Recensione Shadow Labyrinth – Pac-Man ritorna… in una forma diversa!

Data di uscita
Luglio 18, 2025
Sviluppatore
Bandai/Namco
Disponibile per
PC, Switch, Series S/X, PS5

Pac-Man ha rappresentato, soprattutto per i gamers degli anni ’80 e ’90, una vera propria icona nonché uno tra i maggiori esponenti videoludici di origine nipponica.
Cabinati e primissime console a 8 e 16bit hanno accolto il personaggio creato da Bandai/Namco (in occidente pubblicato su licenza da Midway) che, con il passare del tempo, ha assunto svariate forme per cercare di rilanciarsi.

Dal classico puzzle/casual, passando per il platform, l’action o il party game, la serie ha saputo rinnovarsi negli anni, cercando di proporre (quasi) sempre qualcosa al passo con i tempi.
Oggi, quarantacinque anni dopo il lancio del primo storico gioco, ecco che il nostro eroe torna sulla scena con un un action a scorrimento laterale, o meglio… un metroidvania, che ha saputo cogliere la nostra attenzione.

Shadow Labyrinth (questo il titolo) è disponibile dal 18 Luglio per PS5, Xbox Series X/S, Nintendo Switch e Steam; una nuova avventura della sfera gialla che ci ha in parte sorpreso, ma anche lasciato qualche perplessità.
Se volete saperne di più, scoprire cosa si sono inventati questa volta gli sviluppatori e quale è stata la nostra esperienza di gioco, seguiteci in questa recensione completa.


Un Pac-Man diverso

Ebbene sì, fin dal primo video di presentazione e successivi minuti di gioco, si intuisce che l’attore principale” dell’avventura non è la sfera gialla, ma un abile guerriero.
Numero 8, questo il suo nome, si ritrova catapultato in una terra tanto ostile quanto tenebrosa, dovrà cercare di sopravvivere e fare ritorno attraversando e superando i livelli che la contraddistinguono.

Il nostro eroe non sarà solo, ma apparirà sulla scena proprio Pac-Man (il cui nome è PUCK), che, prigioniero su quel pianeta, si impossesserà del nostro protagonista e lo “costringerà” a farsi guidare per sfuggire entrambi e trovare la libertà.
La trama, come pure la narrazione, non brillano né per originalità né per come vengono rappresentate.
Le cinematiche, un po’ scarne, non aiutano molto a comprendere i dettagli della storia, inoltre l’ospite indesiderato è di poche parole e per svelare tutti i pezzi della trama sarà necessario raccogliere alcuni file dislocati lungo la mappa di gioco.

Chi è abituato a giocare al classico platform o casual game, si renderà presto conto che Shadow Labyrinth vuole mettere in scena un Pac-Man molto più maturo, per certi versi aggressivo e forse un po’ meno “simpatico” di quello visto nel corso degli ultimi quattro lustri.
Per sottolineare questo aspetto anche l’azione stessa del divorare l’avversario viene rappresentata in modo abbastanza cruenta, una sorta di possessione demoniaca accompagnata da un sorriso beffardo sul volto della sfera.

Sia l’aspetto sopra accennato, che quello relativo al fatto che la “palla gialla” non ha un ruolo da protagonista principale ma da comprimario, ci ha un po’ sorpreso.
Non lo consideriamo assolutamente un difetto, ma crediamo sia importante segnalarlo per far comprendere le scelte di Namco/Bandai in merito ad una sua IP di riferimento e sui progetti futuri che forse la riguarderanno.


Gameplay classico con alcune novità

Il giocatore si troverà di fronte ad un classico gioco d’azione con struttura bidimensionale; ancorato alle meccaniche più classiche dei metroidvania, questa opera si differenzia dai classici del genere proprio per la presenza di PUCK, sia nei combattimenti che in fase di esplorazione.
Le mappe che caratterizzano i vari livelli di gioco sono sufficientemente ampie e abbastanza impegnative, con zone inizialmente precluse per mancanza di abilità e poteri specifici.

A questo si aggiungono soluzioni interessanti come le D-Line, ovvero percorsi sbloccabili simili a corsie luminose, su cui PUCK, muovendosi come un vero e proprio Pac-Man, scorre rapidamente divorando monete che servono per i potenziamenti, arrivando in punti altrimenti irraggiungibili e uccidendo i vari nemici.
L’alternanza tra il classico action bidimensionale e lo scorrere sui binari “mangiando” gli avversari e raccogliendo bonus rende l’esplorazione interessante e mai banale.

Sul fronte del combattimento, Numero 8 dispone di una serie di attacchi con la spada a cui si aggiungono diverse abilità speciali che è possibile potenziare attraverso le risorse raccolte o divorando i resti dei nemici, tramite la modalità GAIA.
Questa, una volta sbloccata, trasforma il nostro alter ego in un mech estremamente resistente e dotato di attacchi devastanti, oltre ad essere in grado di attraversare superfici altrimenti inaccessibili.

GAIA è anche utile durante gli scontri con i boss intermedi e di fine livello; sarà necessario dosarla con cura in quanto la sua attivazione farà scendere molto in fretta la barra ESP necessaria al suo utilizzo.
Con il proseguo dell’avventura verranno sbloccate anche altre abilità come il rampino, lo spostamento in volo ed il doppio salto che amplieranno molto le possibilità di esplorazione dei vari livelli di gioco.

