Chi ha detto che per giocare bene basta “avere le mani”? Nel 2025, il joypad è il vero protagonista silenzioso delle nostre partite: ci restituisce le sensazioni di pugni, fucilate e derapate, ci tradisce nei salti millimetrici, si sporca di patatine e altri snack peccaminosi durante le sessioni infinite.
Ecco perché scegliere il controller giusto è diventato quasi un’arte. In un mare di cloni e alternative più o meno valide, abbiamo provato il Gulikit KK2 T, un joypad multipiattaforma dal nome importante (dovrebbe essere una sigla per KingKong, anche se il sito ufficiale non riporta tale nomenclatura) che promette grandi cose: in primis gli stick con la rivoluzionaria tecnologia TMR , compatibilità per più piattaforme, supporto al Dinput, agli NFC (Nintendo Amiibo ), tantissime funzioni avanzate, vibrazioni decise, design curato e persino una certa eleganza.
Il tutto per il prezzo abbastanza contenuto di circa 50€. Ma sarà davvero così affidabile o sarà solo scena? Scopriamolo insieme!
UNBOXING, PRIME IMPRESSIONI E FUNZIONALITÀ
Il Gulikit KK2 T viene consegnato in un’elegante quanto classica confezione di cartone, al suo interno troviamo la dotazione standard, a dire la verità abbastanza scarna: un cavetto USB-C per la ricarica (non é un cavo dati, quindi se volete usare il pad in modalità cablata dovete procurarvene un altro), un paio di adesivi con il logo dell’azienda e il manuale double face in cinese e in inglese. Abbastanza indispensabile se si vogliono attivare le funzioni e le regolazioni più avanzate del pad, esclusivamente con la pressione del tasto Gear in combinazione con altri tasti.

Sono infatti presenti davvero tante modalità operative come l’aim assist, l’autopilot, il rapid fire mode e altrettante impostazioni di ogni genere. In particolar modo abbiamo ritenuto importanti quelle per la sensibilità e le dead zone degli stick, che esattamente come le altre, saranno attivabili esclusivamente on-board, dato che l’azienda non fornisce del software apposito per le tarature dei i suoi controller, che invece sveltirebbe tantissimo le operazioni di settaggio. Fortunatamente il sistema di vibrazioni e di led permette un sistema di setting preciso e di cambio modalità preciso, mostrando all’utente le modifiche appena effettuate sul Gulikit grazie a dei feedback tattili e visivi. Presente anche la possibilità di attivare un giroscopio a sei assi che non sostituisce in toto lo stick destro, ma aiuta enormemente con i cambi di telecamera, sopratutto negli sparatutto, selezionabili anche differenti gradi di sensibilità per quest’ultimo.
Infine veniamo a lui, il Gulikit KK2 T , che si trova all’interno di una custodia in plastica dura bianca. Una custodia tutto sommato migliorabile, dato che non è molto bella a vedersi e non è presente uno slot per poter inserire il cavo USB-C e ricaricare il pad direttamente al suo interno, ma sicuramente utile ma sicuramente utile a proteggere il KK2 T durante il trasporto dello stesso, come dimostrano le condizioni in cui ci sono state recapitate le scatole nell’immagine qui sopra.

Da un punto di vista strutturale il pad è davvero simile a un controller per Xbox Series X, con curve morbide e una scocca pensata per essere confortevole anche durante lunghe sessioni, a cui vengono aggiunti tutta una serie di tasti, switch e led aggiuntivi, dalle dimensioni contenute e dal design discreto. Il layout dei pulsanti ricorda invece quello dei controller ufficiali per Nintendo Switch, con la coppia A & B e X & Y invertite. Ma se non siete dei giocatori abituali su Switch sappiate che tra le tantissime funzionalità e settaggi modificabili direttamente sul pad è presente anche un comando per invertire i rispettivi layout, a patto ovviamente che non siate troppo abituati a guardare i tasti mentre giocate.



Dal punto di vista dei materiali le plastiche utilizzate per il KK2 T danno sicuramente l’impressione di essere ottima qualità, con finiture polimeriche leggermente gommate sul retro, per un grip più saldo. I trigger dorsali, sono verniciati con un’ottima finitura metallica, che dona al Gulikit KK2 T un look elegante e distintivo. Di ottima qualità anche il resto della pulsanteria, dal design pulito e serigrafata in modo chiaro. Anche la croce direzionale offre due modalità, sempre modificabili tramite combinazioni di tasti, quella standard a 8 direzioni e quella a 4 direzioni, utile per controlli più precisi negli fps.
CARATTERISTICHE TECNICHE E PROVE
La differenza principale tra l’offerta Gulikit e quella della concorrenza sta nei differenti stick utilizzati per i propri pad, a differenza di levette che utilizzano dei potenziometri di bassa qualità (e dalla scarsa longevità), l’azienda cinese è stata pioniera nell’esplorare joystick che offrono soluzioni basate sul magnetismo. e il Gulikit KK2 T in prova presso la nostra redazione si basa sul loro modello KingKong 2 Pro, e l’unica differenza tra i due sta nel fatto che il vecchio modello utilizza joystick che sfruttano l‘effetto Hall , mentre il nuovo monta delle levette basate sulla magneto resistenza a effetto Tunnel, o per l’appunto TMR, un fenomeno fisico quantistico che si verifica in giunzioni tra materiali ferromagnetici e isolanti che, almeno sulla carta, consentirebbe di allungare enormemente la vita del joypad, scongiurare il fenomeno di drifting molto più a lungo rispetto ai pad tradizionali e offrire un’esperienza di gioco ancora più smooth. Tecnologia Hall che invece è presente sui tasti dorsali, sempre con lo scopo di eliminare il più possibile la frizione e allungarne la vita.

