Recensione Hifiman Arya Organic – L’evoluzione definitiva di un prodotto vincente

Dopo aver esplorato in lungo e largo le offerte più economiche di casa Hifiman, è giunto finalmente il momento di parlarvi della fascia immediatamente superiore, quella che spazia dalle incredibili Ananda alla più costosa e ricercata Arya Organic.
Ed è proprio di quest’ultima che parleremo in questa recensione, che sancisce l’inizio di un approccio ancora più analitico e approfondito al nostro lavoro di riesamina.

L’Arya Organic è l’ultima declinazione delle popolari cuffie aperte planar magnetiche Arya, che possono vantare in questo caso di un nuovo sistema di magneti Stealth e della membrana ultrapiatta nanometrica che caratterizza le cuffie più costose dell’azienda come l’H1000.


Senza perdere altro tempo, scopriamo quali sorprese ci riserva Hifiman in questa delicatissima fascia di mercato!


Packaging

A differenza delle cuffie più costose o equivalenti su questa fascia di prezzo, la dotazione accessoria è ancora una volta davvero minima e per nulla appariscente: il cavo incluso (1,5 m, dual 3,5 mm) è di qualità discutibile e non bilanciato, senza adattatori extra né custodia rigida.

Anche la scatola non è nulla di speciale, essendo la medesima riciclabile utilizzata per i modelli più economici offerti dall’azienda.
Questo è uno dei pochi aspetti su cui Hifiman sembra non aver investito a pieno, probabilmente per concentrare la pienezza del budget sulla resa sonora e per tenere fede al suo recente impegno “green”.


Comfort e qualità costruttiva

Uno dei punti di forza di queste cuffie è senza dubbio da ritrovare nella loro estetica e qualità costruttiva: riprendendo a piene mani da quello che è lo stile ormai ben noto e inconfondibile delle cuffie Hifiman, le Organic vantano di grossi padiglioni neri con rifinitura in legno arancione e di una struttura in acciaio sorprendetemente solida al tatto.
La differenza fra questo modello e le originali Arya è evidente, e forse è proprio l’utilizzo di questi materiali così ricercati a dare vita all’appellativo Organic. I telai sono infatti realizzati in acciaio brunito e le imbottiture in simil-pelle e tessuto microforato, donando al tutto un’estetica davvero premium e ricercata.

Chiaramente non parliamo di un guadagno unicamente estetico, poiché non si avverte alcun tipo di scricchiolio nel maneggiarle, nonostante appaiano più esili e fini della media dei prodotti della stessa azienda.
Fra gli elementi compositivi, l’archetto sospeso si adatta senza difficoltà alla forma della testa, scaricando il peso della cuffia in maniera equilibrata, mentre i cuscinetti auricolari ibridi (in similpelle/alcantara) sono molto morbidi e traspiranti.

Parliamo insomma di un lavoro di design davvero eccellente, che le rende piacevoli alla vista ma soprattutto comode da indossare per molte ore senza particolare affaticamento.
Del resto parliamo di un paio di cuffie dal peso complessivo di circa 440 g, impegnativo ma non eccessivo se consideriamo la natura planare del driver e confrontiamo il prodotto con alternative della stessa fascia.

Ricordiamo che, in quanto cuffie open back, queste non sono pensate per trattenere il passaggio d’aria, tanto che l’audio trapela facilmente sia verso l’esterno che all’interno, rendendo il loro utilizzo inadatto ad ambienti affollati o rumorosi. Un aspetto che non dovrebbe stupire né allontanare gli interessati dall’acquisto, che difficilmente immagineranno di utilizzare una cuffia di questa levatura e costo in un luogo pubblico.


Specifiche e tecnicismi

L’Arya Organic utilizza, come quasi la totalità dei prodotti Hifiman, driver planar magnetici su cui è stato svolto un importante lavoro di personalizzazione tecnica e tuning.
Le caratteristiche chiave di questa implementazione sono sostanzialmente due: i magneti Stealth che minimizzano la diffrazione e distorsione del campo magnetico, e una membrana nanometrica estremamente sottile che si rifà a quanto visto nei modelli ancora più costosi.
Questo insieme tecnico assicura, almeno secondo Hifiman, bassa distorsione, risposta transienti rapidissima e una maggiore dinamica sonora.

CaratteristicaDettagli
Tipo di trasduttorePlanare magnetico (open-back)
Risposta in frequenza8 Hz – 65 kHz
Impedenza16 Ω
Sensibilità94 dB/mW
PesoCirca 440 g (senza cavo)
ConnettoriDoppio jack 3,5 mm (TRS), terminazione 6,35 mm
MaterialiStruttura in metallo, padiglioni in plastica dura e legno, cuscinetti in similpelle/alcantara
MagnetiStealth Magnets
MembranaNanometrica ultrapiatta
Cavo inclusoDual 3,5 mm a jack 6,35 mm (1,5 m, non bilanciato)
AccessoriSupporto in schiuma modellata (funge da stand), nessun case rigido
Prezzo indicativo~1.299$ (~1.200€)


Considerando la bassa impedenza (16 Ω) le cuffie risultano facili da pilotare anche se affidate a sorgenti portatili di fascia medio-alta, pur avendo bisogno di una cospicua erogazione di corrente.
Vi consigliamo pertanto l’utilizzo di questo modello accompagnato ad un dispositivo AMP-DAC come l’iFi utilizzato durante le nostre prove, che dovrebbe essere sufficientemente potente da spremerle a dovere.

