Ricordiamo ancora perfettamente quando, ancora piccini, stringevamo per la prima volta tra le mani un GameBoy Advance, ignari di quanto ce ne saremmo innamorati e di quanti pomeriggi estivi avremmo passato davanti al suo piccolo schermo.
Fu allora che nacque un tacito patto con Nintendo, che negli anni a venire continuò a crescerci con avventure dopo avventure, IP dopo IP, guidandoci pian piano attraverso tutto ciò che il mondo videoludico avesse da offrire e formando quelli che sono poi diventati i nostri attuali gusti.
Con ogni nuova uscita, che fosse l’iconico Nintendo DS, la rivoluzionaria Wii, l’indimenticabile 3DS o perfino la tanto famigerata Wii U, ci siamo sempre fatti trovare pronti, curiosi di scoprire quale nuovo viaggio ci avrebbe attesi.
Infine siamo cresciuti, ma la nostra passione non si è mai esaurita; e l’arrivo della Nintendo Switch ne fu senza dubbio la prova: una console che potremmo definire funzionalmente perfetta, capace di offrirci ore e ore di divertimento sia in solitaria che in compagnia, con titoli di ogni genere e con la possibilità di portarla in ogni dove.

Il tempo passa inesorabile per tutti, ma noi siamo ancora qui, e ancora oggi l’annuncio di una nuova console Nintendo riesce a farci brillare gli occhi come allora. Questa volta è il turno della Nintendo Switch 2, l’evoluzione naturale di quella stessa ibrida che ci ha accompagnato per un’intera generazione videoludica.
Con un’eredità tanto imponente sulle spalle, la domanda è però inevitabile: riuscirà la nuova arrivata a essere all’altezza del nome che porta, e magari persino a superare le nostre aspettative? C’è un solo modo per scoprirlo, e se anche voi vi state chiedendo se valga la pena investire in questa nuova esperienza, vi invitiamo a seguirci in questa analisi approfondita dove esamineremo i suoi aspetti e, soprattutto, il feeling che ci restituisce alla mano!
Dall’esterno all’interno
— Unboxing e specifiche —
La confezione della nostra nuova Nintendo Switch 2 si presenta fin da subito compatta e ordinata, con un design accattivante esterno e una sistemazione interna che mette in risalto ogni elemento principale, con tutto il necessario per tuffarci immediatamente sul nostro divano per metterci subito a giocare.
Il cuore del pacchetto è il nuovo schermo LCD touch da 7,9 pollici, ben più ampio rispetto a qualsiasi versione della prima Switch. Una volta estratto, scopriamo anche i rinnovati Joy-Con magnetici, accompagnati da due tipi di supporto: uno per utilizzarli uniti come se fossero un controller tradizionale (in modo simile a quanto si era già visto con la prima Switch), e l’altro per usarli singolarmente per chi intende giocare in multiplayer locale con un amico o per una maggiore comodità in spazi più angusti.

