A volte, noi videogiocatori avvertiamo la necessità di staccare la spina dalla vita quotidiana e di investirci in delle esperienze videoludiche leggere e prive di qualsiasi tipo di complessità. Nell’ enorme panorama dei videogiochi esistono diversi titoli che, con la loro demenzialità, sono concepiti con il solo scopo di offrire un’ora tranquilla e senza pensieri. In questo contesto si inserisce Completely Stretchy, un’opera indipendente sviluppata da Warp Digital e pubblicata da Super Rare Originals che cerca di portarci in un mondo che sfida i limiti della realtà, popolato da creature bizzarre, con un tripudio di stimoli e di nonsense.
Tuttavia, dobbiamo riconoscere che la demenzialità di un titolo non sono sufficienti a garantire un intrattenimento completo per il giocatore, soprattutto se dietro ad una struttura così semplice si nascondono problematiche significative ed evidenti mancanze che penalizzano l’esperienza.

Data questa premessa, è giunto il momento di immergerci in questa recensione e capire cosa questo titolo può offrire a livello ludico.
Trama
La trama di Completely Stretchy si presenta con una struttura basilare, non offrendo chissà quali complessità narrative considerato lo scopo che il videogioco si propone di raggiungere. Il nostro protagonista, un personaggio senza nome, si risveglia presumibilmente all’interno della sua camera da letto, dove la tranquillità della mattina viene interrotta dal suono della sveglia; con un gesto che qualsiasi persona vorrebbe avere il coraggio di imitare, la prende e la scaglia con tutta forza, sfruttando le sue braccia allungabili.
L’obiettivo principale è quello di uscire dalla nostra casa ed esplorare il mondo circostante, anch’esso delirante e stravagante, la cui eccentricità si manifesta fin dalla prima scena. Appena varcata la porta, infatti, un bambino senza braccia appena caduto dal suo skateboard non riesce a rialzarsi da terra. Come abbiamo avuto modo di capire, non esiste un vero filo conduttore che guidi il giocatore attraverso questa, se così si può chiamare, “trama”. Se c’è una fetta di giocatori che potrebbe apprezzare questa scelta in linea con la natura leggera del titolo, non possiamo ignorare chi, dedicando il proprio tempo libero, vuole approfondire un minimo il susseguirsi degli eventi all’interno del titolo.

Dunque, in Completely Stretchy non abbiamo una sorta di “missioni” come progressione narrativa, bensì una serie di obiettivi che consentono di avanzare e sbloccare nuove zone della città per esplorarle. Queste le otterremo interagendo con gli NPC disseminati per il mondo, i quali giustamente seguono il flusso del nonsense, esprimendosi attraverso battute altrettanto prive di logica.
La durata complessiva del gioco si aggira attorno all’ora e mezza, il che rende comprensibile la scelta di non proporre una storia quantomeno accennata, lasciando invece l’ambiente circostante parli da sé attraverso la sua surrealità preponderante. Un approccio interessante ma che restituisce al titolo la sensazione di essere più un prototipo piuttosto che un’esperienza completa.
Gameplay
Il cuore dell’esperienza videoludica è sicuramente il suo gameplay, il quale pone al centro dell’attenzione le meccaniche di movimento e l’interazione con gli oggetti circostanti. Innanzitutto , l’elasticità delle braccia del protagonista, un elemento che apre diverse possibilità di interazione, come lanciarsi da un punto all’altro di un palazzo, appendersi a superfici difficili da raggiungere o afferrare oggetti e romperli schiantandoli al suolo con veemenza.
L’idea alla base del titolo è senza dubbio interessante e sicuramente divertente, concedendo al giocatore la libertà di comportarsi come meglio crede; tuttavia, la sua realizzazione rischia di risultare frustrante, al punto da far “cadere le braccia a terra”. Ci si trova spesso in situazioni in cui la fisica degli oggetti si comporta in maniera del tutto imprevedibile, una caratteristica che, seppur in linea con il nonsense del gioco, può trasformarsi in un elemento di fastidio se capita in breve tempo, andando a penalizzare la godibilità del l’esperienza.

All’interno del gioco sono presenti diversi puzzle ambientali in cui il giocatore è invitato a cimentarsi, ma purtroppo un sistema di controllo che non si dimostra sempre al top può trasmettere un senso di frustrazione anche per lo svolgimento di un’azione alquanto semplice, tanto che sollevare un oggetto o arrampicarsi su una sporgenza diventano delle imprese, richiedendo tentativi e una pazienza inscalfibile.
Va comunque sottolineato che esistono momenti in cui Completely Stretchy riesce pienamente nel suo intento di divertire senza troppo impegno, regalando diverse soddisfazioni e lasciando che le meccaniche funzionino in armonia, anche se in maniera discontinua lungo il percorso.
Comparto Artistico e Tecnico
Il comparto artistico è l’aspetto migliore di Completely Stretchy, grazie a una scelta stilistica che premia modelli semplici ma volutamente strani nella loro rappresentazione visiva, arricchiti con colori piatti che sicuramente aiutano ad amalgamare l’intera rappresentazione del mondo. Ogni personaggio e ogni oggetto è stato realizzato in modo tale da sorprendere e allo stesso tempo strappare un sorriso grazie ad un aspetto buffo e surreale.
Il titolo rincorre uno stile volutamente grottesco e caricaturale, dove gli ambienti sono densi di piccoli dettagli e oggetti che non dovrebbero trovarsi in quel determinato luogo, come ad esempio delle porte inspiegabilmente posizionata sul soffitto. Si può osservare anche soltanto guardando una casa o una parete per comprendere che il titolo intende comunicare la sua totale assurdità e la sua irrealtà, quasi come una visione distorta di una persona sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Il comparto sonoro si presenta in maniera molto semplice, aggiungendo al contesto surreale diverse musiche di sottofondo che risultano stranamente tranquille e rilassanti, creando così un netto contrasto con i versi gutturali delle creature e generando un mix sonoro alquanto piacevole con il tema generale del titolo.

Passando ora al comparto tecnico, è qui che il gioco mostra la sua parte più debole e i suoi limiti molto evidenti e problematici. Partiamo col sottolineare che, nonostante la grafica del gioco sia vistosamente semplice e priva di texture dettagliate, le prestazioni si dimostrano spesso instabili. Su un PC che monta un processore Intel di quattordicesima generazione e una scheda video Nvidia RTX 3060 Ti (una configurazione che supera enormemente i requisiti richiesti dal titolo), il gioco ha sofferto fin dal suo inizio di pesanti cali di frame e stuttering importanti, in particolare nelle aree più dense.
Abbiamo eseguito ulteriori test su diversi giochi per verificare che non vi fossero problemi di natura hardware, ma non è emerso problemi a riguardo, confermando che le prestazioni sono dovute probabilmente ad una scarsa ottimizzazione del titolo. Il gioco, inoltre, non offre la possibilità di modificare le impostazioni grafiche, rendendo impossibile cercare un compromesso per migliorare la situazione.
Durante le due ore di gioco trascorse su Completely Stretchy, abbiamo notato diversi bug minori, che non vanno a compromettere l’esperienza complessiva.
Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del loro gioco per realizzare questa recensione.
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