Due mesi fa abbiamo avuto il nostro primo assaggio di Sonic Racing CrossWorlds alla Gamescom 2025, rimanendo subito colpiti da quello stile adrenalinico e caotico che non poteva che sposarsi alla perfezione con la natura del riccio blu più veloce del mondo.
Qualche settimana dopo, grazie alla open beta, abbiamo potuto trascorrere molte più ore in pista, testando a fondo il gioco e divertendoci online insieme ad amici e avversari da ogni parte del globo.

Ai tempi vi avevamo raccontato come questo titolo ci fosse sembrato il perfetto rivale di Mario Kart, dimostrandosi una vera alternativa capace di portare una ventata d’aria fresca al genere, e possiamo già anticiparvi che la nostra opinione a riguardo non è affatto cambiata!
Ora è finalmente arrivato il momento di mettere le mani sulla versione completa del nuovo racing game di SEGA; allacciate quindi le cinture e preparatevi ad entrare in pista con noi per scoprire se Sonic Racing CrossWorlds è davvero la sorpresa che tutti stavamo aspettando!

Un’esplosione adrenalinica
Per chi non conoscesse la storia della serie, la fusione tra Sonic e il racing arcade non è affatto una novità e nel corso degli anni abbiamo visto SEGA sperimentare più volte con risultati altalenanti e altri più interessanti, fino ad arrivare a quella che oggi sembra esserne la versione più completa e ambiziosa.
Inutile nascondere che, fin dall’inizio, la serie ha preso ispirazione dalla più celebre controparte di casa Nintendo, e queste influenze si sentono ancora oggi in Sonic Racing CrossWorlds.
Le somiglianze sono infatti numerose: dal gameplay, più vicino a un party game che a una pura esperienza di corsa, fino agli strumenti utilizzabili durante le gare con utilità molto simili a quanto possiamo trovare su Mario Kart. Anche le meccaniche di boost, ottenute tramite derapate o partenze perfette, richiamano chiaramente quelle del franchise Nintendo, creando in parte un gameplay in cui persino le stesse strategie di gioco si sono rivelate sorprendentemente efficaci.

Ciò significa forse che ci troviamo davanti a una serie derivativa, destinata a vivere all’ombra del suo gemello più famoso? Magari in passato sarebbe stato così, è vero, ma questa volta SEGA sembra voler dimostrare che non solo la grande N ha tutte le carte in regola per realizzare un racing arcade degno del suo nome.
Sonic Racing CrossWorlds non prende solo ispirazione ma costruisce su quelle basi una propria identità, capace di distinguersi e offrire un’esperienza sorprendentemente diversa.
Tanto per cominciare, la differenza più evidente si nota subito nella velocità, da sempre marchio di fabbrica del porcospino blu, che anche questa volta si pone come il maggiore punto di forza con tracciati studiati per ospitare corse adrenaliniche e frenetiche spesso al limite del leggibile (soprattutto alle difficoltà più alte).
Curve serrate, piste ricche di scorciatoie da scoprire e diversi tipi di terreno contribuiscono a rendere ogni gara diversa dalla precedente, e non mancano poi collezionabili nascosti che aumentano notevolmente la ripetibilità, in perfetta tradizione Sonic.

Nonostante il ritmo caotico e l’azione sempre al massimo, tutto resta sorprendentemente chiaro in quasi ogni situazione. Gli strumenti a disposizione, che spaziano dai classici oggetti d’attacco e difesa fino a quelli di velocità, risultano intuitivi e immediati in modo da rendere la curva di apprendimento piuttosto lineare e appagante.
Sonic Racing CrossWorlds riesce così a trovare un equilibrio perfetto che non tiene mai troppo per mano il giocatore, ma allo stesso tempo fornisce indicatori e suggerimenti che permettono di padroneggiare rapidamente le meccaniche senza rinunciare al gusto della scoperta.
L’imprevedibile multiverso della velocità
In questo massacro ad alta velocità dove il tutti contro tutti diventa la scusa perfetta per lanciarsi strumenti di distruzione come se non ci fosse un domani (forse un po’ esagerato, ma abbiamo reso l’idea), una delle meccaniche più sorprendenti è quella degli anelli dimensionali.
Questi speciali portali sono infatti in grado di modificare completamente la pista nel bel mezzo della gara, trasformando ogni corsa in un’esperienza imprevedibile.
In totale sono 15 le varianti di tracciato, alcune pensate per acrobazie aeree mozzafiato e altre per farci saltellare su corsi d’acqua o affrontare sezioni completamente nuove.

