Si sa, quando ci troviamo nella cassetta pacchi arrivati in ritardo o bollette arrivate già scadute, i primi a cui diamo la colpa sono i postini, figure senza volto che svolgono il loro lavoro anche durante l’apocalisse, sempre adattandosi agli interminabili tempi di attesa delle compagnie per cui lavorano. Ma vi siete mai fermati a pensare, una volta trovati affacciati alla finestra in attesa dell’arrivo di un pacco, a tutte le terribili sfide che i driver devono superare nel loro tragitto?
Deliver At All Costs, titolo sviluppato da Far Out Games ed edito da Konami, ci mostrerà la risposta al questo quesito mettendoci nei panni di un postino alle prese con una città caotica e assurda.
Riusciremo a spedire ogni pacco in tempo senza dover stare a sentire le lamentele dei clienti? Scopriamolo insieme!

Trama

Giocheremo nelle vesti di Winston Green, un campagnolo con una grande passione per l’ingegneria che, dopo essersi ritrovato ad ascoltare un annuncio alla radio di una compagnia di spedizioni in cerca di dipendenti, coglierà la palla al balzo facendo domanda di assunzione come fattorino.
Dopo esser stato rifiutato dal malvagio figlio di Harald, CEO dell’azienda, ci verrà offerto un breve periodo di prova in cui dimostreremo le nostre capacità, prima di iniziare il vero lavoro. Tra una missione e un’altra avremo modo di conoscere i vari dipendenti dell’azienda, tra cui magazzinieri maniaci del controllo, guardie con una peculiare passione per gli enigmi e qualche persona normale, eventualmente. Facente parte dell’ultima categoria vi è Harald, un altro postino con cui faremo immediatamente amicizia, ma che, per via dei drastici tagli al personale, perderà presto il lavoro. Il nostro compito sarà quello di aiutare Harald a tenere il posto, oltre che a soddisfare le alte aspettative dei nostri capi, sempre pronti a minacciare di farci fuori.
Per quanto alcuni dialoghi possano risultare alquanto blandi e molti dei personaggi, fra cui il villain, poco ispirati, la trama risulta essere quantomeno accettabile come connettivo degli eventi del gioco e non esiterà spesso e volentieri a renderci partecipi di sezioni avvincenti.

Gameplay

Dal punto di vista del gameplay, il nome del gioco è alquanto autoesplicativo: il nostro compito sarà proprio quello di consegnare i pacchi che ci sono stati affidati ad ogni costo, nel vero senso della parola. Nel corso della storia infatti, ci ritroveremo ad spedire enormi pesci spada che tenteranno di divincolarsi, fuochi d’artificio esplosivi e anche consegne di altri postini rivali e, pur di portarli al rispettivo destinatario, ci ritroveremo a distruggere interi vicinati a causa della nostra guida spericolata.
Una delle particolarità principali del titolo è proprio la sua capacità di farci distruggere letteralmente tutto ciò che vediamo a schermo, portandoci a delle scene a dir poco caotiche e fuori di testa. Le missioni si divideranno in 2 tipi principali: Alcune in cui avremo un singolo oggetto da caricare che possiede una gimmick, un elemento inusuale rispetto alle altre missioni, e altre in cui dovremo trasportare un determinato numero di oggetti, facendo in modo di non perderne almeno la metà. Nonostante la diversità di temi affrontati in ogni missione, la formula diventerà ripetitiva dopo poche ore di gameplay, portando il giocatore a desiderare qualcosa di più.

Uno degli aspetti che più ci ha fatto storcere il naso è la supposta difficoltà del titolo; durante le nostre spedizioni, ci capiterà abbastanza spesso di morire per un motivo o per un altro, ma in ognuno di questi casi ci saranno checkpoint incredibilmente generosi che ci faranno tornare a pochi secondi prima della nostra morte e, eventualmente, con il numero massimo di oggetti che dovevamo trasportare. Se da un lato questo fattore può risultare comodo, perché non ci dovremmo ritrovare ogni volta a ripetere grandi porzioni della missione, dall’altro finisce per eliminare ogni difficoltà del titolo.
Inoltre, nel corso di gioco si spazia da obiettivi incredibilmente facili da conseguire, con una singola gimmick, ad altri che richiederanno molto più tempo per essere completati. Il problema è che non ci sarà un incremento progressivo della difficoltà, ma bensì ci troveremo spesso a passare bruscamente da missioni semplici ad altre molto più complesse.

