Fino a solo un anno fa sembrava quasi impossibile. Dopo oltre un decennio trascorso in compagnia dell’intramontabile Mario Kart 8, che con la sua versione Deluxe su Nintendo Switch sembrava deciso ad accompagnarci fino alla vecchiaia, l’idea di un nuovo capitolo appariva sempre più remota.
E con l’arrivo dei suoi quasi infiniti pacchetti DLC ci eravamo ormai abituati all’idea dell’inevitabile: un nuovo Mario Kart per console non sarebbe mai arrivato.
Certo, nel frattempo abbiamo avuto Mario Kart Tour su dispositivi mobile e persino una parentesi in realtà aumentata con Mario Kart Live: Home Circuit.
Ma nulla di tutto ciò riusciva davvero a colmare il desiderio, diventato pian piano vera e propria necessità, di un nuovo capitolo principale.
Beh.. quel momento è arrivato.
Mario Kart World, il nuovo episodio della saga principale, è finalmente realtà. Un titolo che non solo si prepara a raccogliere l’eredità titanica di un predecessore che ha portato il franchise a vette mai viste prima, ma promette anche di costruirci qualcosa di sorprendentemente nuovo e audace.
In questi giorni se n’è parlato ovunque, con chi lo ha già paragonato a ciò che Breath of the Wild ha rappresentato per The Legend of Zelda, e altri che invece restano scettici davanti a un prezzo di lancio da ben 80 euro in digitale, domandandosi se ci sia davvero così tanto di rivoluzionario da offrire.
Tra elogi entusiasti e dubbi legittimi, il chiacchiericcio è tanto, e in mezzo a tutto questo rumore non possiamo fare a meno di domandarci: dov’è la verità? Mario Kart World è davvero il degno successore che aspettavamo? Ed è la partenza giusta per la nuova Nintendo Switch 2?
Le domande sono tante, ma oggi siamo qui proprio per cercare insieme tutte le risposte, con un’analisi approfondita di un titolo che non smette, nel bene e nel male, di far parlare di sé.

Si scende in pista
Mario Kart World resta, nel suo gameplay, il classico Mario Kart che conosciamo e amiamo: un arcade di guida ad alta velocità che mette i personaggi dell’universo dell’idraulico baffuto a bordo dei loro inseparabili go-kart per sfidarsi in gare folli, ricche di oggetti da lanciare, traiettorie azzardate e sorpassi all’ultimo respiro. Una formula collaudata, che già in Mario Kart 8 era stata modernizzata quanto bastava da renderla fresca e irresistibile.

Ma la vera differenza, quella che salta immediatamente all’occhio e ce ne si rende subito conto dopo i primi scontri in pista, è rappresentata dalle piste decisamente più ampie… e non è certo un caso. Mario Kart World è infatti il primo capitolo della serie a supportare gare con ben 24 partecipanti contemporaneamente, un numero impressionante che riempie lo schermo di kart, banane, esplosioni e sorpassi disperati, trasformando ogni gara in una bolgia infernale di caos che si dispiega su 30 nuovi percorsi pensati per accogliere questo nuovo e affollatissimo formato.
Una nuova traiettoria
Anche se pad alla mano Mario Kart World potrebbe sembrare “solo” un nuovo Mario Kart, bastano poche curve per rendersi conto che siamo davanti a una rivoluzione vera e propria della serie, con un set di meccaniche inedite che cambiano radicalmente il modo di correre, esplorare e persino pensare i tracciati.
Prima, però, conviene chiarire cosa non c’è più. La maggior parte delle caratteristiche introdotte o riprese in Mario Kart 8 è stata accantonata: niente più deltaplano (sostituito da ali che ricoprono la stessa funzione), niente antigravità e nemmeno sezioni subacquee. Tutte quelle gimmick contestuali legate a tratti specifici del circuito sono scomparse.
Questo perché gli scenari non sono più progettati attorno a momenti cinematografici e “spettacolari”, ma costruiti per offrire massima libertà al giocatore che ora può guidare praticamente ovunque, persino sui muri o sui rails laterali del percorso.
Basta un salto o un’acrobazia e ci si ritrova a percorrere zone normalmente inaccessibili, inclusi i margini del tracciato dove un tempo si cadeva nel vuoto, che qui diventano nuove rampe di lancio, opportunità di sorpasso o scorciatoie ad altissima velocità.