Naturalmente, non mancano il Dock, l’alimentatore per la ricarica e un cavo HDMI, indispensabile per collegare la console alla nostra TV nel caso in cui non ne avessimo uno già a disposizione. Tutto è pensato per valorizzarne la natura ibrida, che senza dubbio resta uno dei suoi punti di forza più riconoscibili: possiamo portarla ovunque, che sia sul letto, in spiaggia o durante un viaggio in treno, oppure collegarla alla nostra televisione per una sessione di gioco in vecchio stile.
Questo era già tuttavia il cavallo di battaglia della precedente Switch ma, se è vero che “squadra che vince non si cambia”, cosa offre davvero questa nuova generazione?
La risposta sta principalmente sotto la scocca, e Nintendo Switch 2 rappresenta infatti un deciso salto tecnico e grafico in uno stile più vicino a quelli dei competitor storici della grande N che a quelli tradizionalmente adottati dall’azienda nipponica.
Ecco quindi di seguito una panoramica tecnica delle specifiche ufficiali, per chi se le fosse perse nell’ultimo periodo:
Architettura CPU | 8x ARM Cortex A78C |
Frequenze CPU | 998 MHz (docked), 1.101 MHz (portatile), fino a 1.7 GHz |
Core utilizzabili | 8 totali (6 a disposizione degli sviluppatori) |
Architettura GPU | NVIDIA Ampere |
Frequenze GPU | 1.007 MHz (docked), 561 MHz (portatile), fino a 1.4 GHz |
CUDA Core | 1536 |
RAM | 12 GB LPDDR5 (9 GB disponibili per i giochi) |
Larghezza di banda | 102 GB/s (docked), 68 GB/s (portatile) |
Display | Touch screen capacitivo da 7,9″ Wide color gamut LCD Supporto HDR10 e VRR fino a 120 Hz |
Risoluzione schermo | 1920×1080 |
Batteria | Tra le 2 e 6,5 ore (in base all’uso) |
Ricarica batteria | Circa 3 ore (in modalità riposo) |
Insomma, ci troviamo di fronte a una console decisamente più potente di qualsiasi altra macchina mai prodotta da Nintendo, che in modalità Docked supera persino le prestazione di una PS4 Pro, mentre anche in portatile si posiziona tra le migliori soluzioni, se non la migliore in assoluto, nel panorama delle console handheld.
Che Nintendo abbia quindi fatto la mossa giusta nel puntare finalmente sulle specifiche tecniche? Probabilmente sì, nonostante si tratti comunque di una svolta che non ha convinto proprio tutti, con molti che rimpiangono quella vena creativa e fuori dagli schemi che ha sempre distinto la casa di Kyoto da tutte le altre.
Eppure, bastano pochi minuti di gioco per capire che, pur ricordando la classica esperienza Switch, ci sono delle differenze sottili ma sostanziali. La sensazione tra le mani è familiare, è vero — ma ciò che vediamo, sentiamo e tocchiamo ci comunica che abbiamo a che fare con una console che, dopotutto, così tanto simile non è.
È il momento, quindi, di andare più a fondo e scoprire cosa rende davvero speciale questa Switch 2.
Una rinnovata esperienza portatile
Iniziamo parlando della sua forma più pura e per la quale, probabilmente, la maggior parte degli utenti l’ha acquistata, la modalità portatile.
Dobbiamo, però, buttare giù la maschera: non siamo mai stati grandi amanti del gioco in portatile. Sì, siamo cresciuti a suon di schermi minuscoli con le console handheld di Nintendo, dal Game Boy al 3DS, ma col tempo abbiamo sempre preferito l’esperienza su grande schermo, trovandola più comoda, coinvolgente e semplicemente più appagante.
In effetti, potremmo quasi dire — con un pizzico di ironia — di appartenere a quella rara specie di utenti Switch che ha usato la console quasi esclusivamente in modalità Docked.
Beh, sono bastate poche ore con la Switch 2 in mano per capire che questa volta sarà diverso.

Merito, prima di tutto, del già citato display più grande con ben 7,9 pollici, che rende l’esperienza visiva molto più immersiva senza mai affaticare l’occhio, con una dimensione che permette perfettamente al nostro sguardo di monitorare costantemente ogni punto senza mai uscire dallo schermo.
Ma non è solo una questione di dimensioni: la risoluzione Full HD anche in portatile, unita a una resa cromatica notevolmente migliorata, una luminosità più stabile e a un livello di dettaglio superiore, rendono l’utilizzo in questa modalità semplicemente ottimo anche quando messa a confronto al modello OLED.
Questa maggiore grandezza comporta però anche un prezzo da pagare in termini di aumento del peso, e non possiamo negare che la Nintendo Switch 2 sia sensibilmente più pesante da tenere rispetto alla vecchia console, tanto che qualcuno potrebbe arrivare a metterne in dubbio la reale portabilità.
Attenzione però, perché più pesante non significa necessariamente scomoda. La distribuzione del peso è ben studiata e, una volta impugnata, risulta comunque maneggevole e stabile.
Anzi, ci siamo trovati tutto sommato molto bene durante l’utilizzo, con un peso di circa 535 grammi che si fa sicuramente sentire ma non al punto da creare un vero disagio, anche durante sessioni prolungate.