Nel caso volessimo prenderci una pausa dal nostro lavoro ma senza battere la fiacca, potremo esplorare ulteriormente la zona di San Monique per trovare molte altre missioni secondarie. Queste non ci chiederanno per forza di spedire pacchi ad altre persone, ma spesso prenderanno delle altre derive ben più fuori di testa rispetto al solito. Nella maggior parte di queste ci verrà richiesto di vagare per la mappa alla ricerca di personaggi specifici distinguibili da alcuni caratteri singolari (ad esempio sombreri comicamente grandi), ma ci potremo anche ritrovare a trasportare oggetti da un punto A ad un punto B come nella quest principale.

Le missioni secondarie, seppur limitate nella loro varietà, sono sempre assurde e riusciranno facilmente a strapparci un sorriso, seppur possano essere facilmente messe in secondo piano se non si presta attenzione alla mappa. Per motivi legati alla trama a cui non accenneremo, arrivati al secondo capitolo avverrà un cambio radicale: ci ritroveremo infatti catapultati in una mappa completamente nuova in cui proseguire con il nostro lavoro e con una nuova vita. Il cambio di scenario aiuta a dare una ventata d’aria fresca al gameplay, che altrimenti sarebbe risultato più monotono del dovuto.
Durante le fasi di esplorazione, ci capiterà di imbatterci in alcuni piccoli negozietti sparsi in giro per la mappa. All’interno di questi, verranno prevalentemente venduti oggetti che diventeranno essenziali nel momento in cui decideremo di modificare il nostro fidato “bolide”. Infatti, essendo il nostro protagonista Winston un abile ingegnere, questo sarà in grado di inventare nuove modifiche per la nostra auto, dandoci la possibilità di modificarne parzialmente la struttura e le abilità. Fatta eccezione per alcune migliorie che dovremo implementare per motivi legati alla trama, tutto ciò che potremo aggiungere al veicolo sarà o puramente estetico o oltremodo superfluo, rendendo la feature tutto sommato inutile.
Comparto artistico e tecnico

Il comparto artistico rappresenta forse una delle più grandi occasioni mancate dell’opera. Da un lato abbiamo degli ambienti stupendi, che strizzano l’occhio al giocatore soprattutto per la bellezza dei colori posti a schermo. Dall’altro invece, abbiamo delle cutscene che presentano dei modelli per i personaggi alquanto scadenti, fattore principalmente ai loro volti che spesso tendono a finire nella uncanny valley. Questo sarebbe stato perfettamente evitabile se si fosse mantenuta la visuale a volo d’uccello anche per le numerose cinematiche presenti, essendo che così non si sarebbe posta più di tanto l’attenzione sui personaggi.

Le nostre caotiche commissioni lungo San Monique saranno addolcite da una meravigliosa soundtrack composta da tracce dallo stile anni ‘50. Queste, oltre ad essere innegabilmente ottime all’ascolto, ci aiuteranno anche ad immergerci nell’atmosfera del gioco.
Lungo tutta la durata del nostro provato non siamo imbattuti in bug o glitch di alcun tipo, fatta eccezione per alcuni errori di poco conto e facilmente risolvibili. Inoltre, il titolo è rimasto stabile per tutta la sua durata.
L’unico vero problema che traspare dall’analisi del comparto tecnico si ritrova nei comandi, essendo che spesso risulta difficile guidare correttamente la nostra auto senza andare a sbattere in qualsiasi elemento dell’ambientazione.
Inoltre, nel passaggio da zona a zona ci saranno dei caricamenti alquanto lunghi, abbastanza raro da vedere in una produzione videoludica piccola o grande che sia dell’ultimo decennio.
Ringraziamo Konami per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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