È sempre un piacere trovare titoli che, sotto un alone di semplicità, riescono a incorporare in maniera eccelsa il meglio di diversi generi, dimostrandosi ricchi di una profondità che potrebbe essere difficile da percepire solo da un trailer di gioco.
Ed è proprio questo il caso di Ball X Pit che, sviluppato da Kenny Sun e pubblicato da Devolver Digital, ci propone un audace mix di elementi brick-breaking (simili a Breakout/Arkanoid), run con potenziamenti randomici in stile roguelite e costruzione di basi. Avremmo preferito mantenere la suspense fino alla conclusione, ma lo screenshot qua sotto testimonia inequivocabilmente quanto questo titolo ci abbia sorpresi e catturati con il suo riuscitissimo loop di gameplay.

BALLBILIONIA È CADUTA
(it’s so over)
Ridotta in polvere da un catastrofico evento meteorico, Ballbilonia ha lasciato dietro di sé un’enorme voragine che ha immediatamente catturato l’attenzione di molteplici cacciatori di tesori. Questi ultimi, accecati dalle possibili ricchezze da recuperare, hanno improvvisato un enorme ascensore in grado di trasportarli nell’abisso. Oltre a questa colossale piattaforma, dovremo costruire anche tutto intorno, erigendo abitazioni per attrarre nuovi personaggi giocabili e mantenendo un’economia stabile (basata su quattro risorse principali), in modo tale da potenziare progressivamente il nostro accampamento fino a trasformarlo in una vera e propria città.

Una meccanica che abbiamo apprezzato in particolar modo è quella che unisce l’aspetto brick-breaking di Ball X Pit anche all’aspetto gestionale in quanto, per raccogliere risorse e mandare avanti la costruzione degli edifici, è necessario colpirli con i nostri personaggi sbloccati, i quali si comportano come vere e proprie palline da lanciare durante ogni fase di raccolta. Alla lunga, tutto questo ci sarà necessario per aumentare progressivamente le statistiche dei nostri cacciatori di tesori o per sbloccare nuove meccaniche in grado di aiutarci a trovare gli ingranaggi per potenziare l’ascensore nelle run successive, dando origine a un buon equilibrio tra esplorazione e costruzione.
La premessa riguardante l’esplorazione dell’abisso e l’espansione della città è certamente un elemento che abbiamo trovato molto interessante, tuttavia ci è dispiaciuto vedere come una potenziale componente d’avventura non sia andata oltre l’essere un semplice pretesto per il gioco in sé. Non vi è infatti quasi nessun elemento di storytelling o lore che, per quanto superfluo ai fini del gameplay, avrebbe potuto aggiungere quel tocco di curiosità riguardo all’origine della città o del cataclisma che l’ha distrutta.

BRICK BREAKING X ROGUELITE
Sebbene la città ricostruita sull’orlo dell’abisso rappresenti un ottimo punto di partenza, la vera sfida risiede negli strati che compongono la voragine, suddivisi in livelli popolati da nemici e ostacoli con aspetti e funzionamenti diversi. Proprio qui si trova il fulcro del gameplay vero e proprio, ovvero una lotta per la sopravvivenza contro orde di nemici sempre più accaniti, dai quali dovremo liberarci mentre avanziamo verso il loro boss. Ciò che avremo a disposizione sarà un arsenale di biglie dagli attributi unici, lanciate dal nostro cacciatore di tesori in modo da sfruttare le proprietà fisiche ed elementali di ciascuna per infliggere ingenti quantità di danni ai nostri nemici.
Nella maggior parte delle situazioni, il lancio delle biglie e l’avanzamento del personaggio nel livello avvengono in maniera automatica, richiedendoci solamente di calcolare la traiettoria o eventualmente di schivare i colpi durante alcune sezioni bullet hell (solitamente le boss fight).

Per ciò che riguarda l’aspetto moderno e le influenze roguelite, il gioco ci dà la possibilità di combinare le singole biglie per fondere i loro attributi o effetti speciali, permettendoci di realizzare sinergie “game-breaking” e ricompensando la nostra creatività come ogni buon gioco in stile rogue dovrebbe saper fare. Ad esempio, unire la biglia Terremoto (ampia area d’effetto) alla biglia di Fuoco (danni nel tempo) ci ricompenserà con la biglia di Magma, in grado di applicare stack di bruciatura a tutti i nemici in una vasta area ad ogni rimbalzo, ereditando a tutti gli effetti le abilità speciali delle biglie usate come componenti e conservandole qualora volessimo fondere la biglia evoluta un’ulteriore volta.
Come menzionato in precedenza, in Ball X Pit i nemici prendono il ruolo di blocchi da distruggere, adottando pattern a ondate capaci di sopraffarci qualora la nostra potenza di fuoco o la nostra strategia non fossero sufficientemente adeguate. Sfortunatamente, vista la natura passiva dei nemici, la curva di difficoltà risulta piuttosto artificiale, in quanto l’elemento principale in grado di determinare il nostro successo o fallimento è sostanzialmente la quantità di danni al secondo che riusciamo a infliggere, finendo per richiedere potenziamenti obbligatori per proseguire.