Il bello (e il brutto) è che qualsiasi cosa può succedere: ci è capitato più volte di dominare la gara per poi finire catapultati in un nuovo ambiente mai visto prima dove siamo stati superati da chiunque nel giro di pochi secondi; e può accadere anche l’opposto, trasportandoci in un tracciato perfettamente in sintonia con il nostro stile di guida in cui ottenere un vantaggio cruciale da difendere con i denti fino al traguardo.
Anche l’ultima pista di ogni Gran Premio introduce una dinamica simile, proponendo tre giri che attraversano tutte le piste precedenti in una sorta di prova finale. Una gara “remix” in cui possiamo mettere in pratica tutto ciò che abbiamo imparato e che, se riusciremo ad arrivare al primo posto, garantisce punti extra in grado di ribaltare completamente la classifica.
Il sistema dei Rivali
Durante la nostra esperienza, abbiamo constatato più di una volta che una delle sfide più complesse per chi sviluppa un racing game è senza dubbio il bilanciamento della difficoltà. Ogni giocatore ha infatti il proprio livello di abilità e trovare un equilibrio che sappia offrire una sfida appagante senza risultare frustrante è tutt’altro che semplice, con il risultato che si finisce spesso per essere troppo permissivi o eccessivamente punitivi.
A questo proposito, Sonic Racing CrossWorlds riesce a gestire perfettamente tale aspetto grazie all’introduzione dei Rivali, piloti scelti casualmente che ci sfideranno in ogni Gran Premio e che rappresentano gli avversari più agguerriti di tutta la corsa.
Si tratta comunque di una meccanica già vista in altri racing arcade che però qui trova una declinazione sorprendentemente ben calibrata: sarà infatti possibile regolare manualmente il livello di abilità del proprio rivale, e il gioco stesso ci propone di aumentare progressivamente la difficoltà man mano che miglioriamo così da mantenere sempre stimolante l’esperienza.

Il vero colpo di genio, a nostro parere, è stata tuttavia la scelta di introdurre delle linee di dialogo tra il nostro personaggio e lo sfidante presenti prima, durante e dopo ogni gara, rendendo l’esperienza più immersiva e trasformando ogni sfida in una vera e propria rivalità personale che coinvolge direttamente il giocatore.
Lo scambio di battute iniziale ci ha letteralmente portato ad uno stato di dipendenza al punto da voler scoprire tutte le possibili combinazioni di dialogo, che siamo certi faranno la felicità dei fan più accaniti del franchise, e sentirsi insultare da Eggman nel bel mezzo di una gara semplicemente non ha prezzo.
Arrivare primi passa così quasi in secondo piano rispetto al puro gusto di battere (e in certi casi umiliare) il proprio rivale, dando vita a un gameplay estremamente coinvolgente anche offline che invoglia costantemente a superare i propri limiti.
La decisione di legare lo sblocco di un’intera modalità alla vittoria contro ogni personaggio aumenta poi in modo considerevole la rigiocabilità, portando Sonic Racing CrossWorlds a toccare livelli di profondità e longevità mai raggiunte prima nella serie.