Per quanto riguarda invece la struttura stessa della console, non possiamo che gioire nel constatare la presenza di uno stand pieghevole finalmente più grande e decisamente più comodo da utilizzare.
È ora infatti possibile regolarlo su diverse inclinazioni, permettendo a ogni giocatore di trovare la posizione più adatta in base alla situazione, con una stabilità nettamente superiore che riesce a mantenere la nostra Nintendo Switch 2 perfettamente ferma su quasi ogni tipo di superficie.
Allo stesso modo, abbiamo apprezzato enormemente anche lo spostamento del jack per le cuffie nella parte superiore della console, che consente di utilizzarla più comodamente da sdraiati senza la preoccupazione di piegare o danneggiare il cavo, così come per porta di ricarica (presente comunque sia sopra che sotto).
Insomma, un notevole salto di qualità anche grazie a piccoli cambiamenti che effettivamente potrebbero sembrare quasi impercettibili, ma che una volta provati rendono l’esperienza in portatile infinitamente migliore rispetto a quanto sia stato mai offerto con la prima Nintendo Switch.
I nuovi Joy-Con 2
— Da controller a mouse —
Se parliamo della modalità portatile, è impossibile non soffermarsi sui nuovissimi Joy-Con 2, che si configurano come l’evoluzione diretta dei controller base che ci hanno accompagnato per tutta la generazione precedente, seppur non senza qualche grattacapo.
Anche stavolta ci troviamo davanti a una struttura molto simile, ma più grande (in linea con lo schermo) e visivamente più sobria: spariscono i colori sgargianti della versione base della Switch, lasciando solo un piccolo accenno di arancione e blu attorno agli analogici.
Va detto, però, che l’ergonomia ne ha guadagnato parecchio. La presa è decisamente più comoda e si adatta bene a mani di tutte le dimensioni, dalle più grandi alle più piccole, nonostante proprio queste ultime possano incontrare qualche difficoltà nel raggiungere alcuni tasti, come quello dedicato agli screenshot. A tal proposito, abbiamo notato un lieve ritardo tra la pressione del pulsante e la cattura effettiva dell’immagine.
Sul fronte dei controlli, l’unica vera novità è il nuovo pulsante “C”, pensato per attivare la Gamechat, una funzione di cui parleremo più avanti.

Ma il dettaglio che salta immediatamente all’occhio è sicuramente il nuovo sistema di aggancio completamente magnetico. Non è solo immediato e gratificante all’uso (anche per il suono che produce), ma colpisce per la forza con cui i Joy-Con restano attaccati alla console: sembrano quasi incollati! Una sicurezza in più, soprattutto per chi ha bambini in casa o per chi tende a maneggiare la console con un po’ troppa leggerezza.
Insomma, a meno di non scuoterla volontariamente, potete stare tranquilli: la vostra Nintendo Switch 2 è saldamente in buone mani… finché non la fate sbattere per sbaglio, quindi occhio a come la trattate!
Di contro, abbiamo notato che scollegarli non è altrettanto semplice: premendo il tasto di sgancio, serve infatti una certa forza che costringe a tenere fermo l’intero corpo della console per evitare di sollevarla insieme al controller. Di certo si tratta di un piccolo prezzo da pagare per una stabilità decisamente migliorata, e magari è solo questione di tempo finché i materiali non si ammorbidiscono con l’uso.

L’ultima novità che i Joy-Con 2 portano con sé, e probabilmente anche la più interessante se verrà ben sfruttata, è la possibilità di utilizzarli come veri e propri mouse in qualsiasi momento. La sensibilità è sorprendentemente precisa, con un tracciamento del movimento reattivo e fluido che abbiamo avuto modo di testare anche in-game con Nintendo Switch 2 Welcome Tour (del quale parliamo nella nostra recensione al seguente link).
L’aspetto che tuttavia più ci ha stupito e sul quale, francamente, non avremmo mai scommesso, riguarda la loro capacità di adattarsi a quasi ogni tipo di superficie.
Abbiamo fatto numerose prove: su tavoli in legno, pavimenti in ceramica, le nostre gambe e persino su una coperta; i risultati sono stati sempre sorprendenti. Solo su superfici in plastica liscia abbiamo riscontrato qualche piccolo inciampo nel rilevamento.