Certo, non aspettatevi di padroneggiare subito queste capacità. Serve infatti molta pratica e pazienza, e all’inizio vi ritroverete spesso a sbagliare traiettorie, a mancare il tempismo o a precipitare fuori pista… e sì, spesso sarà frustrante; ma quando comincerete a padroneggiare le nuove dinamiche le possibilità di manovra diventeranno infinite, integrandosi perfettamente con la nuova meccanica del salto caricato, che si attiva attraverso l’energia accumulata dopo un primo salto e consente di lanciarsi verso l’alto.
Se usato con il giusto tempismo, ci permetterà infatti di raggiungere zone elevate, schivare ostacoli o accedere a scorciatoie altrimenti inaccessibili, rivelandosi un’arma tecnica tanto versatile quanto difficile da padroneggiare.
Anche in questo caso serviranno diversi tentativi prima che vi venga naturale, ma niente paura: per allenarvi potrete contare su una delle ultime novità introdotte dal gioco, la possibilità di riavvolgere il tempo con la semplice pressione di un tasto.
Disponibile solo in modalità single player, per ovvie ragioni, questa funzione vi consente di tornare indietro di qualche secondo per riprovare salti, acrobazie o scorciatoie che magari non vi riescono al primo colpo. Un comodo aiuto che però va usato con criterio, in quanto il riavvolgimento riguarda solo il vostro kart mentre gli altri corridori continueranno indisturbati la gara, e usarlo nel momento sbagliato potrebbe facilmente portarvi a un clamoroso svantaggio.
Un nuovo modo di leggere la strada
Insomma, Mario Kart World abbandona le sezioni spettacolari per puntare tutto sull’abilità del giocatore, con tracciati non più pensati per impressionare con colpi di scena visivi ma per stimolare creatività, strategia e la padronanza delle meccaniche.
Un approccio che, effettivamente, si riflette in ogni singola curva delle mappe di gioco.
A un primo sguardo, soprattutto se poco attento, le piste potrebbero infatti sembrare semplicemente delle grandi strade vuote, create per ospitare tutti i 24 partecipanti ma dal design piuttosto lineare e, diciamolo, inizialmente noioso.
Questo diventa ancora più evidente in tutti quei tracciati che non rappresentano direttamente la pista ma piuttosto le strade di intermissione che fungono da collegamento tra i vari circuiti, introdotte per la prima volta in questo capitolo. E in parte, questa impressione non è del tutto sbagliata: le strade sono effettivamente più larghe, meno guidate e apparentemente più vuote, e la nostra sensazione iniziale è stata, senza troppi giri di parole, una leggera delusione.

Ci è bastato però giocare qualche gara in più in quelle stesse strade per capire che eravamo noi a interpretare male il gioco, perché Mario Kart World non è Mario Kart 8 con una grafica migliorata ma un gioco con una filosofia di level design completamente diversa.
In ogni tracciato, qualsiasi elemento può diventare parte della corsa, e quelle che sembravano superfici decorative si rivelano scorciatoie, percorsi alternativi o passaggi nascosti che trasformano piste apparentemente banali in autentici parchi giochi verticali dove tutto è permesso.
In totale sono presenti 30 tracciati, tra 16 completamente nuovi e 14 ripresi dai capitoli precedenti, com’è sempre stato. Appare però evidente che limitarsi a riproporre le vecchie piste così com’erano avrebbe creato un netto disallineamento con le nuove meccaniche, e per questo i tracciati classici sono stati radicalmente reinventati.
Di questi, a volte, rimane solo l’ispirazione visiva o il layout di base, aggiungendo invece nuove rampe, muri scalabili e percorsi multipli che rendono alcuni circuiti talmente diversi da risultare quasi irriconoscibili.