Questi ambienti risultano piuttosto articolati e richiedono attenzione e memoria per essere esplorati; fortunatamente, il gioco viene in aiuto con una mappa e varie icone che segnalano i principali punti di interesse scoperti


Longevo… ma pochi checkpoint

Shadow Labyrinth si è dimostrato un titolo abbastanza impegnativo e che richiede dedizione, costanza e perseveranza.
Se nelle prime ore il gioco si mostra relativamente indulgente, con una difficoltà contenuta, con il progredire dell’avventura il livello di sfida aumenta sensibilmente, richiedendo maggiore applicazione e una buona dose di pazienza per avere la meglio su nemici e boss.

Soprattutto quest’ultimi saranno in grado di farci fuori con tre/quattro colpi al massimo e quindi è fondamentale imparare tutte le varie abilità e tecniche speciali di Numero 8 e PUCK.
Purtroppo il gioco non ci viene in aiuto per quello che concerne i salvataggi; non esiste quello automatico ma solo due differenti tipi di checkpoint.

I primi, denominati Miku Sol, serviranno anche come stazione di teletrasporto o hub dove potremo potenziare il nostro personaggio e sono abbastanza rari.
Gli altri, un po’ più presenti sulla mappa, serviranno soltanto a salvare i progressi di gioco; diciamo che avremmo gradito la presenza di qualche Miku Sol in più, considerando anche il fatto che ci troveremo spesso a dover tornare in zone già visitate per accedere a sezioni prima inaccessibili.

Per portare a termine l’avventura serviranno circa quindici ore di gioco, che possono diventare anche venti se si desidera scoprire tutti i passaggi, le aree nascoste e vari collezionabili.


Comparto tecnico… più no che si

Sotto il profilo tecnico Shadow Labyrinth non delude, ma neanche eccelle, anzi, non lo definiremmo un prodotto che esteticamente grida al miracolo.
Parliamo comunque di un metroidvania a scorrimento bidimensionale da cui, stilisticamente parlando, non ci si aspetterebbe tantissimo, anche se negli anni abbiamo visto giochi (basti pensare a ORI o Guacamelee) che hanno saputo comunque impressionare a più riprese.

Le ambientazioni risultano a tratti un po’ troppo cupe, tenebrose e non siamo rimasti particolarmente affascinati dal tratto stilistico; se a questo aggiungiamo che in alcuni casi gli sfondi appaiono anche un po’ sgranati e poco dettagliati ecco che il risultato finale non convince appieno.
Decisamente migliori la definizione e movimenti sia del protagonista principale che di PUCK, e anche per quello che concerne lo stile dei nemici e soprattutto dei boss intermedi e di fine livello.

Discreti gli effetti particellari legati a armi ed esplosioni, così come convincenti il ciclo giorno/notte e le condizioni atmosferiche, tra cui pioggia e vento. Meno riuscite, invece, le cinematiche e i video narrativi, che faticano a risultare coinvolgenti e non riescono davvero a catturare l’attenzione del giocatore.
Altrettanto positive le nostre impressioni sul comparto audio, sia per quanto riguarda le musiche di sottofondo che gli effetti sonori. Abbiamo infine apprezzato la presenza dei sottotitoli in italiano, presenti nei dialoghi (seppur pochi) e nei vari menù, sia iniziali che in-game.

Il gioco non è esoso a livello di richieste hardware; noi lo abbiamo giocato su handheld con Ryzen 7, Radeon 780M, 16Gb RAM in Full HD mantenendo un framerate stabile a 120FPS.


Per molti, ma non per tutti

Possiamo affermare che Shadow Labyrinth è un titolo  assolutamente consigliato ai fan di Pac-Man ma anche a tutti gli amanti degli action/metroidvania.
Un gioco abbastanza classico nelle sue radici ma che, proprio per la presenza della sfera gialla, sa sorprendere e aggiungere qualcosa di innovativo al gameplay.

Per tutti gli altri, soprattutto coloro che si avvicinano per la prima volta a questo genere, beh, sicuramente ci sono altri esponenti  che possono convincere di più e che risultano probabilmente più godibili, soprattutto a livello stilistico.
Resta da capire se questo titolo sarà solo un unico esperimento di Bandai/Namco per cercare di rilanciare questa IP, oppure se nei piani futuri vedremo altri titoli con le medesime caratteristiche.


Ringraziamo Bandai/NAMCO per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.


Shadow Labyrinth (PC)
In conclusione...
Shadow Labyrinth rappresenta un ritorno inaspettato per Pac-Man, che abbandona il ruolo da protagonista assoluto per inserirsi in un contesto più maturo e impegnativo. Si tratta di un metroidvania che fonde le classiche meccaniche del genere con alcune delle abilità iconiche della celebre palla gialla, dando vita a un gameplay solido ma non adatto a tutti. La difficoltà moderatamente elevata e le mappe complesse rendono infatti il titolo poco accessibile ai neofiti. Sul piano tecnico lascia un po’ a desiderare, e non abbiamo potuto fare a meno di notare una certa scarsità nei punti di salvataggio, elemento che può risultare frustrante in alcune sezioni più estese. Nel complesso, Shadow Labyrinth è un esperimento riuscito, che pur con qualche limite sa offrire un’esperienza interessante. Resta solo da vedere se si tratti di un nuovo corso per l’IP o di una parentesi isolata nel suo lungo percorso storico.
Pregi
Il ritorno di Pac-Man
Metroidvania vecchia scuola
Buone aggiunte al gameplay
Articolato e sfidante
Difetti
Trama e narrazione banali e poco avvincenti
Tecnicamente delude un po'
Avremmo gradito qualche checkpoint in più
7
Voto