La tattica commerciale ormai consolidata di PlayStation, che da tempo punta a portare su PC i propri titoli esclusivi, continua a dare risultati concreti, tra grandi successi commerciali e qualche delusione sul fronte delle vendite.
La lista di videogiochi mancanti all’appello si accorcia costantemente e, nonostante molti abbiano ben chiare le proprie priorità in termini di porting, è toccato a Stellar Blade essere accolto dalla crescente schiera di giocatori sulla piattaforma di Steam.

Nato dalla mente creativa e ambiziosa del team coreano di SHIFT UP, Stellar Blade si era già dimostrato una sorpresa non indifferente fin dal debutto: un action-adventure che, pur rimanendo fedele alle sue ispirazioni, riesce a trovare una propria strada e a brillare sotto numerosi aspetti.
Prima di esaminare il lavoro di porting su PC, che vi anticipiamo essere straordinario, torniamo a parlare del gioco per chi non avesse ancora avuto modo di conoscerlo.
Narrazione
Nell’introduzione ci siamo concessi di definire il titolo immerso nelle sue ispirazioni e, in un certo senso, anche derivativo. Una caratteristica che si conferma sin dai primi minuti di gioco, e non è forse un caso se la prima metà risulta essere la meno brillante dell’intera produzione.
Vestiremo i panni di EVE, un’Andro-Eidos della Eve Defence Force, inviata sul campo di battaglia terrestre per affrontare la misteriosa minaccia dei Naytiba, creature mostruose di origine sconosciuta. Sopravvissuta a un atterraggio di fortuna, EVE verrà salvata dalla sua superiore Tachy, che sarà però subito uccisa da un avversario anomalo.
Sconfitta e senza speranze, la sua vita dipenderà dall’intervento di Adam, un sopravvissuto che si offrirà di condurla a Xion, l’ultima città “umana” rimasta sulla Terra.
Da qui in avanti, la trama procede piuttosto lentamente, per poi accelerare nelle ultime tre o quattro ore, in un crescendo di colpi di scena e svolte narrative.

Sfortunatamente, abbiamo trovato la trama di Stellar Blade leggermente sottotono da un punto di vista emotivo, nonostante tenti più volte di coinvolgere il giocatore attraverso risvolti drammatici.
Il problema non risiede nel mondo di gioco né nella sua lore, che risulta già interessante e piuttosto approfondita, ma nel modo in cui la maggior parte dei personaggi principali si presenta e rimane ancorata a una mancanza di evoluzione o di vero approfondimento caratteriale.
Un esempio lampante è proprio Tachy, proposta come figura emotivamente rilevante nel corso del gioco, ma di fatto priva di peso narrativo per il giocatore, che di lei conosce ben poco.
Al netto di queste considerazioni, Stellar Blade presenta comunque alcuni personaggi sorprendentemente interessanti, e certe trovate in termini di world building riescono a lasciare un impatto ben oltre la semplice componente estetica. La stessa EVE riesce ad andare oltre la barriera emotiva narrativa dell’essere un androide, dimostrandosi in realtà capace di mostrare le medesime emozioni degli esseri umani che la sua specie dovrebbe rimpiazzare.
Il gameplay
l gameplay di Stellar Blade risulta rapido e divertente, portando il giocatore a confrontarsi con un sistema di combattimento hack and slash fortemente orientato verso la parata e la schivata.
Le meccaniche secondarie, almeno sulla carta, sono numerose, ma non sfociano mai in un sistema eccessivamente complicato, anzi.
Il combattimento e le abilità
Le combinazioni di tasti sono davvero poche e semplici da imparare, così come le abilità speciali e i menu extra dedicati agli strumenti e all’arma a distanza.
Al netto di questa semplicità meccanica, il titolo non è affatto definibile facile secondo degli standard universali, sicché si farà un grande affidamento ai nostri tempi di reazione e alla capacità di parare non uno, ma una molteplicità di colpi avversari prima di ottenere una finestra di reposte.

Vien da sé che, con un sistema simile, sarebbe oltremodo necessario realizzare dei nemici con pattern d’attacco standardizzati e ripetitivi, ma soprattutto puliti e comprensibili, e dobbiamo ammettere che nella maggior parte dei casi è così… ma non sempre.
Il titolo può infatti diventare frustrante, specialmente nelle sezioni aperte o durante le bossfight più spettacolari da un punto di vista scenico (e quindi piene di effetti particellari e attacchi ad area).
Sorvolate queste piccolezze, il feeling di combattimento è assolutamente brillante, e le battaglie sono caratterizzate quasi sempre da una coreografia e una cinematografia che le rende spettacolari da vedere e da giocare.

