Recensione To a T – Scopriamo la nostra forma perfetta

L’infanzia è uno dei periodi più critici per molti di noi: al clima oppressivo della scuola che ci fa sentire inadatti si aggiungono i bulli, che ci prendono di mira per la nostra debolezza o anche solo per le nostre differenze.
In un’epoca in cui il tema del bullismo è ormai sdoganato e abusato, seppur sia ancora un problema attuale soprattutto all’interno dei social media, troviamo To a T, un titolo dal creatore di Katamari Damacy ed edito da Annapurna che si prefissa l’obiettivo di parlare del tema in modo più giocoso ma pur sempre con un certo tatto. 

Riusciremo a far comprendere al nostro protagonista la sua unicità? Scopriamolo insieme! 


Trama

Come in tutte le opere di Keita Takahashi, la trama è quanto di più assurdo e no-sense ci possa essere, anche se in questo caso presenta delle linee più definite ed una narrazione più comprensibile e lineare.
Interpreteremo un bambino affetto da una particolare condizione fisica, che gli obbliga a mantenere le braccia in una costante “T-Pose”. Ciò gli renderà difficile anche le azioni che noi consideriamo più immediate, come lavarsi la faccia, i denti, mangiare o anche vestirsi. 

Ad aiutarci ci sarà il nostro tenero cagnolino, che ci assisterà anche nelle più semplici mansioni con un sorriso e il suo dolce abbaiare. 
Come tutti i suoi coetanei, anche il nostro protagonista sarà afflitto dai tanti piccoli problemi della vita dei bambini: la scuola lo annoia, i professori non lo motivano e, soprattutto, ogni giorno viene deriso e umiliato dai bulli per la sua condizione.

Tutto questo fino a quando, in un giorno ventoso, un tornado non si scaglia sulla scuola portando con sé un’enorme pala eolica. Michael (così abbiamo chiamato il nostro personaggio), nel tentare di salvare proprio uno dei suoi stessi bulli dall’impatto, scoprirà di essere in grado di volare grazie alle sue particolari braccia.
Questo gli farà cambiare totalmente prospettiva sulla sua vita, facendogli rendere conto di essere, in fondo, speciale. Lo strano evento lo porterà anche a conoscere meglio i suoi bulli, arrivando a fare amicizia e ad intraprendere grandi avventure assieme a loro.

La storia di To a T è senz’altro deliziosa e riesce, in modo molto tenero e alla portata di tutti, a trattare temi importanti come il bullismo e l’inclusività. La massima esplosione creativa dell’opera, però, la vedremo solamente nei capitoli finali, in cui ci saranno alcuni eventi che porteranno la storia del titolo su un altro piano (in tutti i sensi).

Il problema principale che affligge la trama di To a T è il suo ritmo narrativo: i capitoli iniziali saranno molto più lenti e a tratti noiosi rispetto a quelli finali, e rischiano di far perdere l’interesse al giocatore sin dalle prime ore di gioco.
Il titolo si riprende tuttavia sul suo finale, costruendo un crescendo di eventi assurdi che ci faranno acquisire maggiore interesse anche nei confronti di personaggi inizialmente relegati in secondo piano.

Tuttavia, analizzando l’inizio e la fine della storia, ci troveremo senz’altro di fronte ad un problema di direzione. Molti dei temi portanti del gioco vengono totalmente abbandonati con il proseguire della trama, e molti eventi, che a prima vista sembrerebbero essenziali, vengono a poco a poco ignorati.

Un esempio di quest’ultimo fattore è la venuta del tornado che, al di fuori dell’aver fatto riappacificare Michael e i suoi bulli, viene completamente ignorato da ogni personaggio.
Inoltre, la questione dei superpoteri è l’ennesima occasione sprecata, dato che vengono accantonati dopo poco e gli altri personaggi sembrano quasi darli per scontati, finendo per diventare nient’altro che una strana (e, a dire il vero, anche poco pratica) meccanica da usare ogni tanto. 

Il medesimo problema di direzione si vede anche nel target a cui To a T dovrebbe rivolgersi: da un lato presenta dialoghi divertenti ma infantili, che sicuramente farebbero breccia in un bambino, ma non interesserebbero ad un adulto; dall’altro, invece, vediamo un quantitativo di dialoghi a dir poco eccessivo in un titolo indirizzato ad un pubblico di più piccoli. 