Il Gulikit offre due modalità di connessione: tramite Bluetooth a 160Hz e cablata. Vista l’assenza di una modalità a 2,4 GHz, possiamo dedurre che, nonostante il KK2 T sia un joypad multipiattaforma abbastanza completo, la modalità wireless non sia compatibile con le ultime console Microsoft senza un dongle di terze parti, caratteristica abbastanza strana se si considera il design estetico decisamente ispirato al pad della Series X.
Nonostante questa piccola lacuna, abbiamo trovato il KK2 T ottimo su PC, Steam Deck e Switch. Qualche problema di compatibilità si è invece presentato in modalità Android, non tanto per quanto riguarda la connessione, quanto per l’incompatibilità con alcuni titoli ed emulatori. Anzi, proprio in fase di pairing, il joypad Gulikit si è rivelato semplice da configurare, grazie agli utilissimi switch e LED posizionati sul frontale del pad, risultando sempre velocissimo nel farsi riconoscere dai vari dispositivi a cui veniva collegato. Questo, a differenza, ad esempio, del nostro controller Microsoft ufficiale, che spesso fatica a essere rilevato dal PC dopo una sessione su Xbox o Steam Deck.
Unico difetto, e non piccolo, riscontrato per quanto riguarda le potenzialità connettive del Gulikit KK2 T è il fatto che il pad ha la tendenza a disattivare automaticamente qualsiasi altra periferica Bluetooth connessa con il dispositivo, soprattutto nel caso di cuffie wireless, problema riscontrato sia su Steam Deck che su PC Windows.

Nelle nostre prove, spaziando il più possibile tra generi e piattaforme, abbiamo preferito utilizzare la connessione Bluetooth, riscontrando nella stragrande maggioranza dei titoli pochissime differenze in termini di latenza, rispetto alla modalità cablata e al joypad ufficiale Xbox usato per il confronto, soprattutto su PC, dove quest’ultimo è sempre stato collegato tramite dongle Microsoft con connessione Xbox Wireless a 2,4 GHz, che in teoria offrirebbe dei vantaggi percepibili in termini di latenza.
Se titoli come God of War: Ragnarok, South of Midnight ( recensito con l’aiuto del KK2 T nelle scorse settimane), The Messenger, Blasphemous 2 e Rocket League Sideswipe sono stati affrontati senza notare differenze sostanziali, lo stesso non si può dire per Dirt Rally 2.0, testato sia sulla nostra postazione desktop che sulla console portatile di casa Valve.
È stato proprio sui tracciati insidiosi del nostro simulatore di rally preferito che abbiamo capito quanto la precisione della modalità cablata del joypad Gulikit, con un polling rate che raggiunge i 1000 Hz, rappresenti un vero game changer nell’affrontare curve su terreni sterrati, fangosi e sabbiosi, dove ogni minima variazione può far risparmiare secondi preziosi.

Aldilà delle caratteristiche a livello di latenza e connessioni, la sensazione che restituisce il controller tenendolo in mano è di assoluto comfort e solidità, un pad che potrete usare per centinaia di ore senza stancarvi le mani, grazie alle caratteristiche costruttive, al peso contenuto (250 grammi contro i quasi 300 di un pad Xbox con pacco batterie al litio) e anche ovviamente alla tipica disposizione asimmetrica delle levette, da sempre caratteristica dei controller Microsoft.
A livello tattile i joystick offrono delle differenze decisamente marcate dalla controparte Xbox ma anche rispetto ad altri pad che ci è capitato di provare, come il Pro Controller Nintendo, l’8Bit SN30 Pro, i pad Sony per Playstation 4 e 5 e tanti altri. La tecnologia TMR ci ha offerto un’esperienza fluida e precisa, eliminando il contatto fisico interno e quindi anche l’attrito tipico dei joystick tradizionali. Questo si traduce in movimenti estremamente scorrevoli, continui, senza scatti o resistenze anomale. Anche dopo ore di utilizzo, la sensazione di controllo resta pulita e coerente, priva di drift o cedimenti. Il feedback è ben bilanciato: né troppo leggero, né eccessivamente rigido, permettendo sia rapide manovre nei giochi d’azione che microcorrezioni nei titoli più tecnici, come abbiamo avuto modo di sperimentare proprio con Dirt Rally. Il risultato è un controllo che si percepisce naturale e immediato, capace di restituire un piacere tattile che raramente si incontra nei controller di pari fascia di prezzo. L’esperienza d’uso, nel complesso, risulta incredibilmente smooth, quasi al punto da far dimenticare che si sta usando un’interfaccia fisica.

Le sensazioni sin qui descritte valgono sia per i joystick, ma anche il resto della componentistica non è da meno. In particolar modo i dorsali restituiscono un ottimo feeling di accelerazione e decelerazione, assolutamente graduale. Ottimo anche a livello di vibrazioni, decise e potenti senza risultare esageratemente lunghe o forti, restituivano perfettamente la sensazione delle gomme che scivolano sulla ghiaia o dei cazzotti presi in pieno muso da Kratos. Ci ha sorpreso anche la durata della batteria, in teoria garantita per 25 ore di gioco, ma stando ai nostri calcoli il Gulikit KK2 T ha superato agevolmente le 29 senza nessunissimo problema o cedimento.
Ringraziamo Gulikit per averci fornito un joypad per realizzare questa recensione.
Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.