Personalizzazione senza limiti
Tutti questi elementi, per quanto a nostro parere estremamente validi, potrebbero tuttavia non bastare da soli a convincere chi non è già appassionato dell’universo di Sonic o non conosce affatto i suoi personaggi più iconici (e non).
Per questo motivo, SEGA ha deciso di puntare su un aspetto capace di conquistare anche il pubblico più casual con un sistema di personalizzazione enorme, probabilmente il più ricco mai visto in un racing game di questo tipo.
Partendo dalla stessa scelta del personaggio che non si limita ai classici protagonisti o antagonisti della saga, ma include anche figure di nicchia pensate per soddisfare sia i fan di lunga data che i nuovi arrivati, con la possibilità di sbloccare persino costumi alternativi.
Ma la vera sorpresa arriva senza ombra di dubbio con l’introduzione dei portali interdimensionali precedentemente discussi, che hanno permesso a SEGA di spalancare le porte del multiverso e arricchire il roster con ospiti assolutamente inaspettati. Oltre ai volti familiari del mondo di Sonic, potremo infatti correre nei panni di Ichiban della serie Yakuza, Joker di Persona 5, Hatsune Miku, SpongeBob, Mega Man e molti altri ancora con nuovi crossover già annunciati per il futuro!

È vero che molti di questi saranno disponibili solo tramite Season Pass a pagamento ma, per chi vorrà investire qualcosa in più, l’idea di sfrecciare sulla pista con simili icone videoludiche è irresistibilmente divertente.
Tuttavia, finora abbiamo discusso solo della punta di un enorme iceberg che di certo non finisce qui e si estende infatti anche alle prestazioni dei veicoli, personalizzabili in base a cinque parametri principali (velocità, accelerazione, potenza, stabilità e turbo) in modo da trovare il perfetto equilibrio tra controllo e aggressività in pista.
Come se non bastasse, Sonic Racing CrossWorlds offre anche la possibilità di creare da zero il proprio veicolo personalizzato, combinando liberamente le varie parti per ottenere la build perfetta in base al proprio stile di guida (spesso studiata in coppia con un personaggio specifico), potendo tra le altre cose modificarne anche i colori.
A tal riguardo, un aspetto che ci ha colpiti in modo particolare è quanto si percepisca concretamente la differenza tra le varie statistiche: puntare tutto sulla velocità permette di sfrecciare veloci come il vento, mentre privilegiare la potenza trasforma letteralmente il proprio veicolo in un carro armato capace di travolgere chiunque osi intralciare la nostra strada.

Già così le possibilità sembrano infinite, ma progredendo nel gioco si sbloccano anche numerosi gadget acquistabili e installabili su slot dedicati che aumenteranno man mano che gareggeremo nelle varie piste.
Questi modificatori permettono di personalizzare radicalmente la propria build, scegliendo ad esempio di iniziare la gara con uno strumento specifico, migliorare l’efficacia del turbo o eseguire più acrobazie in volo. Le combinazioni sono talmente tante che difficilmente due impostazioni risulteranno identiche, donando al gioco un grado di longevità e varietà ancora maggiore che molti altri titoli simili faticano a raggiungere.
Naturalmente non tutte le build funzionano su ogni tracciato, e sarà quindi necessario adattarsi di volta in volta per affrontare le diverse tipologie di terreno e ostacoli, incoraggiando la sperimentazione continua e premiando la creatività del giocatore.
Il risultato è un gameplay che, nonostante la sua semplicità, riesce comunque a essere sempre stimolante anche per i giocatori meno esperti, che grazie a questa flessibilità possono ambire alle prime posizioni puntando più sull’ingegno e sulle scelte tattiche che sulla pura abilità di guida.