Gameplay

Le lacune più grandi del titolo, tuttavia, si manifestano proprio nel suo gameplay, che si presenta spesso come noioso e poco ispirato specialmente nelle fasi iniziali del gioco, e a momenti finisce per scadere anche nel ripetitivo.
In ogni capitolo, che si sviluppa in una singola giornata, accompagneremo il nostro protagonista nella sua quotidianità, prima vestendoci e facendo colazione per poi andare a scuola e seguire le lezioni.

I primi capitoli seguono tutti la medesima struttura senza permettersi di fare particolari cambiamenti, fatta eccezione per quegli avvenimenti particolari che di solito si verificano alla fine di ogni sezione. Questo fa via via cadere l’interesse del giocatore sempre di più, che non si sente motivato a proseguire se non per vedere quelle piccole cose fuori dall’ordinario e tipiche dell’ironia del titolo. 

Un fattore che diminuisce l’altrimenti lampante ripetitività del titolo è la possibilità di saltare alcune delle azioni più noiose, come mangiare o lavarsi tutte le mattine. Questo, se dà un lato ci farà sacrificare l’igiene di Michael, permetterà al titolo di avere una narrazione quantomeno più scorrevole e ci porterà direttamente nel vivo dell’azione.

Il problema delle meccaniche e dei temi accantonati ritorna anche nel gameplay, dove purtroppo non hanno una grande utilità. Una volta sbloccato il tornado e la possibilità di sfruttarlo ovunque vogliamo, non saremo mai davvero invogliati ad usarlo dato che questo sarà spesso e volentieri molto scomodo.
Infatti, escludendo i momenti in cui vorremmo raccogliere monete poste nei piani sopraelevati, ci ritroveremo a preferire la nostra fidata bicicletta per spostarci più velocemente, ben più comoda e utile.

Parlando della valuta in game, invece, questa potrà essere ottenuta esplorando a fondo la città in modo simile a come si farebbe in un Platform 3D. Potremo così ottenere oggetti, perlopiù cosmetici, dai vari negozietti sparsi in giro per la zona, così da personalizzare ancor di più il nostro Michael.

Inoltre, potremo anche utilizzare i soldi guadagnati per partecipare ai minigiochi di Giraffa, uno dei personaggi del gioco, che potremo trovare all’interno dei suoi stand culinari e che ci daranno interessanti premi qualora finiremo in testa alla classifica.
Questi sono senza dubbio un’ottima aggiunta al titolo, rivelandosi piacevoli da giocare e in alcuni casi anche piuttosto impegnativi. 


Comparto artistico e tecnico

Il comparto artistico di To a T riprende quello distintivo degli altri titoli di Keita Takahashi, presentando sempre dei colori vivaci e un mondo composto da definite forme poligonali che si fondono per creare un’estetica simile a quella che si vede nei libri per bambini.
Un’altra parte essenziale del gioco è anche la sua ottima soundtrack, che si sente sia nell’opening e nella ending di ogni capitolo e che danno al titolo quasi la medesima costruzione di un anime, sia nelle bellissime tracce che addolciranno le nostre giornate. 

Gli stessi complimenti non possono essere fatti invece al comparto tecnico, dato che più volte all’interno della nostra partita abbiamo riscontrato dei problemi. Per esempio, nel passaggio fra un capitolo ed un altro e nell’entrare negli edifici, si sono verificati dei freeze che ci hanno costretto a riavviare il gioco e, di conseguenza, il capitolo.


Ringraziamo Annapurna per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

To a T (PC)
In conclusione...
To a T è un titolo delizioso che riesce a veicolare un messaggio importante in modo creativo e con una buona dose di ironia. Tuttavia, non manca di numerosi problemi che affliggono quasi tutte le sue componenti.
Pregi
Trama deliziosa..
I capitoli finali valgono il prezzo
Ottimo il comparto artistico e la soundtrack
Difetti
..ma dalla direzione confusa e irregolare
Gameplay noioso e spesso ripetitivo
Ritmo fin troppo lento
7
Voto