Una scelta tutto sommato inevitabile, e che in alcuni casi riesce persino a migliorare alcuni percorsi ormai fin troppo datati, ma che allo stesso tempo finisce per smussare proprio quella personalità che li aveva resi memorabili in primo luogo.
Mario Kart World, quindi, è un gioco che cambia le carte in tavola, e che crea inevitabilmente una certa disparità a livello di divertimento tra chi si avvicina per la prima volta al nuovo gameplay e fatica a capire come approcciarsi, e chi invece ha già imparato a domare le acrobazie più complesse. Un titolo che pretende dedizione, premia la sperimentazione e trasforma ogni pista in una sfida da decifrare, ma proprio per questo sa offrire una profondità senza precedenti nella serie.
La legge del piu’fortunato
Mario Kart, però, non è mai stato un racing game tradizionale dove la sola abilità alla guida decide le sorti della gara ma, nonostante la forte componente competitiva, la serie ha sempre abbracciato lo spirito del party game grazie a una vasta gamma di oggetti capaci di ribaltare in un attimo qualsiasi situazione.
In Mario Kart World tornano ovviamente i grandi capisaldi della serie: gli immancabili gusci rossi e verdi, bucce di banana, il Pallottolo Bill, il famigerato guscio blu (o spinoso, in base a chi chiedete) e molti degli iconici oggetti che ci accompagnano sin dai primi capitoli.

Non tutti gli strumenti dei titoli precedenti fanno però il loro ritorno, com’è da tradizione, ma in compenso vengono introdotti alcuni oggetti inediti:
- Martello, ispirato agli iconici Hammer Bros, consente di lanciare una raffica di martelli a media distanza.
- Fiore di ghiaccio, funzionalmente identico al Fiore di fuoco, spara palle di ghiaccio che possono congelare gli avversari.
- Guscio moneta, un guscio dorato che si muove su un percorso fisso lasciando monete lungo la scia.
- Megafungo, del quale vediamo il ritorno direttamente da Mario Kart Wii, ci rende giganti e invincibili per alcuni secondi, trasformando in frittelle chiunque si trovi sul nostro cammino.
- Kamek, che rinuncia al ruolo di personaggio giocabile per alterare il tracciato e trasformare i corridori in nemici casuali del mondo di Super Mario.
- Piuma, utile per farci balzare in aria e schivare attacchi o raggiungere più facilmente alcune scorciatoie.
Insomma, una manciata di novità che, pur introducendo qualche spunto interessante, dobbiamo ammettere che non ci hanno completamente convinto. Il Megafungo è un gradito ritorno, il Martello e la Piuma trovano un loro spazio nel gameplay, ma molti degli altri strumenti si rivelano poco più che varianti di oggetti esistenti che non cambiano davvero il modo in cui si gioca.

Va detto, comunque, che l’essenza della serie resta intatta grazie alla presenza degli strumenti iconici come il Fungo dorato o il Fulmine, che mantengono le gare caotiche e imprevedibili al punto giusto.
Sottolineiamo inoltre come anche gli oggetti più classici possano ora essere utilizzati in modi nuovi, grazie alla visuale completamente libera con cui possiamo lanciarli in qualsiasi direzione.
Il problema più evidente, però, non riguarda tanto gli oggetti in sé quanto la loro distribuzione, che risulta ancor più sbilanciata in una gara con 24 partecipanti.
I giocatori in testa si ritrovano spesso con monete, bucce di banana e, nella migliore delle ipotesi, un guscio verde, mentre nelle retrovie si scatena un inferno di proiettili rossi e blu.
Anche se esistono contromisure, come il Super clacson per bloccare gli attacchi, resta il rammarico per una distribuzione che penalizza eccessivamente le prime posizioni e, ancor peggio, rende quasi impossibile vedere certi strumenti se non si rientra in un segmento molto specifico della gara.

Per darvi un’idea, nei nostri test ci è capitato di usare Kamek o il Martello una sola volta, mentre la Bob-omba sembrava quasi una presenza fissa nelle nostre mani.
Un bilanciamento più attento non solo aumenterebbe il senso di equità, ma permetterebbe di valorizzare meglio anche quegli oggetti che altrimenti rischiano di passare del tutto inosservati.

Tutti sulla griglia di partenza
Prima di passare alle modalità di gioco di Mario Kart World, è doveroso aprire una parentesi sui personaggi e sulla loro personalizzazione. Ci troviamo infatti davanti al roster più ampio mai visto al lancio di un Mario Kart: ben 24 guidatori principali, figure centrali dell’universo di Super Mario sia nei titoli mainline che spin-off, affiancati da 26 partecipanti “NPC”, rappresentati dai classici nemici dell’idraulico in rosso come il Goomba, Pesci Smack e sì, persino quel pinguino che avete lanciato giù dalla rupe innevata in Super Mario 64. È tornato.
In questo modo avremo un totale di 50 personaggi tra cui selezionare, anche se molti di questi andranno sbloccati in base alla categoria in cui sono messi. Quelli principali si sbloccano completando le coppe del Gran Premio, mentre quelli NPC vengono ottenuti casualmente tramite l’oggetto di Kamek.
Se siete completisti come noi, o volete assolutamente giocare con la vostra lisca di pesce preferita, preparatevi a un’impresa tutt’altro che semplice e che potrebbe richiedervi innumerevoli ore di gioco fatte di pazienza, tantissime corse e una buona dose di fortuna.