Ed è proprio qui che entra in gioco l’intero sistema di attributi del personaggio, il quale include un discreto quantitativo statistiche in grado di influenzare diversi elementi fondamentali con valori estremamente precisi, che tuttavia finiscono per passare inosservati.
In sostanza, ci si ritrova con un sistema ricco di elementi RPG molto dettagliati e inevitabilmente legati alla progressione, ma estremamente difficili da apprezzare nel gameplay concreto. Tutte le statistiche crescono quasi allo stesso modo, nessun personaggio si distingue per fare maggiore affidamento su determinate caratteristiche rispetto ad altre, e il loro impatto effettivo durante le run rimane poco percepibile. Ciò non significa, tuttavia, che Ball X Pit sia privo profondità strategica. Pur preservando tattiche classiche come i rimbalzi efficienti tra gruppi di nemici, il gioco le evolve attraverso l’introduzione di avversari di forme e dimensioni particolari, trasformandoli in strumenti tattici a nostra disposizione.
Anche la scelta di come combinare le biglie richiede una certa strategia, poiché le occasioni per farlo sono limitate durante ogni run. Inoltre, se mal ponderata, una fusione può generare una biglia effetti speciali inefficaci o addirittura controproducenti.

Anche i personaggi giocano un ruolo fondamentale nell’approccio alle battaglie. Ognuno di essi, infatti, possiede una biglia elementale di partenza, utilizzabile come base per programmare evoluzioni già dai primi minuti e, in molti casi, un’abilità unica in grado di alterare radicalmente aspetti cardine del gameplay.
[Spoiler]
Per citarne un paio, un personaggio è in grado di rendere tutte le sfere spettrali (facendole trapassare i nemici anziché rimbalzarvi), mentre un altro può addirittura pianificare una strategia ottimale, selezionando autonomamente i potenziamenti dopo ogni aumento di livello. Un ulteriore livello di profondità che abbiamo apprezzato moltissimo arriva, verso il primo quarto del gioco, con un edificio che ci permette di portare due cacciatori di tesori in ogni run, fondendo le loro caratteristiche e regalandoci un ventaglio di variabili ancora più ampio da testare.
[Fine Spoiler]
COMPARTO ARTISTICO E TECNICO
Dal punto di vista artistico, Ball X Pit combina con efficacia uno stile low-poly per gli elementi 3D della città e dei nemici con una pixel art semplice per personaggi e icone, creando un’estetica retrò-moderna che risulta al tempo stesso chiara e piacevole. Inoltre, un filtro CRT onnipresente contribuisce a rafforzare l’atmosfera vintage senza compromettere la leggibilità degli elementi di gioco, dandoci la sensazione di stare recuperando una rivisitazione moderna di un titolo appartenente ai primi anni ’90.

Sul piano tecnico, nonostante lo schermo si riempia di decine di biglie, nemici ed effetti particellari, l’esperienza rimane sempre fluida e, aspetto ancora più rilevante, perfettamente leggibile anche durante il caos intenso tipico dell’endgame.
I colori dinamici delle biglie e dei numeri di danno, che variano in base a evoluzioni e fusioni, ci hanno sempre permesso di seguirne l’andamento e percepirne l’impatto in tempo reale. Sebbene ciò non sia strettamente necessario, è comunque un tocco di polish che abbiamo apprezzato. L’attenzione al dettaglio si estende anche alla costruzione della città, dove abbiamo apprezzato come ogni edificio si trasformi visivamente a ogni upgrade, seppur con modifiche sottili, arricchendosi di elementi decorativi che rafforzano la percezione della crescita dell’insediamento.

Certamente non avremmo non potuto menzionare la OST composta da Amos Roddy, una figura con importanti esperienze pregresse (Kingdom Two Crowns, Citizen Sleeper, Minecraft), capace di accompagnare perfettamente ogni fase di gioco con tracce orecchiabili e atmosferiche. Un tocco particolarmente apprezzabile riguardo al sound design è quello che vede le orde nemiche, quando si avvicinano al fondo dello schermo, iniziare a cantare in coro a tempo con la musica, amplificando notevolmente il senso di pressione e urgenza.
Sul fronte della stabilità tecnica, Ball X Pit si è dimostrato estremamente solido durante tutta la nostra prova, senza mai presentare bug significativi, crash o cali di framerate, garantendo un’esperienza fluida dall’inizio alla fine.
Ringraziamo Cosmocover per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questo articolo.
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