Un ulteriore aspetto che tuttavia definiremmo negativo risiede nel modo in cui è stato pensato l’albero delle abilità: piuttosto scarno, poco incisivo e, soprattutto, annullato nella sua validità da una progressione che risulta troppo veloce e priva di veri turning point per il nostro gameplay.
Sembra quasi che l’intera evoluzione del personaggio sia stata completamente delegata a eventi di trama predefiniti, e che questo sistema esista più come un’occasione per incrementare statisticamente gli effetti delle nostre azioni che come un reale strumento di personalizzazione.
Game design e secondarie

Nel plasmare l’avanzamento della narrazione, Stellar Blade propone una struttura che alterna molti livelli lineari ad alcune (pochissime) aree open map ricche di segreti e missioni secondarie da completare.
Queste ultime, tolte poche eccezioni, richiederanno semplicemente di spostarsi da un punto A a un punto B, diventando presto ripetitive e noiose, al netto dell’esplorazione retroattiva delle vecchie ambientazioni.
Fortunatamente, però, queste escursioni non mancano di ricompensare i giocatori più pazienti, e un level design generalmente non brillante e caratterizzato da tempi morti viene messo in secondo piano dal puro divertimento derivato dalle solide basi action del gioco.
In alcuni frangenti potremo anche apprezzare una versione classica del platform tipico delle produzioni tripla A a cui Sony ci ha abituati, scandite da alcuni semplici enigmi ambientali in cui spostare scatoloni e sbloccare terminali.
Comparto artistico
Detto in soldoni, tutto ciò che riguarda il comparto estetico di Stellar Blade è senza dubbio riuscito, seppur, ancora una volta, ci siamo ritrovati ad apprezzarlo molto di più nelle fasi conclusive dell’avventura.

Le megastrutture futuristiche, il body horror di alcuni particolari nemici e l’impatto scenico di alcuni momenti del mondo di gioco sono alcune facce di un diamante che si rivela gradualmente, non appena il gioco decide di mettere da parte le distese sabbiose e le rovine fatiscenti della classica civiltà post-apocalittica, ormai sfruttata fino all’osso dagli altri media.
Come ci si sarebbe aspettato, una cura maniacale al dettaglio è stata dedicata a vari aspetti della personalizzazione di EVE, a partire dai numerosi costumi che potremo collezionare durante l’esplorazione.
Ancora meglio, le animazioni di attacchi, pose e delle cutscene scriptate dimostrano un’attenzione tale da eguagliare le produzioni più blasonate sul mercato.
Nota positiva anche per i menu, semplici da comprendere e facilissimi da navigare in ogni situazione, grazie anche alle tantissime opzioni di personalizzazione dell’interfaccia.
Infine, vorremmo spendere qualche parola anche sulla soundtrack del leggendario Keiichi Okabe, di ritorno dall’altrettanto importante saga di Nier. Possiamo dire con certezza che anche in questo caso il maestro non accenna a deludere, anche se molte delle tracce appaiono piuttosto derivative dal brand a cui si ispira, la cui colonna sonora rimane di gran lunga più riconoscibile:
E la versione PC?
La sorpresa più grande nell’analizzare per la prima volta un prodotto che sapevamo già valido si è manifestata nell’incredibile lavoro di porting che ne ha caratterizzato lo sviluppo: senza troppe difficoltà, si tratta del miglior porting Sony mai approdato sul mercato PC.

Certo, non è un titolo con una quantità fuori di testa di opzioni grafiche come lo era The Last of Us, ma è allo stesso tempo quello che gira meglio e senza problemi di alcun tipo sin dal day one.
Con una RTX 4070, un i7 di tredicesima generazione e 32 GB di RAM, il framerate si è mantenuto stabile fra i 130 e i 160 FPS in 2K, dettagli massimi e DLSS impostato su qualità.
Questi risultati sono stati ottenuti senza dover ricorrere neppure al Frame Generation (fino a x4 su RTX 50), che ci avrebbe facilmente proiettati verso un framerate ancora più alto.

Il titolo occupa una discreta quantità di VRAM, per cui chi volesse utilizzare le texture a risoluzione superiore deve disporre di almeno 12 GB di memoria video, e anche rispettando queste specifiche potrebbe riscontrare qualche problema in alcuni frangenti specifici del gioco.
Un peccato, considerando che queste texture rappresentano l’unico vero miglioramento grafico rispetto alla versione PS5, che comunque si difende benissimo al confronto con altri titoli ad alto budget.
La versione PC di Stellar Blade non solo include tutti i miglioramenti qualitativi ottenuti dalla versione PlayStation nel corso degli aggiornamenti, ma aggiunge anche alcune novità ad hoc, tra vestiti inediti e bossfight.
Insomma, se non avete ancora avuto modo di provare questo titolo prima d’ora, non c’è mai stata un’occasione migliore!
Ringraziamo Sony per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.