I fan dei giochi RTS (strategia in tempo reale) rappresentano una nicchia piuttosto esigente e attenta ai dettagli quando si tratta di nuovi titoli lanciati sul mercato, specialmente da team di sviluppatori indie.
Ed è proprio a questo pubblico che mirava Tempest Rising, sviluppato da Slipgate Ironworks e pubblicato da 3D Realms, con l’obiettivo di riproporre in chiave moderna la formula che ha appassionato generazioni di giocatori dai tempi della serie Command & Conquer.
DALLA GUERRA FIORISCE LA GUERRA
1962. La crisi dei missili di Cuba precipita in un disastro nucleare senza precedenti. Le esplosioni radono al suolo intere città, mentre le radiazioni diffuse a livello globale rendono quasi impossibile qualsiasi tentativo di ricostruzione civile.
Dopo aver assistito agli effetti di una distruzione sconfinata, i governi mondiali sembravano pronti a stipulare accordi di pace che impedissero per sempre il ripetersi di una simile catastrofe. Ma quella pace durò poco: già pochi anni dopo, dalle spaccature del terreno nelle zone irradiate cominciarono a spuntare misteriosi fiori cremisi in grado di riportare il mondo intero in conflitto.
Grazie alle loro insolite proprietà biochimiche, queste piante denominate “Tempest” mostrarono sin da subito un rendimento energetico straordinario, attirando l’interesse delle maggiori potenze globali, pronte a sfruttarle per ripristinare il proprio dominio e potenziare gli eserciti.
Il mondo si divise ulteriormente, dando vita a due principali fazioni in competizione per il controllo dei territori più ricchi di Tempest: la Global Defence Force (GDF), comprendente le Americhe e l’Europa occidentale, e la Tempest Dynasty, formata dall’Europa orientale e dalle superpotenze asiatiche.
In sostanza, abbiamo particolarmente apprezzato questo contesto narrativo, in quanto il Tempest rappresenta un ottimo elemento di gioco in grado di influenzare gameplay e storia in egual misura, fornendoci una risorsa ben contestualizzata ed implementata.
Tuttavia, non possiamo dire lo stesso della narrazione che lega le missioni, il cui filo conduttore appare debole, dando l’impressione che i nostri interventi siano più dettati dal caso che dalla logica di un’operazione pensata per unità militari d’élite. Molti briefing nella campagna GDF ci hanno infatti dato l’impressione di dovere affrontare la fazione nemica quasi per caso, invece di seguire un piano che potesse farci pensare di stare compiendo veri e propri progressi nella guerra per il Tempest.

Ad ogni modo, abbiamo comunque gradito come gli incarichi assegnatici da diversi paesi del mondo siano riusciti a mostrare con efficacia le devastazioni del conflitto nucleare avvenuto 35 anni prima degli eventi di Tempest Rising, presentando ambientazioni desolate, città in rovina e ecosistemi alterati dalla presenza quasi aliena del Tempest.
UNA FORMULA CONSOLIDATA NEL TEMPO
Il gameplay di Tempest Rising potrebbe essere diviso in due, con una parte rappresentata da una campagna che in realtà funge più come una sorta di lungo tutorial contestualizzato, introducendo nuovi elementi molto gradualmente e incentrando intere missioni sull’utilizzo di specifiche unità o meccaniche di gioco.
Alcune missioni ci vedranno infatti comandare una limitata quantità di unità o singoli specialisti, richiedendoci un approccio molto più furtivo e strategico rispetto a quello che si potrebbe avere in altri livelli, dove l’avere una base ci permetterebbe di produrre rinforzi o utilizzare supporto aereo.

L’obiettivo è chiaramente quello di metterci in situazioni sfavorevoli, fornendoci al contempo tutte le unità ideali per dimostrarci come il giusto approccio ed attento utilizzo delle abilità possa ribaltare situazioni di pieno svantaggio.
Sebbene sulla carta una campagna che funge anche da tutorial progressivo possa sembrare una buona idea per ambientare i giocatori meno esperti, alcuni segmenti si sono rivelati piuttosto lenti e poco coinvolgenti, costringendoci a livelli eccessivamente prolungati solo per padroneggiare meccaniche già comprese in pochi minuti.
L’altra faccia di Tempest Rising, ovvero quella dove ci è sembrato che il gioco riuscisse a dare il massimo, è quella degli scontri PvP o contro la CPU. Senza vincoli di trama, obiettivi secondari o squilibri di partenza, siamo riusciti infatti a goderci appieno la libertà di sperimentare ad armi pari con tutto il kit di ciascuna fazione.