Una feature davvero rivoluzionaria, che speriamo non venga dimenticata ma piuttosto pienamente valorizzata nei titoli futuri.
Immaginate cosa potrebbe significare in giochi come Metroid Prime 4 o un ipotetico Splatoon 4, dove questo sistema potrebbe cambiare completamente il meta. Le potenzialità ci sono tutte, ora sta agli sviluppatori coglierle.
Purtroppo, però, non possiamo evitare di affrontare l’elefante nella stanza: il famigerato Joy-Con Drift. La domanda vien da sé— è ancora presente? La risposta, tristemente, è un’amara conferma. La struttura interna del sistema di controllo non ha infatti subito modifiche sostanziali, il che rende il ritorno del drift solo una questione di tempo.
Fortunatamente, Nintendo ha già confermato la propria disponibilità a sostituire gratuitamente i Joy-Con difettosi, anche al di fuori del periodo di garanzia, qualora dovesse ripresentarsi il nefasto problema.
Potenza e dettagli in Docked
La Nintendo Switch 2 in modalità Docked si comporta esattamente come ci aspettavamo: i giochi raggiungono una risoluzione fino a 4K su schermi compatibili, mantenendo i 60FPS, o in alternativa a 1080p/1440p è possibile godere di un’esperienza a 120FPS, rendendo la fruizione ancora più reattiva.
L’immagine risulta nitida, brillante e stabile, e la maggior parte dei titoli si comporta in maniera eccellente, come approfondiremo nella sezione dedicata alle prestazioni.
Degna di nota anche la presenza di una seconda porta USB 2.0.
Tuttavia, nonostante non abbiamo potuto testare una gamma molto ampia di dispositivi, abbiamo riscontrato alcuni problemi di compatibilità, e in particolare diversi microfoni USB non vengono rilevati correttamente dalla console, costringendoci a ripiegare su quello integrato.
Di contro, il collegamento di mouse esterni è perfettamente supportato (che in alcuni titoli sostituiranno quindi i Joy-Con), così come quello di videocamere e dispositivi video che potranno essere utilizzati sia nella Gamechat che nei giochi che prevedono l’uso della webcam.


Dal punto di vista estetico, il nuovo dock si presenta con un design più morbido, curato e decisamente meno spigoloso rispetto al passato, e ancora una volta con dimensioni maggiori.
A livello funzionale, però, segnaliamo che il vano posteriore che ospita l’attacco per l’alimentatore e il cavo HDMI risulta leggermente scomodo da aprire e chiudere. Nulla di drammatico, probabilmente una questione di abitudine, ma comunque un dettaglio che potrebbe far storcere il naso a chi è abituato a una gestione più immediata dei cavi.
Giocare in compagnia con Gamechat
In questi giorni abbiamo avuto l’occasione di provare Gamechat, il nuovo servizio che introduce finalmente una chat vocale direttamente integrata nella console, portando un bel salto avanti rispetto alla vecchia (e limitante) app per smartphone targata Nintendo.
E dobbiamo dirlo: siamo rimasti sinceramente sorpresi dall’efficacia del servizio. L’audio è nitido e pulito, che si usino cuffie di alta qualità, semplici auricolari o persino l’uscita diretta dalla console.
Particolarmente comoda è la funzione di abbassamento automatico del volume di gioco durante le conversazioni vocali (che potrà comunque essere personalizzato a piacere): in questo modo si riesce a seguire bene sia l’azione su schermo che le voci degli amici, senza dover regolare manualmente ogni volta.
L’ingresso inoltre è completamente privo di eco o rumori di sfondo grazie a un microfono integrato che lascia passare unicamente le voci dei giocatori e nessun altro suono, a meno che non abbiate un cane particolarmente loquace nei paraggi.

