Recensione Soma per Nintendo Switch – Il capolavoro horror in versione portatile

Quasi due anni fa vi abbiamo parlato, su queste pagine, di un piccolo indie horror firmato Frictional Games, che nascondeva un’esperienza con una profondità impareggiabile, riuscendo a tenerci svegli la notte non solo con i jumpscare ma soprattutto con i numerosi interrogativi esistenziali che ogni sessione di gioco riusciva a far emergere.
Il titolo in questione è SOMA, un’opera unica che mescola il terrore visivo di una civiltà sull’orlo dell’estinzione e confinata negli abissi oceanici, con una struttura da walking simulator ricchissima di narrativa e misteri da scoprire.

Un viaggio intimo e disturbante nell’animo umano, che non abbiamo potuto che consigliare caldamente con uno dei voti più alti mai assegnati sul nostro sito, consci di aver messo mano su un’esperienza unica e difficile da dimenticare.
Ora, a distanza di ben dieci anni dall’uscita originale su Steam, questa perla nascosta fa finalmente il suo debutto su Nintendo Switch, aprendo le porte a un nuovo pubblico e dando una seconda chance a un titolo spesso sottovalutato e poco conosciuto.

La decisione di pubblicarlo in esclusiva sulla console Nintendo proprio sul finire del suo ciclo vitale, mentre i riflettori iniziano già a spostarsi verso la Nintendo Switch 2 (la cui recensione potete trovarla qui!), è quantomeno curiosa, soprattutto in assenza di upgrade tecnici o versioni cross-gen.
Vale ancora la pena affrontare questo viaggio nel 2025, e soprattutto su Switch? Questa nuova versione riesce a restituire la stessa intensità dell’originale? Per scoprirlo, non vi resta che proseguire con la nostra recensione di SOMA su Nintendo Switch!


Un viaggio tra i fondali della mente

Anche su Nintendo Switch, la base dell’esperienza offerta da SOMA resta intatta: trama e gameplay sono riproposti fedelmente senza alcuna modifica, il che era immaginabile trattandosi comunque di un port 1:1 della versione PC esattamente come abbiamo già visto per le altre console.
Dato che ne abbiamo già parlato in modo approfondito nella nostra precedente recensione (che vi invitiamo a recuperare al seguente link), in questa sede non ci concentreremo troppo sugli aspetti già discussi del gioco.

Ma per chi invece avesse bisogno di una rapida rinfrescata, SOMA è un’avventura horror in prima persona ambientata in una base sottomarina, dovendo esplorare ambienti desolati e inquietanti nel tentativo di capire come ci siamo ritrovati lì e cosa sia successo al resto dell’umanità.
Si tratta di un’esperienza in cui l’atmosfera gioca un ruolo centrale, con dei paesaggi subacquei ispirati in parte alla leggendaria Rapture di BioShock che ci proiettano in un mondo opprimente e decadente, con però una venatura decisamente più futuristica e distopica.

Soma per Nintendo Switch

Sebbene non manchino creature ostili che pattugliano le mappe e che ci attaccheranno se ci avviciniamo troppo, il fulcro centrale del gioco resta la sua componente psicologica, con una narrazione capace di farci riflettere a ogni dialogo, a ogni registrazione audio e a ogni dettaglio ambientale.
Ovviamente non entreremo nel merito della trama per evitare qualsiasi spoiler, ma chi ha già avuto modo di completarlo sa bene che ci troviamo davanti a una storia sorprendente, costruita con attenzione e culminante in un finale fuori dagli schemi che difficilmente si dimentica.


Sotto la superficie

Ma come si comporta SOMA su Nintendo Switch? A dire il vero, non troppo bene.
Fin dai primi minuti è evidente come la console fatichi nella maggior parte degli spazzi e delle mappe del gioco, con diversi punti oscurati da un nero opaco che tenta di simulare una scarsa illuminazione, nascondendo in realtà ciò che la macchina semplicemente non riesce a renderizzare. Un trucco poco convincente, che perde immediatamente efficacia non appena ci avviciniamo e notiamo subito che quell’oscurità non era realmente parte dell’ambiente.

Il problema diventa ancor più evidente quando, specie negli spazi chiusi, la scena viene coperta da una fitta coltre di nebbia grigiastra completamente estranea all’estetica del gioco, che rompe l’immersività e fa sembrare alcuni momenti meno autentici di quanto siano.
Così facendo, inoltre, la distanza visiva è talmente limitata da impedirci di scorgere le minacciose creature robotiche fino a quando non ce le ritroviamo praticamente sotto il naso e, se da un lato questo contribuisce a qualche spavento inaspettato, dall’altro rischia di rendere l’esperienza più frustrante che inquietante.

Fortunatamente, questi problemi non affliggono tutte le aree e restano perlopiù circoscritti a determinate zone, ma quando si manifestano è difficile non chiedersi se non sarebbe stato più sensato sviluppare direttamente una versione per Nintendo Switch 2, che avrebbe di certo potuto garantire un’esperienza con meno compromessi per un titolo del 2015.
Va detto, tuttavia, che la fluidità generale dell’esperienza ne ha guadagnato: SOMA gira stabilmente a 30FPS senza cali evidenti anche nei momenti più intensi o durante i caricamenti, un risultato sorprendente considerando che persino alcune configurazioni PC non garantivano la stessa costanza.

Al contrario, a risentirne è sicuramente la risoluzione che si presenta limitata soprattutto in modalità portatile, peggiorando ulteriormente la visibilità in ambienti già di per sé poco illuminati e rendendo il tutto visivamente più confuso, creando un ambiente di gioco dove orientarsi è spesso più difficile del previsto.
Sul fronte dei comandi, invece, il sistema di controllo risulta reattivo e ben mappato, anche se la mancanza della precisione offerta da mouse e tastiera si fa sentire, nonostante vale la pena ricordare comunque che, trattandosi di un’esperienza più narrativa che action, l’impatto sul gameplay è decisamente contenuto.

Inoltre, è un peccato constatare come alcuni difetti del gioco base, come piccoli bug grafici o sporadici errori di traduzione, non siano stati minimamente corretti. Si tratta, è vero, di imperfezioni marginali che non compromettono l’esperienza nel suo insieme, ma dopo oltre dieci anni dalla pubblicazione originale sarebbe stato lecito aspettarsi qualche ritocco anche minimo.


Ringraziamo Abylight per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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SOMA (NINTENDO SWITCH)
IN CONCLUSIONE
SOMA rimane, oggi come al momento della sua uscita, un’opera magnifica che si pone come l’esempio da seguire in termini di narrazione orrorifica, e chi non ha ancora avuto l’occasione di giocarlo dovrebbe assolutamente rimediare. Purtroppo, la versione per Nintendo Switch è ben lontana dall’essere la miglior porta d’accesso al titolo, dato che una risoluzione limitata e una nebbia che spezza l’atmosfera contribuiscono a rendere questa edizione non la prima scelta da consigliare. Tuttavia, le ottime prestazioni senza cali di framerate e la comodità di poterlo giocare in portatile ovunque si voglia rappresentano due motivi validi per considerarla un’opzione accettabile, almeno per chi non ha alternative.
Pregi
SOMA è ancora oggi quel capolavoro narrativo intenso e indimenticabile
Privo di alcun calo di prestazioni
Difetti
La presenza di nebbia nelle varie mappe compromette pesantemente l’immersione
Bug e imprecisioni di traduzione ancora presenti dopo oltre 10 anni
8
Voto