Mentre la GDF si presenta con un approccio più tattico e “raffinato” grazie all’utilizzo di armi interconnesse, marchiatori, droni o laser, la Dynasty predilige invece una strategia più brutale, utilizzando razzi, lanciafiamme e mantenendosi pronta a subire perdite pur di infliggere danni alle linee avversarie. Favorendo un gameplay rapido e aggressivo, quest’ultima ci ha ricordato gli Zerg di Starcraft, sempre pronti a mandare pattuglie per disturbare e punire i tentativi d’espansione incauti da parte dell’altra fazione.
Nonostante le unità di ciascun esercito siano uniche e gli stili di gioco altrettanto differenti, le forze a disposizione di entrambe le fazioni ci sono sembrate piuttosto bilanciate (entro i limiti di un gioco appena rilasciato, ovviamente) e offrono scontri equilibrati anche in mirror match.

Verso la fine della campagna fa la sua comparsa una terza fazione misteriosa, i Veti, che legati profondamente all’elemento Tempest, lo utilizzano per alimentare un’antica tecnologia di potenza inimmaginabile. Purtroppo, almeno in questo primo momento post-lancio, il loro esercito rimane fuori dalla portata dei giocatori.
Gli unici aspetti negativi che abbiamo potuto notare del multiplayer sono la quantità limitata di mappe disponibili, con solo tre opzioni per le partite 2v2, e l’impossibilità di giocare in squadre più grandi o con più di quattro giocatori in totale, elementi che ci auguriamo verranno aggiunti in un futuro aggiornamento.
COMPARTO ARTISTICO E TECNICO
Una delle qualità più evidenti di Tempest Rising è senza dubbio la grafica estremamente dettagliata e realistica, in grado di distinguere questo titolo dalla maggior parte degli altri giochi dello stesso genere.

Sebbene le animazioni nei filmati risultino talvolta rigide e il lip-sync durante i briefing manchi di precisione, le partite offrono momenti di grande impatto visivo specialmente nei momenti in cui gli eserciti si scontrano in mappe ben dettagliate, sfruttando pienamente le potenzialità offerte dalla visuale isometrica con un elevato livello di zoom.
Ad accompagnare le battaglie vi è anche una possente soundtrack metal che non ha paura di esagerare, unendo elementi synth a riff brutali e dimostrandosi in grado di elevare alla massima potenza le battaglie su larga scala che hanno luogo tra le macerie di un mondo in rovina. La colonna sonora presenta temi specifici per le due fazioni, contribuendo ulteriormente alla costruzione della loro identità tramite un’estetica sonora elaborata (offrendo comunque un jukebox nel menu di pausa).
Sfortunatamente, il comparto tecnico non riesce a mantenere il passo di quello artistico, rivelando una serie di difetti che potrebbe rovinare in più di qualche occasione l’esperienza dei giocatori, come abbiamo potuto constatare in prima persona.
Per cominciare, il gioco soffre di crash inspiegabili che possono verificarsi anche durante situazioni di gioco non particolarmente intensive (con un numero piuttosto ristretto di unità ed edifici a schermo), riportandoci occasionalmente alla finestra di Unreal per la segnalazione di crash.

Per quanto riguarda i problemi in Tempest Rising stesso, il pathing delle truppe ha più volte presentato situazioni in cui le unità si incastravano in loop tra gli edifici della base, senza riuscire a raggiungere la destinazione indicata. Si aggiungono inoltre occasionali malfunzionamenti nelle abilità delle unità, come lo specialista medico che, senza motivo apparente, smette di curare la fanteria alleata rendendosi completamente inutile.
Questi casi, per quanto circoscritti e non frequenti, rappresentano solo alcuni esempi di problematiche che possono potenzialmente interferire con lo svolgimento delle partite, causando la perdita di risorse fondamentali e di tempo prezioso, elementi che in un RTS competitivo come questo possono determinare l’esito di un’intera partita.
Ringraziamo 3D Realms per averci fornito le chiavi del gioco per realizzare questo articolo.
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