L’interfaccia ricorda molto quella di una chiamata classica su Discord, con schermo di gioco in primo piano e icone dei partecipanti in basso con la possibilità di personalizzare la loro dimensione in base alle esigenze.
Una chicca interessante è la funzione di speech-to-text, che si dimostra sorprendentemente funzionante. Non solo trascrive le parole con grande precisione (anche se non sempre perfettamente), ma riesce anche a rilevare il tono della voce per aggiungere automaticamente punti interrogativi o esclamativi!
Il vero punto di forza, e purtroppo anche il suo tallone d’Achille, è tuttavia la possibilità di condividere il proprio schermo con gli altri partecipanti.
Sulla carta è un’idea fantastica che permette di poter guardare i propri amici giocare in tempo reale o condividere con loro situazioni esilaranti; peccato che, nella pratica, la trasmissione si blocchi attorno ai 15FPS indipendentemente dalla qualità della connessione, rendendo l’esperienza visiva lenta e poco godibile.
Un vero peccato, su cui a nostro parere Nintendo avrebbe potuto puntare molto di più, e che speriamo venga in qualche modo migliorato con aggiornamenti futuri.
Prestazioni e Caricamenti
Vogliamo quindi concludere questa analisi con un breve paragrafo dedicato alle prestazioni rilevate durante il nostro periodo di prova. Tutti i giochi avviati si sono dimostrati estremamente fluidi, senza alcun problema di lag o caricamenti eccessivi; anzi, questi ultimi risultano talmente rapidi da sembrare quasi istantanei, rendendo ogni sessione di gioco veloce e completamente piacevole.
Molti di voi già sapranno che la Nintendo Switch 2 garantisce piena retrocompatibilità con la precedente generazione. Ma la domanda che ci siamo posti è: come si comportano i giochi della prima Switch su questa nuova console? E no, non ci riferiamo a tutti quei titoli che hanno ricevuto aggiornamenti sostanziali con patch specifiche, ma di tutti gli altri che non hanno avuto alcun miglioramento ufficiale e che si affidano esclusivamente alla nuova potenza dell’hardware.

Ebbene, anche in questo caso i risultati sono stati davvero ottimi! La stragrande maggioranza dei giochi mostra miglioramenti evidenti in termini di prestazioni e caricamenti, e in alcune situazioni i loading sono talmente rapidi da saltare del tutto schermate intermedie di attesa.
Inoltre, i giochi con frame rate non bloccato, come Bayonetta 3, girano ora stabilmente a 60FPS fino ad arrivare persino ai 120FPS, portando così a una differenza di gioco davvero notevole.
Molti titoli che in passato arrancavano tra pop-in improvvisi, framerate ballerini e caricamenti interminabili, sembrano quasi rinascere sulla nuova console, che si conferma quindi una scelta eccellente anche per chi vuole recuperare vecchie perle del catalogo Switch.
Non tutti i problemi, però, sono scomparsi del tutto: Xenoblade Chronicles X, ad esempio, continua a mostrare qualche ritardo nel caricamento dei modelli dei personaggi. Tuttavia, anche in questo caso il salto qualitativo rispetto alla versione originale rimane comunque presente e ben visibile.
Considerazioni finali
In conclusione, Nintendo Switch 2 rappresenta una scelta eccellente sotto molteplici punti di vista: per chi desidera una console portatile versatile da avere sempre con sé, per chi preferisce giocare comodamente dal divano in modalità Docked, per gli appassionati dell’universo Nintendo e per chi cerca un dispositivo abbastanza potente da supportare molti dei titoli third-party in arrivo (anche se forse non proprio tutti).
E, naturalmente, per chi ha già amato la prima Switch, perché a livello di feeling questa nuova console mantiene intatta quella magia, pur portando con sé tante migliorie.
Parliamo infatti di sensazioni e non di qualità, perché su quel fronte la Nintendo Switch 2 è un enorme passo avanti, un’evoluzione che dimostra come Nintendo sia ancora perfettamente capace di stare al passo con l’attuale generazione videoludica pur continuando a innovare il mercato, anche quando, come in questo caso, potrebbe non sembrare.
Non vediamo quindi l’ora di scoprire come verranno sfruttate le nuove funzionalità, e speriamo in un supporto sempre più solido… magari con l’aggiunta dei tanto richiesti temi, la cui assenza comincia ormai a pesare.
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