Probabilmente Nintendo stessa non si aspettava che qualcuno volesse davvero usare una Pianta Piranha per più di una gara, e ha quindi inserito questa meccanica come simpatica gimmick che però alla lunga diventa una vera tortura per chi desidera collezionarli tutti. E noi possiamo solo sperare che, col tempo, venga introdotto un metodo più accessibile per poter completare la nostra vetrina di personaggi.
E come se non bastasse, ogni personaggio principale possiede diversi costumi da sbloccare per un totale di 127 variazioni. Sommando anche gli NPC, si arriva a ben 153 alternative tra cui scegliere: un numero impressionante, per fortuna facilitato da un sistema di ottenimento molto più user-friendly tramite appositi “sacchetti per il pranzo” trovabili durante le gare o nelle sezioni open world.

Purtroppo, però, l’assegnazione delle skin è totalmente sbilanciata. Ovviamente non pretendiamo che Tipo Timido abbia lo stesso numero di costumi di Luigi, ma vedere Donkey Kong con meno varianti di un Koopa è difficile da digerire.
In molti hanno inoltre criticato la decisione di “sprecare” slot importanti, che potevano andare a personaggi iconici quali Diddy Kong, Kamek o Funky Kong, per invece riservarli ai guidatori NPC.
Noi, sinceramente, non siamo affatto d’accordo: è divertente quanto unico giocare con personaggi di cui a malapena ricordavamo l’esistenza, e il cast risulta talmente variegato che persino un granchio potrebbe diventare il vostro nuovo main. Certo, alcune assenze si fanno sentire, ma ricordiamo quanto fosse scarno il roster di Mario Kart 8 su Wii U, e ci sentiamo quindi di rassicurare che, con tutta probabilità, altri personaggi arriveranno in un periodo successivo.

Rimane solo da chiederci: come ha fatto Nintendo a gestire uno schermo di selezione così ampio? In verità, non l’ha fatto. La schermata di scelta del personaggio è, senza mezzi termini, troppo estesa, confusionaria e difficile da navigare.
Sarebbe stato molto più comodo poter scegliere il costume direttamente dopo il personaggio, così da evitare di avere dieci Mario che oscurano tre poveri Lakitu dispersi chissà dove.
Infine, va menzionata l’assenza del sistema di personalizzazione del veicolo, iconico in Mario Kart 8, una scelta divisiva che tra chi la critica e chi ne è felice, noi ci troviamo esattamente nel mezzo. Da un lato è un peccato perdere la possibilità di costruire il nostro kart perfetto a nostro piacimento, ma dall’altro è innegabile che quella feature fosse diventata poco più di una scusa per trovare la build più competitiva, portando a gare online popolate da veicoli fotocopia.

Modalita’di gioco
Mario Kart World propone una ricca selezione di modalità tra graditi ritorni, piacevoli sorprese e qualche cambiamento strutturale che riscrive le basi storiche della serie.

Gran Premio
Il Gran Premio è esattamente come lo ricordavamo: quattro piste da affrontare una dopo l’altra, con l’obiettivo di ottenere il punteggio più alto e portarci a casa l’ambita coppa d’oro.
O forse no? Certo, la base è sempre questa, ma Mario Kart World introduce una struttura che stravolge quelle stesse regole che ci accompagnano fin dal primissimo titolo della serie.
Restano sempre quattro le gare totali che compongono ogni coppa, ma tra un tracciato e l’altro ci troveremo a percorrere delle strade d’intermezzo che collegano i vari circuiti in modo lineare e tematicamente coerente. Ogni coppa ha così un’identità visiva ben definita, e attraversare questi percorsi di transizione ci permette di assistere a cambi di scenario visivamente stupefacenti, specialmente quando si passa da regioni completamente differenti come tra una montagna innevata a una foresta tropicale.