Un aspetto in cui Sonic Racing CrossWorlds mostra invece diversi limiti è purtroppo nella varietà degli stage che, per quanto dinamici e visivamente spettacolari, finiscono per diventare un po’ ripetitivi nel lungo periodo.
Con otto Gran Premi (escludendo quelli DLC) dei quali la quarta pista, come già accennato, funge da remix dei tracciati precedenti, ci ritroviamo di fronte a un totale di soltanto 24 piste. Nemmeno gli spazi interdimensionali precedentemente citati riescono da soli a spezzare la sensazione di monotonia che, purtroppo, tende a emergere dopo alcune ore di gioco.
Le gare durano appena pochi minuti ciascuna, e soprattutto online capita spesso di ritrovarsi a percorrere gli stessi tracciati più volte di seguito.
È un vero peccato soprattutto considerando quanto ogni pista trasuda amore e cura per l’universo di Sonic, riprendendo fedelmente alcune delle zone più iconiche dei giochi classici e moderni. Proprio per questo avremmo voluto vederne molte di più, così da dare maggiore respiro a un’esperienza che, per quanto solidissima nelle meccaniche, rischia di stancare i giocatori più assidui troppo presto.

Rallentato dai problemi tecnici
Ci duole purtroppo concludere quella che, a tutti gli effetti, è stata una vera e propria lode a un titolo che per noi rappresenta uno dei nuovi punti di riferimento del racing arcade, con una nota negativa tutt’altro che trascurabile.
In realtà, non si tratta tanto di un problema del gioco in sé quanto della sua versione per Nintendo Switch che abbiamo testato e che, senza troppi giri di parole, possiamo definire la peggiore tra quelle disponibili.
Era dopotutto prevedibile che la console ibrida di Nintendo non potesse reggere il confronto con le piattaforme più moderne, e la mancanza di un’edizione dedicata alla Nintendo Switch 2 si fa davvero sentire.
A livello grafico il gioco appare visibilmente sgranato, incapace di rendere giustizia alle meravigliose ambientazioni e all’ottimo lavoro artistico compiuto dal team di sviluppo, quasi come se stessimo giocando senza aver messo gli occhiali, per intenderci.

Ciò appare particolarmente evidente negli sfondi, nel fastidioso pop-up di elementi a schermo, nei modelli dei personaggi e nell’illuminazione delle piste, e basta un rapido confronto video per accorgersi delle differenze nette con le versioni di altre console.
Fortunatamente, però, il titolo resta perfettamente giocabile e il framerate, bloccato a 30FPS, si mantiene quasi sempre stabile e fluido, tanto che la perdita di definizione diventa percepibile soltanto nelle scene più statiche risultando invece poco notabile durante l’azione frenetica delle gare.
Almeno il fronte sonoro rimane sempre un’assoluta garanzia per il porcospino blu anche su Sonic Racing CrossWorlds, presentando una colonna sonora che regala tracce e remix estremamente memorabili, tanto che ci è capitato più di una volta di rigiocare interi tracciati solo per il piacere di riascoltare la musica di sottofondo.
Allo stesso modo, impossibile non apprezzare l’ottimo lavoro svolto sul doppiaggio italiano, che segna il ritorno delle voci storiche dei nostri beniamini.

Discorso diverso, invece, per i personaggi crossover che purtroppo non dispongono di linee di dialogo proprie, così come accade anche per figure mute come Metal Sonic, portando a interazioni silenziose e a tratti disagianti durante le sfide contro i rivali.
Paradossalmente, tuttavia, in certi casi il silenzio è persino preferibile dato che alcune battute vengono ripetute all’infinito durante le corse, rendendo determinati personaggi talmente rumorosi da averci spinto addirittura a giocare senza audio.
Dobbiamo infine segnalare la presenza di diversi bug e problemi di collisione che in più di un’occasione ci hanno teletrasportato all’interno del terreno o bloccato contro i muri, impedendoci di proseguire e costandoci la vittoria in alcune gare.
Problemi che con ogni probabilità verranno risolti tramite aggiornamenti futuri, ma che al momento macchiano un po’ la pulizia generale del titolo lasciando la sensazione di un lavoro tecnico non all’altezza del resto della produzione.
Ringraziamo SEGA e Cosmocover per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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