Per quanto riguarda il prezzo, parliamo di un paio di cuffie molto costose, che hanno visto il loro prezzo originale di 1200 euro scendere fino ai 900 euro in alcune particolari occasioni.
Si tratta chiaramente di un investimento importante, rivolto ad un pubblico di appassionati del suono, che troveranno in questa Organic un’alternativa estremamente valida a nomi che da molto tempo hanno dominato il settore con le loro soluzioni.

In tutta onestà, in virtù delle osservazioni scaturite da questa analisi, crediamo che il più grande avversario di questa cuffia non sia altro che un modello molto più economico della medesima azienda, la Ananda Nano, di cui vi parleremo approfonditamente in futuro.
Non fraintendeteci, la Organic è senz’altro il modello superiore da un punto di vista sonoro e qualitativo, ma la differenza fra le due potrebbe non rivelarsi così abissale da valere un gap di prezzo di ben 600 euro.


Qualità sonora

* Per i nostri test abbiamo utilizzato un AMP-DAC Zen v3 della iFi.
L’esperienza di ascolto che ha portato alla stesura di questa recensione si è concentrata in una particolare playlist in FLAC contenente brani di molteplici generi musicali che spaziano dagli anni ’70 fino ad oggi (es).

Arriviamo dunque all’aspetto più importante di questa recensione, quello che coinvolge il suono in tutte le sue caratteristiche più varie ed apprezzabili.
Iniziamo rispondendo ad uno dei più grandi interrogativi che potreste avere una volta giunti in questa sezione della review: Ci sono differenze apprezzabili rispetto al modello Arya?

Nel mettere una buona parola sul proprio prodotto, Hifiman non mentiva di certo nel rimarcare la dinamica e il dettaglio consentito dalle nuove integrazioni tecniche; rispetto all’Arya originale si denota un netto miglioramento della pienezza e dell’impatto sonoro, e non si percepisce una compressione significativa nemmeno nei passaggi musicali più rumorosi e complessi.

Bassi

Le Arya Organic vantano bassi ampi e potenti, specialmente se consideriamo la loro natura planare, con estensione molto profonda e definizione che definiremmo cristallina.
Suoni come il kick vengono riprodotti con un maggiore impatto rispetto all’Arya Stealth, risultando più coinvolgenti e caldi.

In sintesi, i bassi sono tendenzialmente ben presenti e rotondi, senza risultare eccessivamente “lenti”; anzi, pur risultando accentuati restano sufficientemente controllati ed integrati con i medi.
Chi è pronto a spendere un tale budget per un prodotto audio sarà probabilmente alla ricerca di un suono analitico, non stupisce quindi che questa Organic non dia troppa importanza ad un pubblico di bassheads.

Medi

Il range medio delle Organic risulta piacevolmente aperto e trasparente, con timbro nitido e attenuato il giusto.
Le frequenze medio-basse sono meno accentuate, ma guadagnano in presenza rispetto alle precedenti Arya, permettendo a strumenti come il violoncello di risaltare sul resto della scena sonora. Anche le voci risultano generalmente chiare e non evidenziano incisività eccessiva, anzi danno l’impressione di una scena sonora naturalmente bilanciata in ogni sua parte.
Molto apprezzabile è il modo in cui i medi restano compatti anche in passaggi complessi, contribuendo a un suono musicale e ricco di sfumature che solo cuffie di questa qualità potrebbero permettervi di cogliere.

Alti

Gli alti dell’Arya Organic sono molto estesi e quasi esuberanti; la gamma superiore si spinge infatti ben oltre i 10 kHz, con dettagli fini e sorprendentemente brillanti.
In ogni caso, il timbro rimane sufficientemente pulito e senza sibilanze troppo fastidiose, per quanto potrebbero infastidire un certo tipo di ascoltatori sensibili.
Questo passaggio sintetizza quella che potremmo definire una struttura sonora ad “U”, così realizzata per ottenere un buon compromesso fra dettaglio e risposta in frequenza.

Soundstage e Imaging

Uno dei maggiori punti di forza dell’Arya Organic è senz’altro il soundstage estremamente ampio e arioso. Rispetto alle Arya precedenti, il palco stereo si estende maggiormente lateralmente, circondando completamente l’ascoltatore in un’esperienza che lo immerge totalmente.
Anche l’imaging è preciso e tridimensionale, con piani sonori ben separati e facilmente individuabili anche in tracce più complesse.
Questa spazialità notevole rende l’Arya Organic adatta per musica orchestrale, live e jazz, in cui la posizione degli strumenti può essere apprezzata particolarmente.


Ringraziamo Hifiman per averci fornito un sample di queste cuffie per la recensione!
Seguiteci sul  nostro sito web per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

Hifiman Arya Organic
In conclusione...
L’Arya Organic rappresenta senza dubbio uno dei punti più alti del catalogo Hifiman per chi cerca una cuffia aperta dal carattere analitico ma coinvolgente, con una resa sonora eccezionale ed una costruzione solida quanto attraente. Si tratta di un prodotto pensato per audiofili esigenti, che si troveranno a dover valutare attentamente le loro necessità rispetto ad alternative più accessibili, interne alla stessa Hifiman.
Pregi
Qualità costruttiva ed estetica di altissimo livello
Confortevoli e progettate con cura
Resa sonora d'impatto ed eccezionale su tutta la linea
Soundstage ed imaging fuori scala
Difetti
Dotazione accessoria carente
La differenza di budget rispetto ad alternative della stessa azienda è pesante
9.2
Voto