Un’idea davvero interessante che fin dai trailer ci aveva incuriosito, ma sulla pratica finisce per limitare pesantemente la fantasia che da sempre contraddistingue la saga.
La necessità di mantenere una coerenza ambientale ha infatti ridotto la libertà creativa nella costruzione dei tracciati, e se in passato potevamo correre su piste ambientate in giganteschi bagni, all’interno di orologi meccanici o persino sopra dei pianoforti, in Mario Kart World ci ritroviamo perlopiù a gareggiare in ambienti monotematici: centri abitati, zone naturali e al massimo qualche rovina, portando un taglio netto alla stravaganza che rende il tutto più sobrio ma anche meno memorabile.
Inoltre, ora i primi due giri si svolgono interamente lungo i percorsi di collegamento, lasciando il tracciato vero e proprio a un singolo giro conclusivo. Così, la parte migliore, ovvero la pista vera e propria, viene drasticamente ridotta penalizzando il ritmo e il livello di divertimento offerto, con delle strade intermedie che non riescono ad offrire la stessa sfida e varietà.
Non ci spieghiamo poi l’esclusione dei 200cc che, considerando quanto fosse amata dai fan, a nostro parere doveva essere presente già nel lancio.

Perlomeno possiamo gioire nel notare una migliore gestione della difficoltà, con la CPU che finalmente si dimostra all’altezza con manovre più aggressive, traiettorie più efficaci e una reattività che rende ogni errore potenzialmente fatale. Dimenticatevi i distacchi abissali anche a difficoltà elevate: qui basta una curva sbagliata per perdere tutto, rendendo finalmente anche le gare in solitaria molto più coinvolgenti.
Sopravvivenza
La seconda modalità, sostanzialmente comprimaria al Gran Premio e ugualmente fondamentale per completare Mario Kart World al 100%, è la Sopravvivenza, che noi con affetto chiamiamo “la modalità Battle Royale”. Perché sì, si tratta di una gara continua su sei tracciati consecutivi, inclusi i collegamenti tra uno e l’altro, senza interruzioni né schermate di caricamento, dove solo un giocatore potrà arrivare fino in fondo.
Nel corso del percorso saranno presenti diversi checkpoint eliminatori, che richiederanno di rientrare in una certa posizione per non essere esclusi, partendo con l’obbligo di stare nei primi 20, poi nei primi 12, fino ad arrivare alla sfida tra i 4 superstiti finali nell’ultimo tratto. Una modalità senza esclusione di colpi, inaspettatamente impegnativa soprattutto a causa di una CPU più agguerrita che mai: se non si riesce a mantenere un distacco considerevole, preparatevi a una pioggia costante di attacchi.

Abbiamo enormemente apprezzato questa modalità, che riesce a introdurre una ventata di freschezza nel gameplay. Certo, può diventare stressante, soprattutto per la durata delle gare e per la frustrazione di essere eliminati magari proprio negli ultimi secondi.
In particolare, durante le nostre partite online, abbiamo notato come tutti i giocatori tendono a restare estremamente vicini, innescando un vero e proprio inferno di gusci spinosi, esplosioni e caos totale, dove il livello di confusione raggiunge vette così alte da rendere quasi impossibile capire cosa stia succedendo sullo schermo.
Tuttavia, proprio questa tensione costante e il rischio sempre dietro l’angolo rendono la modalità Sopravvivenza una delle aggiunte più riuscite dell’intero titolo, dove arrivare a vincere dopo innumerevoli tentativi ci ha letteralmente portato a tremare dalla gioia.
Altre Modalita’
Sono infine presenti altre tre modalità secondarie che fanno il loro ritorno dai precedenti capitoli della serie, riproposte con nuove mappe ma con le stesse meccaniche di sempre.
Tra queste troviamo:
- Prove a tempo: l’ideale per mettersi alla prova e cercare di battere i record dei giocatori di tutto il mondo sui propri tracciati preferiti. Si tratta anche di un ottimo strumento per studiare i fantasmi ufficiali di Nintendo o quelli degli altri giocatori, scoprendo scorciatoie e strategie che magari non avevamo mai notato.
- Corsa Sfida: la modalità base, permette di selezionare qualsiasi tracciato o strada di collegamento e impostare a piacimento le regole della corsa. Perfetta per chi vuole semplicemente farsi qualche giro da solo o in compagnia senza lo stress delle gare.
- Battaglia: tornano le classiche modalità Battaglia Palloncini e Acchiappamonete, questa volta però con fino a 24 giocatori contemporaneamente, rendendo gli scontri ancora più caotici e imprevedibili.

Insomma, modalità tutto sommato piacevoli e benvenute anche se non completamente necessarie, che restano però ottime alternative per spezzare il ritmo delle gare principali e concedersi un po’ di pausa.

Quando si vuole cambiare marcia
E se non avessimo voglia di gareggiare o competere con nessuno? Se volessimo semplicemente rilassarci dopo una lunga giornata di lavoro, università o scuola?
Beh, Mario Kart World potrebbe comunque fare al caso vostro, grazie alla nuova, inedita mappa Open World da cui, in fondo, il gioco prende anche il nome!
Pensata per offrire un’esperienza completamente diversa, più rilassata e meno frenetica, la modalità Corsa Libera vi permette di esplorare in totale libertà un mondo di gioco costruito con cura maniacale, ricco di dettagli e collegamenti così organici da sembrare quasi reali.
Sarà anche possibile cimentarsi in delle piccole e divertenti sfide, a volte semplici e a volte sorprendentemente complicate, che vi ricompenseranno con adesivi esclusivi da mostrare sul vostro profilo online.
Inoltre, sparsi per la mappa troverete monete di Peach e adesivi “?” ben nascosti nei luoghi più impensabili: parliamo di centinaia di collezionabili, che contribuiscono a rendere l’esplorazione appagante anche grazie alla possibilità di sbloccare la corsa speculare una volta soddisfatte determinate condizioni.

Peccato solo che non esista un sistema di tracciamento efficace, dovendoci piuttosto accontentare di un semplice contatore delle prove completate che però non indica quante ne mancano o dove cercarle. Questo vi costringerà a vagare spesso a vuoto, sperando di imbattervi per caso in qualche nuovo obiettivo.
Tuttavia, si tratta comunque e in primo luogo di una modalità con focus sul suo aspetto sorprendentemente rilassante, perfetta sia in solitaria che in compagnia.
Magari non è pensata per sessioni molto lunghe, ma fidatevi che riesce comunque a catturarvi lentamente, un po’ alla volta, con la solita scusa del “solo un’altra sfida e poi spengo”.
Abbiamo davvero apprezzato questa peculiare modalità open world, anche se non possiamo negare che non manca qualche margine di miglioramento, e speriamo davvero che questa direzione venga approfondita in un futuro, per quanto lontano, seguito.

Una sinfonia di circuiti
Mario Kart World si presenta con uno stile visivo affascinante, fedele alla tradizione cartoon della serie ma più espressivo che mai, con i modelli dei personaggi estremamente brillanti e caratterizzati così come le mappe sempre vivaci, colorate e ricche di dettagli.
A un occhio distratto potrebbe sembrare fin troppo simile al precedente Mario Kart 8 Deluxe, ma basta un confronto diretto per coglierne l’evidente salto qualitativo, che ricordiamo avviene con un numero raddoppiato di partecipanti in gara e una maggiore lunghezza e complessità dei tracciati, molto più articolati rispetto ai classici tre giri su circuiti chiusi.
Ma è il comparto sonoro l’aspetto dove Mario Kart World raggiunge vette mai esplorate non solo dalla serie, ma da quasi nessun altro gioco Nintendo in generale.
Ci troviamo davanti a un vero e proprio capolavoro musicale, che omaggia e reinterpreta le colonne sonore più iconiche dell’universo di Mario, mescolando vecchie tracce prese da avventure più o meno recenti e remixandole per adattarle perfettamente a ogni momento del gioco.

Durante l’esplorazione dell’open world potremo così ascoltare variazioni lo-fi degli spettacolari brani di Super Mario Galaxy, mentre troveremo motivi tratti da Super Mario 3D World nelle sezioni di intermezzo tra un circuito e l’altro, sprovvisti di un tema musicale tutto loro (e per fortuna, aggiungiamo).
Non mancano poi brani tratti dagli spin-off più amati, dal tema principale di Luigi’s Mansion fino a motivi tratti da Donkey Kong Country o WarioWare.
Fidatevi se vi diciamo che è una delle migliori colonne sonore mai ascoltate in un gioco Nintendo, con un connubio riuscitissimo tra remix nostalgici e tracce originali che ci ha persino spinto, più di una volta, ad avviare il gioco solo per lasciarlo in sottofondo mentre facevamo altro.
Ringraziamo Nintendo per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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